Analisi delle maratone italiane

26-11-2000: Firenze – Firenze Marathon

Maschile

RECORD DEL PERCORSO: 2h11'51" TEMPO VINCITORE 2000: 2h14'11" + 2'20"
TEMPO VINCITORE 1999: 2h11'51" TEMPO VINCITORE 2000: 2h14'11" + 2'20"
MEDIA DEL RENDIMENTO DEI PRIMI 10 CLASSIFICATI RISPETTO AL RECORD PERSONALE + 1'07"

FEMMINILE

RECORD DEL PERCORSO: 2h32'18" TEMPO VINCITRICE 2000: 2h32'18" + 0'00"
TEMPO VINCITRICE 1999: 2h38'28" TEMPO VINCITRICE 2000: 2h32'18" - 6'10"
MEDIA DEL RENDIMENTO DELLE PRIME 5 CLASSIFICATE RISPETTO AL RECORD PERSONALE + 3'55"

Temperature                                                            Umidità

alla partenza : 10°C                                                                        alla partenza : 100% 

all’arrivo del vincitore : 14°C                                                            all’arrivo: 94°C

alle 3 ore : 14°C

alle 4 ore : 15°C

massima : 15°C

 

Dislivello                              + 17 metri

Indice di scorrevolezza     2

 

Categorie

Sigle utilizzate:

RP = record personale    SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)

  1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
differenza rispetto al RP +1'07 +1'32 +1'56 +3'25 +4'14 +4'53 +5'11 +8'21 +10'15 +12'57
% rendimento rispetto SAN presunta 92,7 89,6 88,5 87,1 86,4 86,1 85,9 83,2 81,9 79,1
tot.questionari analizzati 9 6 7 11 13 15 14 17 9 5

Commenti:

Il maratoneta è convinto che sia solo l'estate, per via del caldo, la stagione in cui è meglio non correre una maratona, visto che il clima influenza notevolmente il rendimento fisico; ma purtroppo capita che anche in autunno (così come in inverno) che ci siano quelle giornate climaticamente negative. In questo autunno ciò si è verificato sia a Carpi (15/10), sia a Firenze. La giornata molto piovosa ha portato il tasso di umidità a livelli massimi, e perciò l'aria che entrava nei polmoni dei maratoneti era molto ricca d'acqua e ridotta invece la quantità d'ossigeno. Siccome ai muscoli deve arrivare molto ossigeno affinché il rendimento sia ottimale, nella maratona di Firenze 2000 il rendimento fisico è stato fortemente condizionato. Anche se la temperatura dell'aria era perfetta, l'umidità, oltre a riempire d'acqua i polmoni, ha raffreddato i muscoli dei maratoneti e non solo quelli delle gambe. Molti infatti hanno accusato crampi, ma numerosi mi hanno segnalato anche il riacutizzarsi di vecchi fastidi a livello della schiena. L'umidità (soprattutto la pioggia) contribuisce inoltre fortemente a raffreddare la temperatura corporea, e se ciò può essere un aspetto positivo per i maratoneti "veloci" perché possono evitare l'uso delle spugne, per i maratoneti meno veloci risulta invece negativo. Per chi impiega 3:30 e più per finire la maratona, il raffreddamento corporeo è maggiore e più deleterio. Dopo molto tempo passato a correre, l'organismo ha consumato tante energie e ha difficoltà proprio a produrre calore; se si considera inoltre che sono gli zuccheri a fornire principalmente l'energia per produrre calore nel corpo e che gli stessi, nel finale di gara, sono praticamente esauriti, è facile capire che i disagi del freddo sono appunto compagni di chi impiega molto tempo per completare la maratona.

La pioggia, inoltre, ha reso scivoloso il fondo stradale. Molti erano i chilometri da correre sui lastroni (più scivolosi dell'asfalto), viscide erano anche le foglie nel parco delle Cascine, e numerose erano le curve ad angolo stretto: alcune decine di secondi sono andate perse proprio per una ridotta aderenza al fondo stradale.

In definitiva, pochi sono stati i maratoneti che a Firenze hanno migliorato il loro primato, e tanti quelli che non hanno centrato il proprio obiettivo cronometrico.

Ai primi, oltre alle congratulazioni, posso assicurare che il loro potenziale è migliore (almeno di 2') rispetto al tempo che hanno ottenuto. Ai secondi invece spero che le mie considerazioni servano a lenire la parziale delusione per non aver ottenuto il tempo sperato, ma devono essere consapevoli che a Firenze non era proprio giornata per correre velocemente e che quanto hanno in ogni caso fatto in allenamento non è stato fatto per niente. Potrà infatti essere sfruttato per un'altra maratona, anche a breve (4-6 settimane).

 

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