Analisi
delle maratone italiane
12-10-2003: Carpi – Maratona d'Italia
Maschile
RECORD DEL
PERCORSO: 2h09'43" |
TEMPO VINCITORE
2003: 2h12'10" |
+
2'27" |
TEMPO VINCITORE
2002: 2h09'58" |
TEMPO VINCITORE
2003: 2h12'10" |
-
2'12" |
MEDIA
DEL RENDIMENTO DEI PRIMI 10 CLASSIFICATI RISPETTO AL RECORD
PERSONALE |
+
2'12" |
FEMMINILE
RECORD DEL PERCORSO: 2h25'57" |
TEMPO VINCITRICE 2003: 2h31'35" |
+
6'38" |
TEMPO VINCITRICE 2002: 2h30'24" |
TEMPO VINCITRICE 2003: 2h31'35" |
+
1'11" |
MEDIA DEL
RENDIMENTO DELLE PRIME 5 CLASSIFICATE RISPETTO AL RECORD PERSONALE |
-
4'15" |
Temperature
Umidità
alla partenza : 14°C
alla partenza : 67%
all’arrivo del vincitore : 23°C
all’arrivo: 55%
alle 3 ore : 24°C
alle 4 ore : 24°C
massima : 24°C
Dislivello
- 94 metri
Indice di scorrevolezza
1
Categorie
Sigle utilizzate:
RP = record
personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata
dal RP dei 10.000 metri)
|
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
differenza
rispetto al RP |
+ 1'57 |
+ 2'23 |
+ 2'54 |
+ 3'45 |
+4'17 |
+ 5'19 |
+5'25 |
+ 4'21 |
+5'15 |
+ 2'07 |
% rendimento
rispetto SAN presunta |
90,1 |
88,90 |
87,2 |
86,8 |
86,1 |
85,8 |
86,2 |
86,1 |
85,9 |
84,9 |
tot.questionari
analizzati |
2 |
6 |
13 |
17 |
21 |
15 |
11 |
7 |
9 |
6 |
Commenti:
Il dislivello favorevole di 94 metri e le buone
condizioni climatiche alla partenza sembravano essere fattori che
predisponevano ad una gara veloce. Il tratto iniziale in leggera discesa
si è rivelato certamente favorevole, visto che a metà gara il passaggio
del gruppo di testa, e degli inseguitori, era molto buono (1h04’27”).
Fino alle porte di Modena (60 metri sul livello del mare, rispetto ai 134
di Maranello) si ha veramente l’impressione di correre faticando di
meno, grazie alla leggerissima pendenza che aiuta a correre spendendo meno
energie. In bicicletta, al seguito dei top runners, era per me sufficiente
dare ogni tanto un colpo di pedale per percorrere a buona velocità
svariate decine di metri, e a volte, per non tamponare i maratoneti, ero
costretto a frenare.Gli stessi podisti mi hanno riferito di guadagnare 3-4
secondi al chilometro pur correndo con un impegno rilassato, e questo
consente di passare a metà gara con circa 1’ di vantaggio rispetto al
tempo stabilito in tabella. Da Modena, quando sembra che per arrivare a
Carpi si debba correre solo in pianura, cominciano però le difficoltà, e
sono i cavalcavia ad incidere sulle gambe e sul cronometro. Dal 25°km
iniziano solitamente i problemi, ed è spesso questo il punto in cui la
prestazione cronometrica perde consistenza, come si è verificato anche
quest'anno. I top runners non hanno più il riferimento delle lepri,
mentre i maratoneti amatori cominciano a distanziarsi maggiormente tra
loro, diradandosi e perdendo così il punto di riferimento del compagno,
che sarebbe invece importante avere specialmente quando i rettilinei sono
veramente lunghi. Oltre alle difficoltà determinate dai cavalcavia e
dalla distanza, i disagi si sono evidenziati perché il clima non era
quello ottimale per correre velocemente. I valori climatici di domenica 12
ottobre non erano di per sé disagevoli in assoluto perché la temperatura
ed il tasso d’umidità erano contenuti, ma il loro rapporto ha inciso
sulla capacità di rendimento dell’organismo. Dopo un’ora e mezzo dal
via, si avvertiva chiaramente la sensazione di pesantezza dell’aria,
anche se non di afa, e si aveva l’impressione che mancasse appunto
l’ossigeno. Anche se non faceva particolarmente caldo, l’impressione
era di sudare più del dovuto nonostante il cielo coperto (e quindi era
ridotto l’irraggiamento). Con il passare dei chilometri, e
dell’avvicinarsi alle ore più calde della giornata, i disagi sono
aumentati, e molti maratoneti mi hanno testimoniato il fatto di aver avuto
un calo di efficienza verso i 32-35km. Senza avvertire la vera crisi che
condiziona fortemente il rendimento finale, molti podisti mi hanno
riferito di avvertire la sensazione di non poter spingere di più, pur non
essendo al massimo sforzo. Così è stato per i top runners, la cui
selezione è avvenuta non tanto per l’incremento del ritmo nella parte
finale, visto che la 2a parte di maratona è stata corsa in 1h07’40”
(3’20” più piano della prima), quanto perché avevano speso tante
energie nei primi 21km, e per essersi trovati incapaci di esprimere al
meglio il loro potenziale. Il minor rendimento è stato mediamente di
2’12”, e molti top runners hanno ad ogni modo finito con sensazioni di
disagio e difficoltà, anche restando al di sopra dei valori previsti. La
stessa cosa si è verificata per i maratoneti dalle 2h30’ alle 3h00’,
ed ovviamente il minor rendimento è stato, per loro, anche maggiore, sia
perché la temperatura era leggermente aumentata, sia perché lo sforzo si
è protratto più a lungo, anche se ad un’intensità leggermente
inferiore. Non per tutti i maratoneti la maratona di Carpi del 12 ottobre
è stata però una corsa negativa. Per es. nelle donne c’è stato il
miglioramento (quasi 15’) sia della Chesinon, sia di Sedoni, ma per
entrambe le prove precedenti fatte in maratona erano stati dei debutti
corsi senza una finalizzazione da specialiste.
In definitiva, alla maratona d’Italia del 2003
in pochi si sono migliorati, e ciò è stato probabilmente determinato
dalle strane condizioni climatiche della giornata, ma penso che in qualche
maniera abbia anche inciso la ridotta preparazione che molti maratoneti
hanno dovuto sostenere durante l’estate in seguito al gran caldo fatto
registrare già a giugno, momento in cui sarebbe dovuta iniziare la
preparazione specifica per Carpi.
A quelli che non si sono migliorati rivolgo
l’invito a non considerare quindi la prestazione della Maratona
d’Italia come un fattore d’insuccesso, perché probabilmente non è
dipeso dalla loro volontà. Quasi certamente, lo scorso 12 ottobre non era
giornata giusta per correre forte la maratona, e sono ben certo che se
fossero stati in gara atleti come Tergat, Korir, Khannouci o Rutto,
anch’essi non sarebbero stati in grado di ottenere le prestazioni che
invece hanno ottenuto con un clima più favorevole. Speriamo che nelle
prossime maratone ci si debba coprire un po’ di più, segno che farà
meno caldo e si potrà correre con minori disagi.
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