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DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI ARRIVIle tabelle non sono complete perché manca ancora la classifica ufficiale della Maratona
DISTRIBUZIONE DEGLI ARRIVIle tabelle non sono complete perché manca ancora la classifica ufficiale della Maratona
PERCENTUALE ISCRITTI/ARRIVATI
* Nella classifica finale sono comparsi nomi di atleti regolarmente iscritti ma che non vi hanno preso parte CategorieSigle utilizzate: RP = record personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)
* il primo numero indica quanti, rispetto ai questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 27/33 indica che su 33 maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 27 hanno migliorato il proprio primato.Commenti:La maratona di Roma si propone come una gara nella quale si può correre velocemente e conseguire il proprio primato personale, ciò nonostante alcune difficoltà del tracciato che contraddistinguono questa corsa, in primis il fondo stradale. Al di là di quanto dichiarano gli organizzatori, che indicano solo in 4-5 chilometri il tratto del tracciato della maratona interessato dai cubetti di porfido, sono almeno 8, se non anche 9, i chilometri caratterizzati dal fondo irregolare dei sampietrini. Alcuni tratti caratterizzati da questo tipo di pavimentazione sono anche particolarmente disagevoli, tanto che l’appoggio dei piedi ne risulta particolarmente condizionato; ciò incide oltre che sull’efficacia della spinta dei piedi, anche sul precoce affaticamento muscolare ed articolare. Quando si è stanchi si sa che anche modesti disagi diventano molto fastidiosi e condizionano il rendimento. Oltre ai sampietrini, alcuni tratti di salita, peraltro molto ridotti rispetto a passate edizioni, sono difficili da affrontare non tanto per la loro pendenza ma perchè si collocano nella parte finale della gara. Nonostante tali difficoltà, nell’ultima edizione della maratona il rendimento dei corridori in generale è stato particolarmente buono. Tra i top runner si è registrato un cospicuo miglioramento dei primati personali, sia in campo maschile sia in quello femminile: il vincitore Kipkorir ha ritoccato il proprio primato di 3’40” e la vincitrice Hladyr di 3’50”. Il margine di miglioramento più ampio tra i top runner è stato quello dell’etiope Adanesh (3a classificata), che ha ribassato di oltre 8’ il suo precedente record. Tantissimi record anche in ambito amatoriale, che non mi sarei atteso proprio per le caratteristiche del tracciato che ho evidenziato poco sopra, ma senza dubbio la giornata era climaticamente favorevole visto che per le prime due ore di corsa la temperatura si è mantenuta bassa. Il passaggio dall’ora solare a quella legale ha permesso di sfruttare quell’ora di tempo che ha fatto la differenza nel rendimento tra quanti hanno concluso la maratona sotto le quattro ore. Il cielo terso che ha favorito l’irraggiamento, e quindi l’innalzamento della temperatura, ha però danneggiato proprio quei maratoneti che verso l’una del pomeriggio erano ancora per strada. I corridori maggiormente penalizzati sono stati i meno veloci, e di solito meno allenati, che si sono trovati a percorrere gli ultimi chilometri con la massima temperatura della giornata. I 22° non rappresentano in assoluto un valore molto limitante nelle prestazioni di resistenza, ma poiché quella di domenica 26 marzo poteva essere considerata come la prima giornata dal clima primaverile, tanti maratoneti hanno sofferto il caldo perché non avevano avuto ancora l’opportunità di sviluppare i meccanismi della termoregolazione specifici per l’adattamento a correre con il caldo. |
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