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07/10/2015

Il racconto di Massimo - Firenze Marathon 2014

RUNNERS&WRITERS
Anno 4 - numero 130
Mercoledì 7 ottobre 2015

Firenze Marathon 2014

In effetti si leggono più cose per preparare la corsa, che righe scritte dopo la gara. Un fine settimana da urli, nella fantastica cornice rinascimentale fiorentina, una festa di sport e di passione che ha fatto anche, poveraccio, un morto, un operaio toscano di 38 anni che correva da poco più di un anno già velocissimo...
La partenza alle 9,15, con il Maffo ci infiliamo nelle penultima griglia, perché il vicepresidente di Speziamarathon, il buon Giggi, si era dimenticato di indicare il tempo in fase di iscrizione. Un mito: la sera prima a cena dopo i pici alla senese ho diviso con lui una pizza salame e feta greca, ideale per bere tutta la notte. Al mattino sveglia alle 6,30, colazione made in Pizzolato, the nero, cinque fette biscottate e marmellata, ma ho ancora fame e mi faccio anche una brioche al miele. E, sulla strada, un caffé con fruttosio al bar Orlando’s friend.
Alla partenza siamo una marea, undicimila e rotti, pioviggina piano, fuori dalle gabbie tanti nordafricani a raccogliere felpe e tute gettate prima dello start, dentro le gabbie pochi nordafricani nelle prime file a contendersi la vittoria: sono loro i primi e gli ultimi in questo momento. Manca poco alla partenza, l'emozione fa novanta ma dalla gabbia non si esce.
Oggi ho due avversari: me stesso con pb 3'42" di due anni fa a Pisa, ma vorrei provare a scendere sotto i 3'30" e Fabrizio Barbieri, classe di ferro '57, reduce da Venezia con 3'29. Sfilano i Top, antilopi e gazzelle reincarnate in esseri umani, marziani. Saluta il sindaco, manca Renzi fuori forma, grazie a tutti i duemila volontari, lo speaker dà lo start, partiamo al rallentatore per la massa di gente, davanti i pacemaker delle 4 ore con i palloncini orange rallentano per le foto, un po' di nervosismo perché non si riesce a partire, e via così per un chilometro. Il viale è largo e ha la pista ciclabile, mi ci infilo e mi sento subito meglio, prendo un trenino che va alla mia andatura e mi accodo.
Al polso sinistro ho un bracciale di plastica Asics con gli step per chiuderla in 3’30’’, fatto all'Expo dopo la firma sul murales e dedica Speziamarathon, il corpo si muove al meglio, tra pochi km farò la prima check-list, passo sotto La Fortezza da Basso, inizia il viaggio nel viaggio della bellezza.
Al 4° km mi dico che il 10% è fatto e non pensando al 90% da fare mi sento meglio. Al 9° vedo un tipo col cappello, lo conosco, non lo conosco, lo conosco è Ferrari ! Collega simpatico e toscano, se ci fossimo dati appuntamento non ci saremmo mai incontrati lì in mezzo, sperduti e polarizzati come due spermatozoi lanciati tra migliaia di altri verso un comune traguardo, pur con tempi e caratteristiche diverse ma attraverso il medesimo percorso obbligato…
Arrivamo insieme ai Boboli dietro ai palloncini azzurri delle 3'30" che vanno come missili per recuperare il gap dello sparo, e mi fermo a far pipì. Tipo cambio gomme ai box di F1: 11 secondi netti, lo skizzetto del nervo e via, si riparte. Il corpo manda segnali incoraggianti, sparito il dolorino iniziale ai talloni, fiato bene, testa sgombra, faccio tutti i Boboli a lato sullo sterrato per salvare un po’ la schiena. Comincio a bere sali e acqua ogni 5 km, oltre a prendere maltodestrine ogni 10 km come raccomandato dal mio mister Riccardo Cervi. Rientro in gruppo, chiedo se qualcuno conosce una barzelletta ma non risponde nessuno perché sono tutti stranieri, francesi spagnoli tedeschi danesi giapponesi ecc. ecc... Forse è meglio perché era quella di due orecchioni e magari non faceva ridere tutti.

Agli angoli fiorentini impazziti per la loro maratona, davvero un bell'ambiente... non come a Milano nel 2007, alla mia prima gara, risse agli incroci tra vigili e automobilisti da non credere, anche se mi dicono che ora è meglio anche lì. Continuo a tenere il ritmo, anche se i pace maker vanno a strapponi, il ritmo al mio Garmin dice 4'40 -4'50 ma non ci penso troppo e continuo a spingere. Vado più veloce che in qualsiasi allenamento fatto fino a oggi ma mi sento bene, leggero, come trasportato da un fluido invisibile fatto di migliaia di cuori, gamba, braccia, anime, cervelli (tranati come il mio, ma siamo la maggioranza!) che insieme a me stanno condividendo un'esperienza unica, incredibile, bellissima, una prova di fatica, perché la corsa è prima di tutto fatica, tenacia, spirito di sacrificio, voglia di farcela, la maratona è la summa di tutto questo, non ci sono per me altre gare che possano avvicinarsi alla distanza tra Maratona e Atene ed alla folle corsa di tre giorni e tre notti del messo che salvò la Grecia da un'invasione dalle conseguenze incalcolabili.
Corro e penso alla fortuna che ho... alla mia età ancora a saltellare come un grillo maturo, Firenze sempre più bella, usciamo dai Boboli con la musica di una delle tante band disseminate sul percorso e passiamo per la prima volta sull'Arno, al 15° km il passaggio sul ponte della Vittoria, gamba leggera tutto fila liscio, anche qui è Firenze antica ma non conosco la zona, il tifo è alle stelle, ha smesso di far due gocce e verso mare va schiarendo. Tocchiamo Porta Romana, il punto più a sud di tutto l'itinerario, e arriviamo al 19° km al cospetto di Palazzo Pitti, ora sono ancora lucidissimo per poterlo apprezzare.
Arrivo alla mezza sul Lungarno del Tempio con due minuti abbondanti di anticipo rispetto al braccialetto, inizio a sentire un po’ di fatica, un doloretto sopra il fegato mi preoccupa, forse troppe maltodestrine o troppi sali? Inizio a respirare più a fondo e il fastidio va via, non mollo i palloncini azzurri che sono ora ad un centinaio di metri davanti. Adesso arriva il difficile, lo so, lo sento, ma ricordo il lunghissimo di 36 km fatto in allenamento (molto, molto più piano ma non me lo dico) e penso di poterci arrivare bene, mi sfugge un pensiero che a quel punto mi mancheranno ancora 12 km... ma penso che ci penserò al momento, ora è inutile scervellarsi, tengo il ritmo senza forzare, torniamo sui viali, attorno al 26° km ho una botta di stanchezza, esce il sole caldo in un rettilineo per me il sole è sempre un piacere anche se ho caldo, mi affianca un uomo brizzolato come me e insieme superiamo mamma e figlia straniere, ancora supero podisti dal fisico informe visto da dietro, gambe sbilenche, o sovrappeso, anche anziani, eppure fino a quel momento - e siamo al 28° km - erano davanti e filavano ai 4,40-4,45.
Arriviamo al 30 km, stadio Franchi, al ristoro cammino tre secondi per bere meglio i sali e l'acqua, ingurgito anche del cioccolato, alzo lo sguardo e vedo i palloncini allontanarsi da me, inesorabili, ma riprendo a correre per recuperare. Fino a quel momento pensavo di rimanerci incollato fino al 30°, per poi superarli in progressione, ma la realtà è un po' diversa. Intanto perché vanno sempre ai 4,40-4,50, e dopo 30 km non sono numeri a caso, e a me si è accesa la luce della riserva fisica. Ok, ok, uomo ora, direbbe Aldo Rock, comincia la tua gara. E davvero è così, arrivo alla cattedrale di Santa Maria in Fiore sulle ali dell'entusiasmo e della folla che si accalca dietro le transenne, do’ il cinque a tanti bambini entusiasti, com'è come non è sono quasi 3 ore che corro e ho ancora voglia di rispondere al pubblico, faccio il pieno di entusiasmo e doppia spugna, Guerra vai go-gò! Si torna sull' Arno e riprendo la coda dei palloncini azzurri, chiedo spiegazioni sul ritmo esagerato ma il ragazzo non ha fiato per rispondermi.
Tanti atleti camminano, qualcuno si ferma per i crampi (anche il mio compagno di squadra Fabrizio ma poi riparte), arrivo sul ponte Vecchio al 39° km, è stupendo ma son sincero non riesco ad apprezzarlo come merita, lì è un ponte che ti spacca a 3 km dal traguardo, c'è ancora un ristoro al 40° bevo i sali e mi butto a tutta per l'ultimo tratto, due chilometri circa duri, durissimi perché al cartello dei 40 il mio cervello è già arrivato, invece una piccolina vicino a me che sbuffa mi ricorda che bisogna ancora sudarsela.
Ultimo km, passo davanti al lenzuolo bianco del morto ma non so ancora cosa sia successo, si torna sul lungarno per l'ultimo strappo, non arriva mai però, a sinistra tanti atleti già sotto la carta termica mi dicono che manca poco, porco cane un altro lenzuolo bianco, ma c’è l’ambulanza forse è solo uno che si è sentito male all’arrivo… ancora 100 metri, la curva a destra e si entra in piazza Santa Croce, c’è un arco bianco ma non è la fine, ce ne sono altri due e una curva a sinistra, ecco uomo ci sei quasi, le tue gambe stanno spingendo superi anche 3-4- stremati, sei un po’ fuori di testa ma arrivi!!!!!!
Leggi anche il display, 3 ore 31 minuti e 20 secondi… fanculo il Garmin fa 3h28'36’’, il Real Time 3h28'57’’ vabbuo’ vanno tolti i minuti dallo sparo alla linea, machissenefrega mi danno la medaglia, eccola ce l’ho qui con me anche il giorno dopo, sono un finisher e questo è quello che conta, barcollo in avanti e piango, intorno a me tanti atleti sfiniti, io non mi siedo neppure, mi fascio con la carta argentata tipo Mata Hari e ingurgito mezzo litro d’acqua, un Enervit e un cestino di arance e di mozziconi di banane. Sono arrivato e sono vivo e sono felice, mentre mi commuovo penso alla bellezza e alla fortuna di poter essere lì, proprio lì in quel preciso momento, grazie ai mesi di lavoro fatti nei ritagli di tempo, dormendo poco per il treno, solo per passione. Ripagata, perché ho vinto la mia sfida, nessun soldo (come al solito), ma tanta ,tanta, tanta autostima: ce l’ho fatta e a 50 anni suonati ho fatto meglio che mai!!! E con me i miei compagni di viaggio: Maffo, Giggi e Fabrizio, quattro fanti al bar.

Oggi è il giorno dopo, sono il fratello maggiore di Pinocchio, la gente mi guarda con pietà, pensano abbia avuto un infortunio grave, ma se qualcuno esagera tiro fuori la medaglia e gliela dò sulla testa….parola di Fante!!!!

Massimo Guerra

Dipendente pubblico e giornalista pubblicista (collaboro con Il Secolo XIX, Gazzettadellaspezia.it, in passato con La Nazione, Repubblica, BJLiguria, Cittadellaspezia), ho (quasi) 52 anni, moglie (quasi) 51 sportiva agonistica pattinaggio a rotelle fino a 18 anni (da allora non ne vuol sentir parlare), figlia 18 anni solo palestra. Io correvo da ragazzo nei Bersaglieri durante il servizio militare (leva obbligatoria: correva l'anno 1983) poi ho praticato un po' tutti gli sport, specie il calcio malgrado i pessimi risultati, ma anche sci alpino, boxe (come sacco da botte niente male), tennis (molto scarso). Dall'età di 40 anni ho ripreso a correre con una certa continuità, preferibilmente in compagnia, ho fatto poche maratone (Milano, Pisa, Firenze ispirandomi ai consigli di OP), parecchie mezze (Livorno, Pisa, Genova, Parma, Ferrara, Viareggio, Tre Pontili), l'ultima domenica scorsa a Sestri Levante, prima volta sul podio 2' di categoria con 1h31' e spiccioli, tante 10 km, 12 km, tante non competitive la domenica mattina o competitive del Corrilunigiana. Il 2014 anno d'oro: pb sui 10 km, mezza e maratona.
Quest'anno ho tirato un po' i remi in barca, prima gara si Sestri molto bene, vorrei provare ora a Viareggio
Corro per passione, ho contribuito alla nascita di Speziamarathon, gruppo nato dal nulla 2 anni fa, ora conta 103 iscritti.
Vi saluto e vi ringrazio per l'attenzione.
M.G.
nella foto sono quello a destra con la maglia blu (il più bello ;)



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