DISTRIBUZIONE DEGLI ARRIVI
DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI ARRIVI
CategorieSigle utilizzate: RP = record personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)
* il primo numero indica quanti, rispetto ai questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 13/19 indica che su 19 maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 13 hanno migliorato il proprio primato.Commenti:Giornata ottimale dal punto di vista climatico e percorso veloce hanno contribuito a far sì che molti maratoneti migliorassero il proprio primato, o quanto meno corressero con buon rendimento, vale a dire al limite delle proprie prestazioni. In questa edizione della maratona di Milano non sono mancati ad ogni modo i problemi (non mi riferisco agli aspetti organizzativi, il mio ambito è solamente tecnico) perché numerosi, anche se non tantissimi, sono stati i maratoneti che si sono fatti prendere la mano dalla favorevole situazione, ed hanno spinto un po’ troppo nella prima parte di gara. In generale moltissimi hanno percorso la prima metà di gara più velocemente della seconda, ed il calo per alcuni è stato contenuto (questi sono arrivati al traguardo con il proprio primato), per altri il calo di rendimento è stato invece abbastanza marcato, tanto da compromettere il tempo finale. Tra quelli che si sono migliorati, pochi hanno corso con il “negative split”, vale a dire la seconda parte di maratona più veloce della prima, ma è significativo il fatto che questa tendenza sta crescendo, segno che quanti leggono le mie analisi delle maratone sono diventati maggiormente sensibili a questa impostazione di corsa, che spesso paga, in termini di rendimento, molto di più di un avvio veloce. Nella competizione assoluta il vincitore, il keniano Cheribo, ha ottenuto un negative split, anche se di pochi secondi (8”), mentre la vincitrice, la keniana Jeptoo, ha percorso la seconda mezza maratona in discreto calo (+ 1’21”). Le donne sono transitate un po’ troppo forte alla mezza maratona e hanno pagato questo sforzo rallentando appunto nel finale di corsa. Gli uomini sono stati più abili nell’impostazione dell’andatura di gara, favoriti anche dall’aiuto di quattro abili “pace setter”. La qualità della competizione maschile, comparata a quella femminile, è stata nettamente migliore. Il tempo di trasposizione evidenzia, infatti, che la prestazione del vincitore Cheribo (2h08’38”) è rapportabile ad un tempo di 2h19’25”. La prestazione della vincitrice Jeptoo (2h28’11”), vale invece solo 2h16’41” in una competizione maschile. Da rilevare che per entrambi i vincitori c’è stato il miglioramento del primato: di 2’11” per Cheribo, e di ben 6’57” per Jeptoo. Molto migliorata anche la terza classificata, Deborah Toniolo, passata da 2h45’08” a 2h34’22” un miglioramento di ben 10’46”. Grazie a questi miglioramenti, il rendimento medio dei primi classificati (8 in campo maschile e 5 in quello femminile) è molto buono. Come scrivevo in apertura di questo pezzo, molti maratoneti hanno approfittato delle favorevoli circostanze per correre forte e conseguire il primato. Come evidenziato nella tabella di rendimento delle categorie, tanti sono stati i miglioramenti. Tra i problemi che hanno afflitto i podisti in corsa, il più frequente sembra essere stato il mal di stomaco, situazione probabilmente determinata dalla bassa temperatura iniziale, e favorita da un abbigliamento poco protettivo. Ho visto che tanti hanno corso – giustamente - in canottiera, ed in queste condizioni basta veramente poco per passare da una situazione ottimale di termoregolazione, ad una negativa come appunto il mal di pancia. La Milano City Marathon si è confermata corsa da record sia perché il percorso è molto veloce (e quest’anno gli organizzatori hanno ulteriormente ridotto i pochi punti difficili), sia perché il clima è favorevole, un binomio che mette il maratoneta nella condizione di esprimere al massimo il proprio potenziale. Da sottolineare il fatto che numerosi podisti hanno realizzato con successo la “doppia maratona”, vale a dire l’aver corso due maratone ravvicinate (nello spazio di 3-6 settimane, come per es. a Venezia e New York), arrivando al primato proprio in occasione della maratona di Milano. Tanti hanno anche ribadito l’affidabilità previsionale del test di Yasso, anche se ovviamente non per tutti il tempo delle 10 prove sugli 800 metri (trasformato da minuti - secondi in ore - minuti) è stato quello conseguito in maratona.
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