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DISTRIBUZIONE DEGLI ARRIVI
DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI ARRIVI
CategorieSigle utilizzate: RP = record personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)
* il primo numero indica quanti, rispetto ai questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 7/13 indica che su 13 maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 7 hanno migliorato il proprio primato.Commenti:Dopo il forte
temporale della notte, le condizioni climatiche al momento della partenza
erano praticamente ottimali, se non per il tasso di umidità leggermente
elevato (77%), ma ciò non ha determinato particolare disagio alla
termoregolazione dei corridori perché la temperatura dell’aria era
bassa. Del gruppo di testa nessuno, infatti, ha preso le spugne prima del
25°km, ad evidenziare appunto che la termoregolazione non era un fattore
limitante il rendimento. Il percorso scorrevole nella prima parte, come già
sottolineato in un mio articolalo di analisi del tracciato, ha consentito
di guadagnare un bel po’ di secondi rispetto ad una maratona
pianeggiante, senza per questo spendere più energie. La maggior parte del
dislivello (101 metri) è racchiuso nei primi 15km di corsa, ed il
passaggio a metà gara è stato per tutti piuttosto veloce rispetto ad una
corsa con tracciato pianeggiante. Per chi ha saputo gestire in maniera
accorta le proprie energie, tale vantaggio era conseguente appunto al
favorevole dislivello iniziale, e non ad un’azione tattica forzata e
quindi dispendiosa, dettata dal fatto di acquisire vantaggio per
l’eventuale calo nel tratto finale. Praticamente per tutti, la seconda
parte di gara è risultata più lenta rispetto alla prima, sia per effetto
dei quattro cavalcavia presenti in questa frazione, sia perché negli
ultimi 5km spirava anche una leggera brezza contraria, che in qualche modo
ha contribuito a frenare l’azione di spinta. Tra i top runner, il
vincitore è stato quello che ha calato di meno il ritmo nella 2a
parte di corsa, mentre tutti gli altri hanno evidenziato un cedimento più
o meno marcato, situazione che ho notato praticamente in tutti i
questionari che mi sono giunti. Un po’ più contenuto invece il calo di
rendimento tra i maratoneti di 3a
schiera (3h30’), con alcuni corridori che hanno conseguito il primato
personale correndo senza particolari cedimenti, e qualcuno addirittura con
un “negative split”, vale a dire con la 2a
parte di gara più veloce della 1a.
L’atteggiamento agonistico più rilassato dei maratoneti di 3a
schiera determina minor pressione, e di conseguenza la consapevolezza di
percorrere la parte iniziale senza l’assillo di forzare sul ritmo. In ambito
assoluto, gli uomini hanno reso di più delle donne, probabilmente per
effetto del maggior stimolo agonistico e del supporto delle lepri, tanto
che il vincitore ha corso con un rendimento elevato, pari al 96,7% del
record del mondo maschile, mentre la donna ha corso solo al 89,7% e i
tempi di trasposizione evidenziano appunto la maggior efficienza maschile. Pur essendo
una giornata climaticamente ottimale per rendere al meglio del proprio
potenziale, ed un percorso molto scorrevole, sono stati in proporzione
pochi i podisti che hanno migliorato il primato personale, e quanti lo
hanno fatto, sono migliorati di poco. Tra i questionari che ho ricevuto,
molti maratoneti invece si sono avvicinati al proprio record, non
migliorandolo per pochi secondi. Quale può
essere la causa di ciò? Io sono convinto che sta nella non corretta
distribuzione dello sforzo, che determina il minor rendimento: con
l’obiettivo di sfruttare la veloce parte iniziale, molti corridori
forzano il ritmo, spendendo più energie del dovuto. La maratona è invece
una gara che richiede abilità nel dosaggio delle energie ed ogni
forzatura viene poi pagata a caro prezzo. Quanti
leggeranno queste righe e saranno impegnati domenica prossima alla
maratona di Venezia, dovranno far tesoro dell’esperienza di chi ha avuto
difficoltà a Carpi. Nella maratona veneziana, un errore nella
distribuzione dello sforzo nella parte iniziale della corsa verrà pagato
con maggior danno perché i ponti finali, seppur di pendenza contenuta,
graveranno maggiormente se le gambe non avranno più forza ed energia.
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