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18/10/2013

Il racconto di Fausto - Pavia: 21097 metri fuori dalla zona di comfort

RUNNERS&WRITERS
Anno 2 - numero 85
Venerdì 18 ottobre 2013

Pavia: 21097 metri fuori dalla zona di comfort

Le letture degli ultimi mesi di psicologia, spicciola e applicabile, mi hanno portato a fissare un obiettivo diverso dal solito, quello non dichiarato della mezza maratona di Pavia: uscire dalla mia zona di comfort! “La zona di comfort, nella psicologia comportamentale, è una condizione mentale di sicurezza dove tutto è rassicurante, noto; dove ti muovi a tuo agio, senza grandi sorprese”.
Colline, salite, discese a rotta collo il terreno in cui riesco a esprimere il meglio in gara e 10-12 km la mia distanza ideale. Porsi la meta di correre per 21 km in pianura, ma soprattutto pensare di correre per tre mesi, il tempo della preparazione, sul piatto di Giardinetto-San Michele-Quargnento, il percorso usato da Valeria Straneo per i suoi lunghi, il vero salto nel buio. Perché allora uscire dalla zona di comfort? Per mettersi alla prova, per spostare quella benedetta asticella un po’ in su, per essere più forte di testa, anzi più “EfficaceMente” (il sito da cui ricevo delle interessanti mail motivazionali).
Tre mesi intensi, solo due allenamenti non portati a termine e tante corse che mi hanno lasciato un dolce retrogusto di fatica e soddisfazione che rimarranno ben impressi. L’obiettivo dichiarato è correre sotto l’oraeventiminuti. La scelta della mezza di Pavia è stata casuale, cercavo una gara, sulla distanza, due settimane prima del trail di 20 km sul Monte Sant’Antonio di Macomer e senza tante curiosità l’ho scelta. I successivi commenti di chi l’ha corsa però non mi lasciavano scampo. Percorso sì di pianura ma ricco di insidie, quelle che non permettono di fare il tempo. Così se vorrò raggiungere il traguardo cronometrico dovrò sicuramente correre oltre a quanto prefissato.
Il 6 ottobre finalmente arriva, sento il timore reverenziale per la distanza, ma sono convinto di poter gestire la gara al meglio e testa e gambe sembrano rispondere bene. I primi km fanno subito capire il “carattere” della città! Ciottolato, Tavelloni, ponti sul Ticino, suggestivo il doppio passaggio sul Ponte Coperto, piccoli strappi in città e i lungo fiume non propriamente piani. Alterno qualche compagno di corsa, quello con cui condivido più strada è Marco di Casorate, dal 6°/7° fino al 14° ci alterniamo e chiacchieriamo, sintomo che stiamo bene entrambi, il ritmo è 3’46” di media, ma sto bene e dal 15° decido di aumentare, cambiar passo per raggiungere il gruppo davanti a me che acciuffo abbastanza agevolmente. I medi, ma soprattutto i progressivi corsi in questi mesi danno i loro frutti penso, ma non c’è tempo per pensare, i km scorrono velocemente, 18-19, ormai è fatta, aumento ancora nel centro del paese, 20-21, allungo finale incrociando lo sguardo rassicurante e festante di Arianna, mia moglie, appostata sulla finish line. Stop: 1:19’30” che sarà poi un bel 1:19’28”. Sono soddisfatto, il doppio traguardo è stato raggiunto; senza Norma&Paolo, la mia coppia (anche nella vita) di allenatori, non ce l’avrei fatta, senza i loro consigli, ma soprattutto senza il loro sostegno costante non avrei portato a termine la preparazione, figuriamoci presentarsi ad una mezza maratona!
Soddisfatto?! (La domanda me la propone il mio odioso e rumoroso Io). Non proprio. La gratificazione per aver raggiunto un risultato cronometrico, cioè un numero, non è quello che cerco nella corsa; la fatica, la poesia, la catarsi, la metafora della vita, di una gara collinare di 10-12 km aggredendo le salite e bevendosi le discese come “Il Giro del Morto” di Valmilana di Alessandria, la Bestieta di Camagna o la corsa di Ozieri in Sardegna non hanno paragone, una questione di approccio, di sensazione, di emozioni.
Allora posiziono la barra verso Macomer, verso il mio Monte, verso gli Amici dell’Isola, verso le Emozioni che cerco!
Ad Maiora dalla Munfrà Valley!!

altri racconti di Fausto Deandrea:
Il racconto di Fausto - In memoria di Luca, in memoria di 16

Fausto Deandrea

Classe ’76, podista-blogger della Munfrà Valley (le colline del Monferrato alessandrino). Lo scrivere, la corsa le mie passioni il cui fuoco rinvigorisco ad ogni battito sulla tastiera e ad ogni corsa in collina di quelle che mi fanno sentire libero, Libero di Essere!

Questo il blog: http://deandreafausto.blogspot.it/ Da esso è tratto il post che state leggendo.



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