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DISTRIBUZIONE DEGLI ARRIVI
CategorieSigle utilizzate: RP = record personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)
* il primo numero indica quanti, rispetto ai questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 29/45 indica che su 45 maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 29 hanno migliorato il proprio primato.Commenti:La 5a edizione della maratona di S. Antonio ha avuto
proprio un santo protettore, che ha garantito una giornata climaticamente
ottima per buona parte della competizione, anche se per quei podisti che
hanno impiegato circa tre ore e mezza per percorrere la distanza da
Vedelago a Padova, la temperatura è stata un po’ troppo elevata. Le
previsioni atmosferiche di sabato riportavano che domenica sarebbe stata
una giornata molto nuvolosa con probabili precipitazioni temporalesche,
oltre alla possibile incursione di moderati venti di bora che spiravano
sul litorale e che sarebbero stati contrari al senso di corsa dei podisti.
Tutta questa situazione climaticamente avversa si è invece manifestata ed
esaurita nel tardo pomeriggio di sabato, e i maratoneti hanno trovato una
mattinata domenicale caratterizzata da cielo limpido e terso, evidente
segno di un tasso d’umidità molto basso. Anche la temperatura era
piacevolmente fresca al momento della partenza, ma, come avviene in queste
mattinate di primavera, l’escursione termica è piuttosto rapida, e non
appena il sole è salito di ¼ del suo percorso quotidiano, la temperatura
si è rapidamente alzata. Per la prima ora e mezza di gara
i maratoneti hanno testimoniato che non c’è stato disagio per la
crescente temperatura, ma dopo due ore dalla partenza i raggi del sole
manifestavano i propri effetti sul rendimento dei corridori. I primi che
hanno tagliato il traguardo non hanno subito in modo particolare
l’influenza negativa della temperatura, e ciò è evidenziato dalla
media del rendimento dei top runner rispetto al loro primato. Gli uomini
hanno corso più piano, sempre con riferimento al loro primato, di
2’20”, mentre le donne hanno reso meno bene, correndo più piano del
loro primato di oltre 6’. Che il clima non abbia condizionato molto il
rendimento dei professionisti è evidenziato anche dalla regolare
percorrenza delle due metà di gara, sia in campo maschile sia in quello
femminile. Valutando la distribuzione dello
sforzo, grazie al confronto del tempo di passaggio tra la prima e la
seconda parte di gara, molti podisti mi hanno evidenziato nel loro
questionario di aver corso la seconda parte di gara più velocemente della
prima. Questo aspetto avviene raramente, e spesso è favorito dal tipo di
percorso. Per es. a Torino sono stati numerosi i maratoneti che hanno
percorso la seconda parte più velocemente della prima grazie al
favorevole dislivello tra il punto più elevato della maratona e
l’arrivo. Alla maratona di Roma, ho avuto solo un podista che mi ha
evidenziato d’aver percorso più velocemente la seconda parte di gara. Alla maratona di Padova, come
riportato, sono stati numerosi i podisti che hanno corso con un
“negative split”, ma ciò non è certo da imputare al favorevole
dislivello: è vero che ci sono 33 metri di differenza di quota tra
Vedelago e Padova, ma il guadagno può esprimersi in soli 5-7”. L’aver
corso più velocemente nella seconda parte di maratona non può neppure
essere dipeso dal clima, che è diventato progressivamente sempre più
difficile, e neppure dalla scorrevolezza del percorso giacché nel centro
storico di Padova si dovevano percorrere numerose curve ad angolo retto, e
c’erano inoltre alcuni tratti su fondo lastricato. La risposta a tale
situazione è difficile da individuare, ma può anche darsi che molti
podisti siano diventati più abili nel gestire le proprie energie, e
riservino le forze per la parte finale della competizione. In generale il rendimento è
stato molto buono, con tanti podisti che si sono migliorati, anche in
maniera consistente, ma con il limite delle 3h45’, perché quelli che
hanno invece corso più piano sono stati frenati dal caldo. La
combinazione di clima quasi ottimale e percorso scorrevole, ha consentito
a molti maratoneti di far fruttare settimane d’impegnativi allenamenti.
Il rendimento, misurato sul primato sui 10km, evidenzia alti coefficienti
di rendimento, come lo è stato per es. per la maratona di Treviso. Tanti
podisti mi hanno anche riportato di aver sostenuto la doppia maratona; una
gran parte di questi, specialmente quelli del Triveneto, mi hanno
riportato d’aver corso bene sia a Treviso sia a Padova, con un miglior
rendimento su quest’ultima competizione. Altri podisti hanno doppiato
con successo correndo dapprima, in combinazione con la corsa di Padova, le
maratone di Ferrara, Brescia e Roma. |
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