DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI ARRIVIle tabelle non sono complete perché manca ancora la classifica ufficiale della Maratona
* classifica completa non disponibile DISTRIBUZIONE DEGLI ARRIVIle tabelle non sono complete perché manca ancora la classifica ufficiale della Maratona
PERCENTUALE ISCRITTI/ARRIVATI
* Nella classifica finale sono comparsi nomi di atleti regolarmente iscritti ma che non vi hanno preso parte CategorieSigle utilizzate: RP = record personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)
* il primo numero indica quanti, rispetto ai questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 24/71 indica che su 71 maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 24 hanno migliorato il proprio primato.Commenti:Quando seguo le
maratone in bicicletta per la telecronaca della Rai devo tenere conto
che non ho la stessa percezione che hanno i corridori riguardo
temperatura ed umidità, ed anche in relazione alla scorrevolezza del
fondo stradale. E’ risaputo che pedalare è meno faticoso che correre, e
quindi la ventilazione è diversa; seduti in sella si avvertono
diversamente gli effetti del clima. Solitamente attendo 3 chilometri
prima di rivolgermi direttamente ai maratoneti per chiedere a loro quali
sono le sensazioni che avvertono in relazione a temperatura e umidità.
Sono necessari circa 10 minuti di corsa per aver una sensazione
affidabile della termoregolazione, e nel frattempo mi concentro a
verificare i tempi di passaggio e i movimenti dei podisti in senso al
gruppo. Anche sotto questo aspetto serve un po’ di tempo affinché il
ritmo di corsa si stabilizzi, anche se le lepri svolgono bene il loro
compito; inoltre, i maratoneti tatticamente si muovono con un certo
ritardo rispetto ai pace maker ed è necessario del tempo per verificare
gli assestamenti del gruppo. Insomma, il 3° chilometri di gara è il
primo punto di riferimento veritiero per capire come andrà la gara, e in
occasione della maratona di Roma già dopo 10’ di corsa si poteva capire
che non era giornata, intesa come situazione favorevole per correre al
meglio. I passaggi erano più lenti del previsto di 2-3” al chilometro, e
nonostante ciò sul volto dei maratoneti traspariva già un certo impegno,
diverso rispetto a quello che colgo quando la giornata è di quelle
buone. I maratoneti con i quali ho scambiato una battuta mi avevano
confermato che l’aria era “pesante”, seppure la temperatura ancora
fresca. Il passaggio al 5° chilometro mi ha fornito la conferma alle
prime impressioni che ho avuto in corsa perché, essendo questa parte di
gara in leggera discesa, si sarebbe dovuto riscontrare un tempo parziale
più veloce. Quindi, la variazione del percorso voluta (giustamente)
dagli organizzatori nell’intento di velocizzare il ritmo di corsa, non
ha portato ad un vantaggio, almeno in questa edizione. I maratoneti di
alto livello non hanno potuto sfruttare tale aspetto perché la giornata
non era climaticamente favorevole. Diverso invece il discorso per gli
amatori perché, non dovendo percorrere via Ostiense in direzione
Piramide come avveniva nelle passate edizioni, non hanno subito quell’handicap
che tanto incideva anche a livello mentale. Questo tratto del percorso,
che nelle passate edizioni era tra il 36° ed il 40° chilometro,
contribuiva a far perdere da 30 a 60 secondi sul tempo finale, senza
contare il disagio che mentalmente c’era nel vedere i podisti davanti
procedere con certo vantaggio nel senso opposto di corsa, e verificare
che per arrivare in quel punto si dovevano percorrere 2-3 chilometri. |
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