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La newsletter della settimana

10/11/2025

Anno 22 - Numero 582
Interval training aerobico

Sono curioso di sapere chi di voi fa questo tipo di seduta; datemi dei feedback nei commenti sotto la newsletter.

Per quanto riguarda il primo stage del 2026, quello dal 28/29 gennaio al 1 febbraio a Peschiera del Garda, rispondo a chi mi chiede se il programma è fisso: no, non lo è. Siccome è impostato sull'esecuzione di 3 tipi di test (Conconi adattato, lattato su prove incrementali, lattato su ritmo uniforme) e ogni partecipante può svolgerlo dal primo all'ultimo giorno oppure solo in parte, cercherò di venire incontro un po' a tutti adattandolo.
Le iscrizioni sono aperte, e le chiuderò al raggiungimento del numero ottimale di partecipanti. Se sei incerto se partecipare o meno, chiedi le informazioni a Ilaria ed eventualmente chiedi di opzionarti il posto.

Per quanto riguarda i viaggi per gare all'estero:

Preiscrizioni aperte per Maratona di Berlino 2026.
Mezze maratone 2026: aperte le prenotazioni di New York, Praga e Berlino.
Maratone 2026: aperte le prenotazioni per Parigi, Vienna e Praga.

Buona lettura

Orlando

P.S.: Se non vuoi più ricevere mie comunicazioni, clicca sui link di disiscrizione alla fine della mail. Se clicchi per errore, fallo presente con una mail indirizzata a pizzolato@orlandopizzolato.com

Interval training aerobico

Quando si parla di ripetute, si pensa spesso a sedute estenuanti, caratterizzate da elevato disagio fisico e mentale. In realtà, esistono allenamenti intervallati — categoria nella quale rientrano le ripetute — che non devono necessariamente generare tali disagi.
È il caso dell’interval training aerobico, in cui lo sforzo non deve essere tale da produrre elevate concentrazioni di acido lattico. In questo tipo di stimolo, è il recupero a “comandare”, e di conseguenza la frazione veloce non deve essere eccessivamente intensa.
Nel progettare una seduta di questo tipo, è fondamentale definire l’intensità di corsa, che dovrebbe essere appena superiore alla propria soglia anaerobica. A questa velocità, infatti, inizia l’accumulo di acido lattico, e l’obiettivo dell’interval training aerobico è proprio quello di allenare l’organismo a smaltire rapidamente il lattato prodotto.
È quindi essenziale che la velocità della frazione veloce non attivi in modo significativo il meccanismo anaerobico, per evitare alte concentrazioni di lattato e permettere un efficace smaltimento durante la fase di recupero. Non è realistico pensare di eliminare tutto il lattato in poche decine di secondi, ma più si stimola questo processo in allenamento, più il corpo diventa efficiente nel recupero.
Facciamo un esempio pratico: un podista con una velocità di soglia anaerobica di 15 km/h, corrispondente a un ritmo di 4’00”/km, dovrebbe correre la frazione veloce a circa 3’50”/km, mentre la frazione di recupero dovrebbe essere eseguita a 5’00”–5’10”/km (ossia 1’00”–1’10” più lentamente del ritmo della soglia). In pratica, si alternano tratti di 300 metri in 1’08” a tratti di 200 metri in 1’00”–1’03”.
L’abilità del corridore sta nel non forzare la frazione veloce, evitando in questo modo alte concentrazioni di acido lattico e permettendo di smaltirne una buona parte durante il recupero.
L'obiettivo delle sedute di interval training aerobico non è il miglioramento della velocità di corsa, né la tolleranza lattacida, bensì la capacità di smaltire rapidamente il lattato, processo fisiologico che avviene per effetto del cosiddetto "shuttle del lattato".
Questo processo di produzione, accumulo e smaltimento può verificarsi frequentemente in gara: quando si parte troppo forte nei primi minuti, quando si affrontano salite in corsa, o quando si eseguono i cambi di ritmo imposti da altri podisti.
Se questi aspetti sono legati alla capacità prestazionale in gara, l'effetto più importante dell'interval training aerobico è il miglioramento della resistenza specifica. Si tratta quindi di uno stimolo che rientra nel cosiddetto “periodo di costruzione aerobica”.
La corretta impostazione tecnica potrebbe essere la seguente:
1) iniziare con una decina di prove (10×300 m) e aumentare ogni settimana di 2–3 ripetizioni
2) Mantenere tassativamente il recupero percorrendo la distanza (inizialmente 300 m) a un’andatura più lenta di 1’/km rispetto al ritmo della soglia
3) Accorciare la distanza della fase di recupero
4) Allungare la distanza della prova di 100 m, mantenendo fissa quella del recupero
5) Accelerare gradualmente l’andatura della frazione di recupero, percorrendola qualche secondo più velocemente rispetto alle prime sedute

Nei punti sopra indicati non ho fatto riferimento all’aumento della velocità nella frazione veloce, che è certamente possibile, ma va gestito con attenzione per evitare un significativo coinvolgimento del meccanismo anaerobico. Una scelta che sconsiglio, poiché rischia di alterare il senso tecnico e fisiologico dello stimolo.
Diventa invece interessante, nel tempo, osservare la riduzione del tempo totale di percorrenza della seduta. Di norma, il ritmo medio finale risulta leggermente superiore all’andatura della corsa media, e la “velocizzazione” è dovuta più al miglioramento del tempo impiegato nella fase di recupero che non all’abbassamento dei tempi della frazione veloce.

orlando

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ATTENZIONE:
I commenti sono molto graditi, ma ti prego di non usare questo spazio per fare domande "a tappeto", e soprattutto personali. Non è un servizio di consulenza ed è veramente difficile per Orlando fare fronte alle numerose richieste che arrivano dalle pagine del sito, dalla bacheca, dal blog, da Facebook, Twitter, telefono, email...



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Commenti

Interval training aerobico

In passato ho fatto (e penso di rifarlo) fino a 10/12 sedute di fartlek - 2' a 10-15" al di sotto del mio ritmo gara e 1'30" di recupero, alle prime sedute, al ritmo di 1' più lento della fase veloce, fio ad arrivare a 45-50" più lento. Ho trovato un gran beneficio da questo allenamento, ripetuto una volta a settimana

Aeropasquale08/11/2025 15:16:42

I.T.aerobico

Ciao Orlando, colgo l'occasione di questa tua newsletter per ringraziarti (anche se in notevole ritardo),di quando pubblicati un articolo su Training news (settembre 2005 "allenamenti tirati";), dove affrontati in linea generali lo stesso argomento con l'aggiunta di prove ripetute a ritmo gara sia prima che dopo l'IT per non eccedere nella velocità durante lo svolgimento dello stesso. Ebbene, da allora inserisco regolarmente questi lavori nei miei mesocicli trovandoli molto stimolanti e vantaggiosi in termini di performance, disciplinandomi nella gestione delle competizioni, abbituandomi a partire calmo e risparmiare "benzina"!

Vincenzo08/11/2025 17:55:36

I.T. Aerobico risposta

Grazie davvero per il tuo messaggio, mi fa molto piacere leggere questo tuo riscontro! È bello sapere che quell’articolo del 2005 ti sia rimasto come riferimento e che tu abbia saputo integrarlo con continuità nei tuoi mesocicli. L’idea di inserire prove ripetute a ritmo gara attorno all’IT, proprio per evitare eccessi di velocità, è una strategia che funziona bene nel tempo e che, come racconti, ti ha aiutato a disciplinarti nella gestione delle competizioni.

Il fatto che tu abbia trovato questi lavori stimolanti e vantaggiosi in termini di performance, imparando a partire con calma e a risparmiare “benzina”, è la conferma di quanto la costanza e la capacità di adattare i principi tecnici alla propria esperienza facciano la differenza.

orlando10/11/2025 10:03:46

velocità del recupero

questo articolo secondo me è molto interessante per gli atleti amatori: trovo che questo allenamento sia molto utile per tutti quegli atleti che preparano gare di 10 km e mezza maratona (gare che si svolgono a velocità appena sopra o appena sotto la soglia anaerobica), io inserisco anche nella preparazione della mezza una seduta di intervalli da 400 m 5 secondi più veloci della velocità di gara (che quindi per molti atleti sarà una velocità molto vicina a quella della soglia) alternati a 400 m più lenti di circa 35-40" rispetto al ritmo mezza, riuscire a recuperare a questo ritmo vuol dire avere ottime capacità di smaltimento del lattato. trovo inoltre che per un atleta particolarmente evoluto spesso sia un errore accellerare la velocità delle ripetute e rallentare quella dei recuperi, mentre potrebbe essere interessante velocizzare via via i recuperi man mano che si migliora, in generale questo vale per molti mezzofondisti amatori, che sono sempre più presi dalla smania della velocità e finiscono per correre ripetute a velocità insensate (del tutto scorrelate sia dal ritmo gara sia dalle loro caratteristiche fisiologiche) finendo poi per recuperare sempre a velocità lentissime, mentre trovo che il recupero (quando non viene fatto da fermo) dovrebbe essere fatto almeno al ritmo del fondo lento, in quanto se è vero che il recupero serve ad allenare lo smaltimento del lattato, è sicuramente facile farlo a ritmo di souplesse, ma per allenarsi bisogna cercare di farlo a ritmi più elevati (almeno del fondo lento)

Davide D10/11/2025 10:37:57


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