Analisi
maratone
04-12-2005: Milano – 6a
Milano City Marathon
Maschile
RECORD DEL
PERCORSO: 2h08'38" |
TEMPO VINCITORE
2005: 2h09'59" |
+ 1'21" |
TEMPO VINCITORE
2004: 2h08'38" |
TEMPO VINCITORE
2005: 2h09'59" |
+ 1'21" |
MEDIA
DEL RENDIMENTO DEI PRIMI 8 CLASSIFICATI RISPETTO AL RECORD
PERSONALE |
+
2'49" |
FEMMINILE
RECORD DEL PERCORSO:
2h24'59" |
TEMPO VINCITRICE 2005: 2h28'48" |
+
4'11"
|
TEMPO VINCITRICE 2004: 2h28'11" |
TEMPO VINCITRICE 2005: 2h28'48" |
+
37" |
MEDIA DEL
RENDIMENTO DELLE PRIME 4 CLASSIFICATE RISPETTO AL RECORD PERSONALE |
+
4'16" |
Temperature
Umidità
alla partenza :
0°C
alla partenza : 79%
all’arrivo del vincitore : 3°C
all’arrivo: 76%
alle 3 ore : 3°C
alle 4 ore : 3°C
massima : 3°C
Dislivello
+ 12 metri
Indice di scorrevolezza
1
PASSAGGI
|
21,097 |
21,097 |
DIFFERENZA |
uomini |
1h06'13"* |
1h03'46" |
- 2'37" |
donne |
1h15'46" |
1h13'02" |
- 2'44" |
*
passaggio di Ornelas, che alla mezza era dietro di 1’07” dal gruppo di
testa
|
tempo
vincitore |
%
di rendimento con RM |
tempo
di trasposizione |
uomini |
2h09'59" |
95,4% |
2h20'53" |
donne |
2h28'48" |
90,2% |
2h17'17" |
DISTRIBUZIONE
DEGLI ARRIVI
|
arrivati |
2h15' |
2h30' |
2h45' |
3h00' |
3h15' |
3h30' |
4h00' |
4h30' |
5h00' |
2005 |
4206 |
5 |
19 |
94 |
366 |
835 |
1539 |
2946 |
3747 |
4076 |
2004 |
4181 |
5 |
24 |
127 |
475 |
969 |
1683 |
3074 |
3813 |
4074 |
2003 |
3097 |
9 |
36 |
145 |
466 |
880 |
1462 |
2421 |
2848 |
3020 |
2002 |
3991 |
10 |
31 |
111 |
452 |
881 |
1531 |
2739 |
3500 |
3823 |
DISTRIBUZIONE
PERCENTUALE DEGLI ARRIVI
|
arrivati |
2h15' |
2h30' |
2h45' |
3h00' |
3h15' |
3h30' |
4h00' |
4h30' |
5h00' |
2005 |
4206 |
0,11 |
0,45 |
2,23 |
8,70 |
19,85 |
36,59 |
70,04 |
89,08 |
96,90 |
2004 |
4181 |
0,11 |
0,57 |
3,03 |
11,30 |
23,17 |
40,25 |
73,52 |
91,19 |
97,44 |
2003 |
3097 |
0,29 |
1,16 |
4,68 |
15,04 |
28,41 |
47,20 |
68,17 |
91,95 |
97,51 |
2002 |
3991 |
0,25 |
0,77 |
2,78 |
11,30 |
22,07 |
38,36 |
68,60 |
87,61 |
95,79 |
Categorie
Sigle utilizzate:
RP = record
personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata
dal RP dei 10.000 metri)
|
1
2h27’30”
2h36’30” |
2
2h36’30”
2h47’00” |
3
2h47’00”
3h00’00” |
4
3h00’00”
3h12’30” |
5
3h12’30”
3h30’30" |
6
3h30’30”
3h44’00” |
7
3h44’00”
4h08’00” |
8
4h08’00”
4h32’30” |
9
4h32’30”
5h11’00” |
10
5h11’00”
5h35’00” |
differenza
rispetto al RP |
+57" |
+1'28" |
+1'37" |
+2'06" |
+2'53" |
+3'11" |
+4'57" |
+5'23" |
+6'37" |
+8'11" |
% rendimento
rispetto SAN presunta |
89,4 |
88,8 |
87,9 |
87,6 |
86,6 |
85,9 |
83,8 |
82,7 |
80,5 |
79,2 |
tot.questionari
analizzati |
2/3 |
5/9 |
16/21 |
20/27 |
25/34 |
24/35 |
15/23 |
11/19 |
9/15 |
3/9 |
* il primo numero indica quanti, rispetto ai
questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 16/21 indica che su 21
maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 16 hanno migliorato il proprio
primato.
Commenti:
Le maratone autunnali del 2005
sono state tutte condizionate da fattori climatici particolari, non
certo favorevoli per il conseguimento della massima prestazione: in
quelle di ottobre, e fino a quelle di metà novembre, il fattore
limi-tante è stato il caldo, ma dalla maratona di Firenze (26 novembre)
è stato invece il freddo a creare i maggiori pro-blemi. Alle alte e
basse temperature si deve aggiungere il fattore umidità che accentua le
condizioni del momento: se la temperatura è alta, la sensazione di
calore è più elevata, e quando invece la temperatura è bassa il freddo
che si percepisce è maggiore.
Nella 6a edizione della Milano City Marathon il freddo alla partenza era
piuttosto marcato, ed anche se la temperatu-ra è aumentata di qualche
grado nel corso della competizione, ciò ha interessato solo la parte del
percorso cittadino perché invece il tracciato extra urbano, adottato per
non condizionare troppo il traffico, era sotto una coltre di neb-bia
piuttosto spessa. E poiché nel tratto extra urbano si percorrevano circa
la metà dei 42195 metri, il condiziona-mento del rendimento è stato
forte. Molti podisti, nei questionari che mi hanno inviato, hanno
riportato tra le note che il freddo non ha consentito di correre con
un’azione fluida, decontratta e soprattutto efficace, e che la fatica si
è presentata prima del solito. Interpreto quest’ultima situazione non
tanto come quella che noi tutti maratoneti cono-sciamo, quella
determinata cioè dai numerosi impatti con l’asfalto, ma una sensazione
strana caratterizzata dal fatto di avvertire gambe più pesanti che
stanche. Siccome con il freddo il flusso di sangue nei distretti
muscolari è inferio-re perché l’organismo tende a trattenerlo per
mantenere costante la temperatura degli organi interni, il rendimento ne
soffre proprio per una ridotta disponibilità di ossigeno e materiale
energetico. Senza dubbio tale situazione fisica condiziona anche
l’aspetto mentale perché si riscontrano maggiori disagi, rispetto al
solito, a mantenere un rendi-mento che in altre condizioni climatiche è
di ordinaria amministrazione. La conseguenza è una demoralizzazione, e
quindi di una perdita di carica nervosa necessaria invece per continuare
a lottare e soffrire. I disagi della bassa tem-peratura sono stati
purtroppo elevati perché il freddo ha caratterizzato tutta la giornata,
e se ad un certo punto si sperava che il sole in cielo avrebbe
riscaldato presto l’aria, ciò non si è verificato perché una progressiva
velatura ha coperto il sole anche in città dopo tre ore circa dalla
partenza. Pertanto, credo che a soffrire i maggiori disagi sono stati
quei maratoneti che hanno completato la corsa in più di tre ore. E’
chiaro che il freddo condiziona le persone in maniera differente: ci
sono podisti che con le basse temperatura ne hanno risentito poco,
mentre altri invece sono stati maledettamente condizionati dalla
temperatura di poco superiore allo zero. Molti maratoneti si sono
migliorati perché erano in ottima forma e non hanno avuto nessun
disagio; altri invece dal freddo sono stati fortemente condi-zionati.
I top runner, che per assurdo sono meno condizionati rispetto agli
amatori dal ricercare il proprio primato o una pre-stazione cronometrica
molto buona, hanno impostato una gara con maggior attendismo.
Consapevoli che il freddo era un fattore molto limitante, hanno corso la
1a parte di gara nettamente più piano della 2a. Chissà se è casuale il
fatto che il differenziale del tempo di percorrenza della 2a metà gara è
di soli 7”. Viene appunto da pensare che, vi-sto il freddo nella prima
ora di gara, non si sono dannati l’anima per correre forte (non
seguivano il ritmo imposto dalla lepri) e si sono tenuti le energie per
correre forte nel finale, quando la temperatura, una volta rientrati in
città, non era così rigida come nella parte extraurbana.
Peccato per questo aspetto climatico, perché il percorso era sicuramente
veloce (anche se poco coinvolgente e sti-molante per la scarsissima
presenza di pubblico). Poiché la prossima edizione della Milano City
Marathon dovrebbe essere anticipata al 8 ottobre, non sarà più il freddo
il fattore limitante, ma visto com’è stato l’autunno 2005,
proba-bilmente si dovranno fare i conti con il caldo.
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