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23/04/2012

Il racconto di Maria Paola - Al 15° km

RUNNERS&WRITERS
Anno 1 - numero 12
Lunedì 23 aprile 2012

Al 15° km

Correvo, ero al secondo giro, tra la fontanella e la Bussola, ansimavo come una vecchia locomotiva del far west e sul cronometro al polso controllavo il mio tempo, ancora troppo lento per la prossima maratona. Dovevo dare un’accelerata, spezzare il fiato. E’ domenica. Alcuni corrono, sempre gli stessi, li vedo tutti i giorni, son quelli che amo di più, tenaci compagni sconosciuti di una passione condivisa. Altri passeggiano col cane, sembrano pigri, infagottati nelle loro giacche a vento, o è il cane che porta loro a passeggio, così hanno una scusa per uscire. Ci sono coppiette, per lo più attempate, camminano indolenti, approfittando, come lucertole in primavera, di un raggio di sole per fare due passi o magari due conti in famiglia. E’ bello: c’è un’umanità varia. Dai ciclisti è meglio guardarsi, soprattutto se in gruppo e organizzati in società sportive; ti sfrecciano davanti senza suonare il campanello come se quella pista fosse di loro esclusiva pertinenza. O ti aggirano da dietro sfiorandoti e provocando uno spostamento d’aria che ti scuote e ti riporta alla realtà quando sei sovrappensiero.
Uno, d’un tratto, dalla direzione opposta, mi guarda, rallenta. Mi saluta
“Ciao” dice.
Cerco negli anfratti nascosti della mia memoria un segno “E questo, chi è?” mi domando. Provo, con il photoshop cerebrale velocissimo, a immaginarlo più giovane, meno stempiato, non ancora incanutito. Niente. Non mi ricorda nessuno. Non l’ho mai visto, non lo conosco. E intanto rallento e mi fermo. Lui mi sorride.
“Ti vedo sempre correre” mi dice. Abbozzo un sorriso di cortesia. Poi mi dà la mano e si presenta.
E’ un abbordaggio, uno spudorato tentativo di adescamento.
“Alla mia età?!…Ancora?” penso sorpresa. “ Caspita, su sette miliardi di uomini che popolano il pianeta, eccone uno che si interessa a me. Gulp!”
Ha una bella presenza, un nome normale, una professione rassicurante, anzi, dice di essere un poliziotto in pensione, dopo venticinque anni di attività. E già questo, coi tempi che corrono, me lo fa sembrare meno rassicurante.
Poi mi guarda in faccia e mi dice “Tu fai l’insegnante”. Non era una domanda, era piuttosto un’asserzione.
“Oddio!” penso ma non so quale espressione debba esser trapelata dal mio viso, già tirato dopo una corsa di più di un’ora.
Quindi aggiunge “Si,..dagli occhi”
“Dagli occhi?” penso “ma perché, come sono gli occhi dell’insegnante, la domenica mattina? Spenti? Accesi? Indulgenti? Saettanti? Materni?”.
In tuta sportiva sarei potuta essere un’infermiera, un giudice del lavoro, una dipendente delle poste, una co.co.co. di un call center. No, questo è improbabile, troppo anziana.
Non potevo semplicemente sembrare una che corre? E’ chiaro, l’abito non fa il monaco. Mi hanno tradito gli occhi, o forse, più verosimilmente, gli occhiali. Anche in un giorno di vacanza, in un momento di beato relax, sotto mentite spoglie, ho il mestiere impresso sul viso. Che roba! Sono sconcertata. Questo sconosciuto che voleva sorprendermi con la sua preveggenza, mi ha fatto perdere due minuti della mia corsa. In poco tempo, infatti, mi dice dove abita, perché è lì, quando ci va, dove ha casa, che la vuole vendere, che non se ne fa nulla. E penso che quella casa, in una così bella località marina, sia un’invenzione.
“O forse cerca un’acquirente? …chissà” - dico tra me e me. Do segni di impazienza e allora mi lancia l’esca, per la prossima volta.
“Se per Natale sei qui.. ci possiamo prendere un caffè…”
“ Ma certo” rispondo e, con una stretta di mano, lo liquido rapidamente.
Riprendo a correre ma ho perso la concentrazione e mi torna in mente una storiella vera e recente, raccontatami da un amico. Un tizio contatta una donna su facebook, si scrivono, chattano, finchè un giorno lui la invita a pranzo sulla spiaggia, con panino e mortadella; quindi, felici di questo primo incontro, si salutano. Ma quando la signora torna a casa, scopre di essere stata alleggerita del suo portafoglio. Lui non si è più visto e neanche il denaro di lei.

Corro sempre a tasche vuote. Mi sento fortunata: nella mia giornata, niente mortadella.

Maria Paola Fanni ha fatto studi classici, è laureata in filosofia e quando ha iniziato a lavorare ha cominciato a correre correre correre dietro la quotidianità implacabile di pendolare, di donna, di mamma, etc..etc...
Ama, fin dalla giovane età, la scrittura ma soprattutto la lettura perchè meno faticosa e più consona alla sua pigrizia quasi felina. Attualmente è à la recherche du temps perdu (mi perdoni Proust) nel tentativo di affrontare, in un'unica esistenza, la difficoltà di un foglio bianco e di una pista di cui non vedi il traguardo.


Profilo su Facebook: Cervello Pensante



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Commenti

DESIDERI

BELLO !!!!!
SONO CONTENTA CHE SIA SUCCESSO A TE !
IO DA QUANDO HO INIZIATO A CORRERE HO SEMPRE LA SPERANZA DI INCONTRARE QUALCUNO CHE MI "PARLI " .....FACENDOMI RALLENTARE .....
ORA SO CHE POTREBBE SUCCEDERE ANCHE A ME E ...COSI' CONTINUERO' AD USCIRE A CORRERE...SEMPRE SENZA UN CENTESIMO E CON LA SPERANZA DI FARE FORSE NUOVE AMICIZIE !!!!
CIAO E BUONA CORSA !!!!!

Public04/05/2012 22:02:24


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