Analisi delle gare

Analisi delle gare

15/04/2007

Analisi della Maratona di Torino 2007

15-04-2007: Torino – 17a Turin Marathon

Maschile

RECORD DEL PERCORSO: 2h07'44" TEMPO VINCITORE 2007: 2h10'24" + 2'40"
TEMPO VINCITORE 2006: 2h10'10" TEMPO VINCITORE 2007: 2h10'24" + 14"
MEDIA DEL RENDIMENTO DEI PRIMI 5 CLASSIFICATI RISPETTO AL RECORD PERSONALE + 2'28"

FEMMINILE

RECORD DEL PERCORSO: 2h27'04" TEMPO VINCITRICE 2007: 2h29'24" - 1'40"
TEMPO VINCITRICE 2006: 2h32'18" TEMPO VINCITRICE 2007: 2h29'24" - 4'54"
MEDIA DEL RENDIMENTO DELLE PRIME 5 CLASSIFICATE RISPETTO AL RECORD PERSONALE + 3'10"

Temperature

alla partenza : 18°C

all’arrivo del vincitore : 24°C

alle 3 ore : 26°C

alle 4 ore : 26°C

massima : 26°C

Umidità

alla partenza : 34%

all’arrivo: 32%

Dislivello + 68 metri

Indice di scorrevolezza 3

PASSAGGI

21,097 21,097 DIFFERENZA
uomini 1h04'40" 1h05'44" + 1'04"
donne 1h13'20" 1h16'04" + 2'46"

TEMPO DI TRASPOSIZIONE (clicca per maggiori informazioni)

tempo vincitore % di rendimento con RM tempo di trasposizione
uomini 2h10'24" 95,6% 2h21'24"
donne 2h29'24" 89,7% 2h16'48"

DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI ARRIVI

arrivati 2h15' 2h30' 2h45' 3h00' 3h15' 3h30' 4h00' 4h30' 5h00'
2007 1393 0,36 0,72 1,51 4,52 12,63 27,21 58,51 82,67 94,54
2006 1020 0,39 1,27 2,25 5,29 11,86 24,61 56,96 80,20 92,35
2005 1696 0,35 1,17 2,77 9,13 18,75 36,08 70,80 88,50 95,90
2004 1291 0,54 1,16 3,48 12,00 18,66 35,70 65,91 86,75 95,50
2003 1946 0,20 0,97 3,08 9,71 21,06 38,59 69,16 85,86 94,86

DISTRIBUZIONE DEGLI ARRIVI

arrivati 2h15' 2h30' 2h45' 3h00' 3h15' 3h30' 4h00' 4h30' 5h00'
2007 1393 5 10 21 63 176 379 815 1153 1317
2006 1020 4 13 23 54 121 251 581 818 942
2005 1696 6 20 47 155 318 612 1202 1501 1628
2004 1291 7 15 45 118 241 461 851 1120 1234
2003 1946 4 19 60 189 410 751 1346 1671 1846

Categorie

Sigle utilizzate:

RP = record personale SAN = Soglia Anaerobica (presunta = ricavata dal RP dei 10.000 metri)

1 2h27’30” 2h36’30” 2 2h36’30” 2h47’00” 3 2h47’00” 3h00’00” 4 3h00’00” 3h12’30” 5 3h12’30” 3h30’30" 6 3h30’30” 3h44’00” 7 3h44’00” 4h08’00” 8 4h08’00” 4h32’30” 9 4h32’30” 5h11’00” 10 5h11’00” 5h35’00”
differenza rispetto al RP +2'11" +4'21" +5'56" +7'14" +9'31" +8'44" +11'02" +15'21" +12'13" +9'15"
% rendimento rispetto SAN presunta 87,8 87,1 86,6 85,2 84,8 83,7 81,9 79,9 77,8 75,6
tot.questionari analizzati 0/1 0/2 2/9 3/15 3/17 4/16 4/13 5/14 2/9 1/8

* il primo numero indica quanti, rispetto ai questionari ricevuti, si sono migliorati. Per es 4/16 indica che su 16 maratoneti che mi hanno inviato il questionario, 4 hanno migliorato il proprio primato.

Commenti:

Gli effetti negativi che un’elevata temperatura dell’aria ha sul rendimento di un podista si sono potuti verificare in occasione di questa maratona. La temperatura massima dell’aria non è stata in assoluto elevatissima perché in esta-te si arriva a correre anche con più di 30°, e se si fosse corsa questa maratona in settembre, com’è avvenuto lo scorso anno, i disagi e l’influenza negativa del caldo sarebbero stati meno elevati perché il corpo sarebbe stato già adattato e sarebbe stato più efficiente nel sistema di termoregolazione. Il tempo del vincitore è stato in pratica ana-logo a quello dello scorso anno, considerando però che il tracciato di questa 17a edizione era meno impegnativo ri-spetto al precedente perché non c’era la lunga salita di Rivoli, e quindi il risparmio di tempo che se ne doveva trarre è stato annullato dal caldo. L’aumento della temperatura è avvenuto in 3-4 giorni, un tempo insufficiente per con-sentire all’organismo di adattarsi ed essere così in grado di far fronte con buona efficienza ad un clima non favorevo-le per le prestazioni di resistenza. Temperature superiori ai 15° non sono mai favorevoli al miglior rendimento fisico, ed ogni grado di aumento rispetto a questa temperatura base determina una perdita d’efficienza che si traduce in un peggioramento cronometrico. Tale handicap è tanto maggiore quanto meno l’organismo ha avuto modo di adattarsi al clima nel quale si trova a lavorare. I negativi effetti di questa mancanza di adattamento si sono appunto manifestati al traguardo della maratona, dove ho visto arrivare gente veramente stremata per lo sforzo sostenuto, nonostante il rendimento cronometrico sia stato peggiore del potenziale dell’atleta. Ci sono stati maratoneti che hanno tagliato il traguardo con oltre 10 minuti di ri-tardo rispetto al proprio primato o al tempo previsto, ed erano veramente affaticati, ma non come può accadere do-po una normale maratona. Moltissimi non riuscivano a procedere che per qualche passo dopo l’arrivo, per distendersi poco dopo a terra ad alleviare il disagio fisico e la sofferenza. Inutile affermare che quelli che hanno migliorato il loro primato - e sono stati pochissimi - lo hanno fatto perché il loro precedente miglior tempo era considerevolmente sottostimato rispetto al loro potenziale. Inoltre, sono stati più numerosi del solito i maratoneti che non sono arrivati al traguardo perché hanno compreso che lo sforzo che avrebbero dovuto sostenere non sarebbe stato adeguato alla prestazione finale. In queste circo-stanze approvo tale decisione perché ha poco senso esporre il corpo ad uno stress così elevato, che non ripaga la fa-tica sostenuta e può condizionare il resto della stagione agonistica.

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