Analisi dei percorsi di gara

Analisi dei percorsi di gara

22/06/2007

Maratona di New York: analisi tecnica del percorso

Correre con successo alla Maratona di New York: analisi del percorso e suggerimenti per interpretarlo al meglio

Sono molti i podisti che corrono la maratona di NY senza avere ambizioni cronometriche, ma sono anche tanti quelli che, invece, vogliono cogliere l’occasione della partecipazione a questa corsa con l’obiettivo di migliorare il proprio primato. Il percorso della maratona di NY non è però tra i più facili perché, in seguito ai ponti che si trovano lungo il percorso e alle salite della 1st Avenue e del Central Park, il dislivello verticale da superare ammonta a 253 metri, ed il tempo che si perde durante la corsa in salita purtroppo non si recupera nella successiva discesa. Quindi, alla luce di questa situazione, chi corre la maratona di NY deve considerare di perdere all’incirca 60-90" rispetto ad un percorso piatto.

Ma correre la maratona di NY comporta anche dei vantaggi, ed il principale è quello derivante dal fatto di essere stimolati a rendere di più grazie all’incitamento del pubblico e all’atmosfera che si vive in città.

Per quanto riguarda il percorso, sostanzialmente si può dividere in due parti: la prima dalla partenza all’inizio del Queensborough Bridge (il ponte che collega il quartiere del Queen a Manhattan), e la seconda che inizia proprio dai piedi della salita del ponte fino all’arrivo.

La prima parte è sicuramente la più scorrevole perché, ad eccezione della salita del Ponte di Verrazzano, non presenta altri punti impegnativi.Nella seconda parte invece si devono superare dapprima la salita del Queensborough Bridge, quindi i saliscendi della 1st Avenue ed infine le temibili salite del Central Park.

LA PARTENZA E IL PONTE DI VERRAZZANO: da 0 al 3°km

La partenza è in pratica in salita, e si deve percorrere circa 1 miglio (1609 metri) per arrivare alla sommità del ponte di Verrazzano; bisogna quindi considerare di perdere circa 15" nel primo chilometro che però vengono praticamente recuperati nella discesa che conduce all’inizio del quartiere di Brooklyn. Probabilmente nei primi 3km si rischia di perdere ancora più tempo se si parte intrappolati tra i tantissimi partecipanti. Se ti trovi in questa situazione non devi preoccuparti oltre modo e neppure devi pensare di dover recuperare sin dai primi chilometri questo tempo perso.. Sicuramente nella discesa del ponte di Verrazzano puoi già riguadagnare qualche secondo, ma non devi forzare eccessivamente il ritmo per evitare di bruciare troppe energie, che saranno certamente preziose nei chilometri finali. Ti suggerisco invece di distribuire lo sforzo per riportarti in tabella verso il 15°km, quando lungo le strade di Brooklyn sentirai l’incitamento del pubblico. Tuttavia non superare di più di 2-3" al km il ritmo che avevi programmato.

ATTRAVERSO BROOKLYN E IL QUEEN: dal 3° al 24°km

Alla maratona di NY non trovi molta pianura, ma è questa la parte più scorrevole di tutto il tracciato, anche se ti ritroverai ad affrontare qualche salitella, ma non più lunga di 200 metri. In questo lungo tratto di corsa caratterizzato da lunghi tratti in falsopiano, dovresti essere in grado di rispettare i tempi di passaggio che avevi programmato. A metà gara (presso il Pulanski Bridge, lungo poco più di 50 metri e che ti suggerisco di passare correndo sulla sinistra dove non c’è la grata di ferro), di solito si può fare già una proiezione del tempo finale. Ma alla maratona di NY però non è sufficiente raddoppiare il tempo di passaggio alla mezza maratona perché (ad esclusione di 2-3 top runners), ho notato che nella seconda parte di corsa tutti i maratoneti impiegano alcune decine di secondi in più rispetto al passaggio a metà corsa. Quindi, se per esempio si vuol finire la maratona in 3h30’, è necessario transitare a metà corsa in 1h42’30"-1h43’30"; comunque non più forte.

DAL QUEENSBOROUGH AL CENTRAL PARK: dal 24° al 38°km

Questo è il tratto (di 6-7 km) più duro di tutta la maratona. Manhattan è una parola indiana che significa "isola delle colline", ed è proprio a partire dalla First Avenue che si prende atto della conformazione di quest’isola. La salita del ponte del Queensborough è lunga circa 800 metri e si alza di 42 metri sul livello del fiume. In questo punto si attraversa l’East River e spesso c’è un discreto vento che spira in diagonale rispetto al senso di corsa, e ciò influisce sia sul rendimento fisico (soprattutto in un momento in cui si cominciano ad accusare i primi segni di stanchezza muscolare), sia sul morale (le sensazioni della fatica sono maggiori).

La salita del ponte va quindi affrontata con calma, ed altrettanto si deve nel tratto in discesa, al termine della quale si trova la maggior concentrazione di spettatori e l’incitamento è così forte e caloroso da far salire alle stelle l’adrenalina in corpo. Inizia quindi la 1st Avenue, un lungo rettilineo di 5km caratterizzato (per 3km) da un continuo saliscendi, seppur non molto impegnativo ma in ogni modo affaticante. E’ da questo momento (30-32km) che le gambe dei podisti accusano i primi evidenti segni di fatica ed è anche facile andare in crisi mentalmente perché la strada sembra non finire mai. Se invece lo sforzo e le energie sono stati ben distribuiti, da questo punto in avanti comincia la "raccolta dei cadaveri": con ciò intendo dire che è facile superare, con sforzo irrisorio, decine e decine di podisti in crisi per aver osato troppo nella prima parte. Superare gli avversari fa sentire le "ali ai piedi" ed è facile che, presi da questa euforia, si tenga un ritmo di corsa piuttosto sostenuto e con uno sforzo fisico (e soprattutto mentale) ridotto. Quando si è impegnati a superare i maratoneti in crisi, la propria attenzione è spostata su aspetti esterni al proprio corpo, e questo è utile perché contribuisce a non pensare alla propria stanchezza e al mal di gambe. Al termine della 1st Avenue si attraversano il quartiere del Bronx e delle strade di Haarlem dove il percorso è praticamente piatto per 4-5km. Da Haarlem si prosegue verso il centro di Manhattan per raggiungere il Central Park: anche questa parte di percorso di circa 3 km non presenta particolari difficoltà.

IL CENTRAL PARK: dal 38° al 42,195km

Il Central Park è collocato nella parte centrale di Manhattan. Si entra dalla 5th Avenue, all'altezza della 90th Street. Nel percorso precedente, quello in vigore fino al 2000, si entrava al Central Park all'altezza della 103th street con la più ripida salita del tracciato, lunga 250 metri. Per fortuna nel nuovo percorso la salita è stata tolta, e ora si entra in un tratto di pianura lungo 500 metri che costeggia il Reservoir, dopodiché si risale ancora per 120 metri (dietro al Metropolitan Museum). Quindi, per 250 metri si scende (Cat Hill), anche con forte pendenza, giusto per prendere fiato prima di fare una leggera salita di 200 metri circa che porta al 40°km. Poco più avanti si scende per 400 metri circa, e si esce dal Central Park all’altezza dell’Hotel Plaza. Al traguardo manca ora meno di un miglio, ma si devono percorrere ben 800 metri in leggero falsopiano prima di girare a destra e rientrare nel Central Park. Da qui mancano 500 metri, di cui gli ultimi 100 in leggera salita, ma sono quelli dov’è posto l’arrivo. Il solo leggere queste righe contribuisce a far venire già mal di gambe, ma il peggio si vive in corsa, soprattutto per quelli che arrivano al Central Park già molto stanchi. Questo tratto finale della maratona è un punto cruciale per quanto riguarda il rendimento. Difficilmente si riesce a mantenere un’andatura regolare e costante, e quindi ti suggerisco di approfittare delle discese per rilassarti fisicamente (sciogliere le braccia lungo il corpo) e mentalmente prima di affrontare la successiva salita. Questo è l’unico modo per far fronte al maggior dispendio energetico causato dalle numerose salite, e che è certamente aggravato dal fatto che nel finale di corsa, in seguito alla stanchezza generale, l’azione biomeccanica è meno efficiente e più scadente.

Non mi resta che augurarti buona corsa con la speranza che anche tu, come lo è stato per me e per tanti altri maratoneti , possa vivere una giornata di sport indimenticabile.



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