Miscellanea

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07/12/2006

Vincere nella Valle della Morte

La mia consulenza tecnica personalizzata si estende a podisti di vari livelli: molti pensano che, data la mia esperienza di top runner, le tabelle che preparo siano adatte solo a corridori di elevate prestazioni cronometriche, ma così non è. Nel gruppo di podisti che alleno ci sono, infatti, corridori dei quali non posso riportare il primato sui 10 chilometri perché ancora non arrivano a completare la distanza. Ho poi un consistente gruppo di corridori che s’impegnano a migliorare i propri primati, ed il conseguimento del loro obiettivo è per me fonte di grande soddisfazione. Non è ovviamente la vittoria in assoluto il traguardo più importante che pongo ai miei allievi, ma la ricerca del superamento dei propri limiti. E’ con particolare soddisfazione che registro nella scheda tecnica dell’atleta il miglioramento del suo primato.

Recentemente ho avuto modo di vivere, come allenatore, una particolare gratificazione: un mio allievo ha vinto una maratona, una maratona diversa da tante altre, quella della Death Valley (California). Certo, il tempo conseguito non è di livello internazionale: anche se Luigi Marano ha tagliato il traguardo a Furnace Creek in poco più di 2h51’, la prestazione conseguita è di buon livello personale perché Luigi ha un primato di 2h49’34”. Ma l’aspetto che rende il risultato di Luigi più significativo riguarda la preparazione sostenuta: per cinque mesi (da luglio a novembre) Luigi, che è capitano dei Carabinieri, ha soggiornato e corso in Iraq, tra Nasiriyah e Bassora. E’ quindi facile immaginare quali siano state le difficoltà a sostenere una preparazione specifica adeguata, tanto che inizialmente temevo che non sarebbe stato in grado di portarla a termine. Invece, settimana dopo settimana, nonostante la temperatura arrivasse a sfiorare anche i 60° (!) Luigi ha portato avanti il piano di allenamento in maniera esemplare. La sua determinazione mi ha meravigliato: di volta in volta mi chiedeva di aumentare il carico di allenamento, e posso garantire che quando programmavo sedute lunghe 40 chilometri avevo un certo timore, la paura che il carico fosse eccessivo. Ed invece la condizione di forma è cresciuta progressivamente fino ad un livello tale da consentirgli di migliorare nettamente il suo primato. La notizia della vittoria di Luigi mi è arrivata poco prima di mezzogiorno di domenica 4 dicembre. In quel momento stavo commentando in diretta televisiva le fasi finali della maratona di Milano e per un attimo ho pensato che quella corsa nella Valle della Morte era per me più importante rispetto a quanto avveniva davanti ai miei occhi. Complimenti, Luigi!

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