![]() |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
DISTRIBUZIONE DEGLI ARRIVI
CategorieSigle utilizzate: RP = record personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)
* il primo numero indica quanti, rispetto ai questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 18/29 indica che su 29 maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 18 hanno migliorato il proprio primato.Commenti:Un’edizione “record” quella della maratona di Roma 2004: maggior numero di classificati per una maratona italiana, record personale per i vincitori (Pertile e Ferrara), record del percorso nella gara femminile, record di questionari che ho ricevuto (503, precedente Milano 391 - Grazie a tutti per questo gran contributo), e tra questi, tanti che si sono migliorati. Il rendimento degli amatori è stato di buon livello nonostante il percorso non sia proprio scorrevole (indice di scorrevolezza 3) come quello delle maratone che si intendono “veloci”, vale a dire Berlino, Londra, Chicago, ecc. ma il fascino di Roma ha spinto tanti podisti a dare il meglio di sé. Sono contento quindi che molti maratoneti amatori abbiano coronato mesi di sacrifici ed impegnativi allenamenti con un progresso cronometrico. Il miglioramento potrebbe anche essere stato maggiore se il caldo non fosse stato un po’ eccessivo nell’ultima parte di corsa, soprattutto per chi ha impiegato più di 3h45’/4 ore. Di per sé la temperatura massima della giornata non è stata in assoluto elevata (l’irraggiamento è stato invece alto), ma siccome belle giornate come quella di domenica non ne abbiamo avute tante, l’organismo non aveva ancora messo in atto in maniera definitiva i processi di termoregolazione. Analizzando il rendimento delle varie categorie di amatori in funzione della SAN, si evidenzia che percentualmente i maratoneti hanno corso un po’ meglio (circa 0,4%) rispetto ad altre maratone. Per la maggior parte dei questionari che ho ricevuto, è evidente che la seconda parte di gara è più lenta. A tale situazione contribuiscono essenzialmente tre fattori: 1) salite, 2) stanchezza, 3) temperatura più elevata. 1) nella seconda parte di gara le salite da superare, anche se non impegnative, sono di più rispetto alla prima parte, e ciò rallenta il ritmo di corsa che è condizionato anche da 2) stanchezza, che si manifesta nel punto cruciale del tracciato (come avevo evidenziato nell’analisi tecnica del percorso), quando dalla Basilica di S. Paolo si ripercorre via Ostiense e l’Aventino (tratti in leggera salita), per dirigersi verso il Colosseo. 3) fino all’ora e mezza di corsa non ha fatto caldo, come mi hanno testimoniato i top runner ai quali ho chiesto indicazioni su questo aspetto (ho visto però alcuni africani sudare molto più degli italiani già dal 5°km, quando ancora faceva fresco). Ma nel giro di poche decine di minuti, quando il sole era alto in cielo, la temperatura è salita rapidamente, proprio quando la maggioranza dei corridori era nel pieno dello sforzo. Nel 99% dei questionari da me analizzati ho riscontrato un calo di ritmo nella seconda parte di gara, e ciò evidenzia che per un amatore vale la regola 51-49, (come riportato su Training News 31 di gennaio 2002 “La corretta distribuzione dello sforzo”), diversamente dai top runner in grado invece di applicare la percentuale inversa, vale a dire 49-51. I numeri espressi stanno ad indicare che nello sforzo complessivo della maratona (base 100) l’impegno maggiore viene profuso dagli amatori nella prima parte di corsa (52-53), mentre nella seconda metà di gara il calo è evidente (47-48). Analizzando invece la gara dei top runner si nota che entrambi i vincitori si sono migliorati: Pertile di 35” e Ferrara di 22”. Nei primi 10 uomini hanno migliorato in due il proprio primato, e due sono state anche le donne che, fra le prime 5 classificate, hanno ritoccato il proprio primato. Il rendimento medio dei primi 10 uomini, rispetto al proprio primato in maratona, è stato superiore di 2’07”. Sarà un caso che il rendimento medio delle prime 5 donne è stato analogo (+ 2’06”)? Relativamente alla distribuzione dello sforzo, Ferrara è stata più brava di Pertile e del resto degli uomini perché, nonostante le maggiori difficoltà della seconda parte di gara causa il caldo, ha coperto i secondi 21,097km con soli 21” di differenza rispetto ai primi. Nella competizione maschile invece il differenziale tra le due metà gara è stato più ampio (+ 1’24”), e ciò è da imputare ad un passaggio un po’ troppo sostenuto nei primi 10km, ma anche al fatto che Pertile probabilmente si è accontentato della vittoria e non ha ricercato il crono di effetto. Il suo allenatore Magnani, qualche giorno prima della maratona, mi esprimeva che un tempo di 2h09’ poteva andare un po’ stretto a Pertile. Ferrara è stata più brava perché non si è accontentata solamente della vittoria, ma ha rincorso anche la prestazione cronometrica. E chi tra Pertile e Ferrara ha reso di più in assoluto? Il tempo di trasposizione dà ragione a Ruggero, che in una gara femminile avrebbe conseguito una prestazione che vale 2h21’06”, mentre Ornella avrebbe conseguito un tempo di 2h16’21”.
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
![]() |
©2002 Informativa
sui diritti d'autore Le informazioni contenute in questo sito sono solo per
uso privato.
E' vietato riprodurre o divulgare in qualsiasi forma le informazioni contenute
in questo sito, salvo previa autorizzazione di Orlando Pizzolato