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24/05/2012

Il racconto di Antonio - Sesto (grado) e Sesto (al Reghena)

RUNNERS&WRITERS
Anno 1 - numero 19
Giovedì 24 maggio 2012

Sesto (grado) e sesto (al Reghena)

E’ notte. Sono passate le 4 da 4 minuti. Dormo della grossa, sogno e mi vedo fuori dalla mia auto che procede la corsa da sola e va a infilarsi a tutta birra, e per fortuna senza più conducente, nel granaio di un’abitazione di campagna. La proprietaria di casa si sveglia, si affaccia alla finestra, urla improperi e cerca il colpevole. Io, fermo a una rotonda a distanza di sicurezza, procedo a piedi come se la cosa non mi riguardasse. Penso a come recuperare l’auto, ai problemi che avrò coi danni, al rincaro dell’assicurazione e all’incazzatura della signora, che dal piglio mi pare una discendente di Tyson.
Ed è proprio in quel momento che… trema l’armadio, tremano i vetri delle finestre e due dita mi si conficcano nella schiena. «Il terremoto!». Mia moglie è sicura e, per una volta, elettrica e molto presente al risveglio, lei che solitamente è un diesel quando suona la sveglia. La scossa prosegue, a lungo. Mi alzo, ci alziamo. Non troppo lucidi, impauriti, decidiamo di scendere in strada. Giubbotto, portafogli, telefonino, chiavi di casa. Giù, luci che si accendono dai palazzi vicini. Chiacchiericcio sommesso. La linea non si prende, sembra non esserci campo. Poi sì, prime notizie dai social network e dai siti: forte, epicentro nel Modenese. Passa qualche minuto, provo a vedere la situazione qui in provincia coi vigili del fuoco: sei minuti e 20 di attesa per operatore occupato con altri utenti. Rinuncio e decido con mia moglie di risalire le scale.
Ore 7.15, suona la sveglia. Mi ridesto, stavolta in modo meno concitato. C’è la marcia non competiviva di Sesto al Reghena… Già, la corsa. Oggi, dopo Brindisi, dopo la ragazza morta, dopo il terremoto di stanotte. Accendo la tv e la prima immagine diffusa dal tg di Sky è un’auto sotto le macerie. Sembra la mia in quel granaio, proprio come l’avevo sognata… Ci sarà un senso? E poi ci sarà un senso a correre stamattina, a Sesto (al Reghena), dopo quel drammatico sisma di sesto (grado)? Mia moglie, intanto, dorme. E’ stanchissima, ieri sera, guarda un po’ il destino, è arrivata sesta, in una gara a Udine. Io “in marina”, lavoravo. Ma stamattina avrei dovuto correre a Sesto. Già, avrei dovuto. Ma ora voglia zero. Che faccio? Mi viene in mente un proverbio orientale: «Quando l’uomo progetta, Dio sorride». E scorrono i servizi in tv su chi era uscito a lavorare, col buio, al chiuso di un capannone. Per sopravvivere, per tirare avanti con una famiglia, per guadagagnarsi il premio, alla fine del turno di notte, del sorriso dei figli. Ed è stato sorpreso e carpito dal sisma all’improvviso, senza un perchè, lontano dalle persone più care. Altro che correre, altro che Sesto.
Ma poi prevale un misto di reazione e senso del dovere… podistico. La via più facile sarebbe rinunciare, mollare tutto e tornare a dormire? Allora si va.
Ore 8.25: tutto è pronto per la partenza della marcia. Chi farà 6 chilometri, chi 13, chi 24. Domande, discorsi sul terremoto, ma anche famiglie, bambini, cani scodinzolanti al guinzaglio. E volontari, vigili, persone che hanno scelto di esserci per consentire ad altri di passare una mattina serena, star bene e tenersi in salute. Il rispetto per gli organizzatori mi fa muovere i primi passi, il resto vien da sè: 24 chilometri faticosi ma bellissimi, sull’erba appena tagliata e fra campi solcati solo da due agricoltori alla guida dei rispettivi trattori (salutati, ricambiano con un sorriso).
Poi di nuovo macchina, lavoro, notizie. Non belle. Brindisi, Ferrara, Modena. Vita vera, vita dura. Ma la corsa di oggi resta lì, nell’archivio dei ricordi, piccolo affresco tra le mura pericolanti di una domenica davvero difficile.

Racconto pubblicato sul blog "Corrici sopra" il 20 maggio 2012
http://bacci-udine.blogautore.repubblica.it/


altri racconti di Antonio Bacci:
"Lettera dai maratoneti al sindaco di New York"
"Il cielo di Lucas (e una corsa per ricordarlo)"
"Tra i maratoneti di Boston, cronache dall'inferno"

Antonio Bacci

Antonio Bacci (22 ottobre 1969), giornalista, è da sette anni a capo della redazione pordenonese del Messaggero Veneto. Podista amatore negli Azzano Runners, ha avuto la fortuna di poter correre una trentina di maratone in tutto il mondo. Felicemente sposato con Yvette, che ne minaccia il (peraltro non invidiabile) primato personale, tiene il blog "Corrici sopra" sul sito http://www.messaggeroveneto.it

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http://twitter.com/antoniobacci69



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Commenti

6° grado e 6° al Reghena

....quanti numeri 6! ora capisco perché dicono che il numero del diavolo è 666!?!
Un abbraccio
Pierstefano

Public25/05/2012 10:08:21


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