01/08/2012
Io non sono un ultra. Non sono pronta. Corro dall’altro ieri. E sono già innamorata. Cosa faccio, non posso stare lontano, voglio vederlo. Mi sono innamorata solo sentendolo descrivere, da chi l’ha conosciuto, frequentato. Voglio vederlo, lo sento nella pancia.
Sono a Firenze, sabato, prima che lui inizi. Respiro l’adrenalina degli amici, la loro paura, il loro rispetto. L’aria si scalda, sento la preoccupazione che sale come un rumore di sottofondo. Scruto la gente seduta ovunque, intenta a fare conversazioni che distraggano la mente dalle loro budella. Mancano venti minuti, ci incanaliamo in via dei Calzaiuoli, tra noi un silenzio incredibile che spacca quanto un urlo………… Partiti.
Prendo la macchina e mi avvio, penso a tutti loro, duemila anime diverse accumunate dalla follia. Cos’è l’amore se non una follia? E come se fossi con loro, con l’anima ci sono. Li aspetto sulla collina di Borgo San Lorenzo, lo sguardo scruta la vista meravigliosa di Firenze, sotto..molto sotto…e loro stanno arrivando. Salgono la collina..il primo è Giorgio Calcaterra…urlo…urlo per lui…urlo perchè devo..
E poi tutti gli altri..con tutte le espressioni del mondo..affaticati, felici, disperati, stanchi, carichi..e io urlo..chiamo..incito.. incoraggio. Coraggio. Coraggio.
Non so ancora quanto coraggio. Quanto coraggio ci vuole per essere innamorati di uno così? Comincio a capirlo al Colla, nello sguardo vacuo di alcuni, nel dolore di altri, nelle parole senza senso di altri ancora. Li guardo mentre si cambiano, concentrati nella follia. Nell’infilarsi luci, maglie, cose nella pancia, senza quasi rendersene conto. La luce si è fatta più fievole, si avvicina la notte e nell’imbrunire le anime si lanciano nella discesa.
La notte è fatta di un irreale continuo silenzio..seguo le luci che come un serpente scendono e salgono le colline.. il freddo avvolge ogni cosa, il vento prova le ultime resistenze ..non urlo…mi sembra un sacrilegio, ma quando mi sfiorano li incito piano piano..nel rispetto della loro concentrazione, delle loro ultime forze.
Lui li lascia all’arrivo, solo come un amante appassionato può fare, sfiniti, stremati, prosciugati nel profondo dell’anima, svuotati da ogni cosa, isolati in se stessi. Folli. Innamorati.
Li guardo. Assorbo. Sento. Provo. Io non sono un ultra. Ma sono innamorata, anch’io.
Il racconto di Marinella - Io non sono un ultra
RUNNERS&WRITERS
Anno 1 - numero 33
Mercoledì 01 agosto 2012
Anno 1 - numero 33
Mercoledì 01 agosto 2012
Io non sono un ultra
Io non sono un ultra. Non sono pronta, sento nello stomaco le budella che si arrotolano quando ci penso. Come quando sei innamorato, le farfalle nella pancia, la mente che se ne va quando non dovrebbe, il cuore in gola. Come quando sei ammalato, hai la febbre e ti gira la testa, ti fa male tutto. Può una corsa trasmetterti tutto questo? Si… Il Passatore si.Io non sono un ultra. Non sono pronta. Corro dall’altro ieri. E sono già innamorata. Cosa faccio, non posso stare lontano, voglio vederlo. Mi sono innamorata solo sentendolo descrivere, da chi l’ha conosciuto, frequentato. Voglio vederlo, lo sento nella pancia.
Sono a Firenze, sabato, prima che lui inizi. Respiro l’adrenalina degli amici, la loro paura, il loro rispetto. L’aria si scalda, sento la preoccupazione che sale come un rumore di sottofondo. Scruto la gente seduta ovunque, intenta a fare conversazioni che distraggano la mente dalle loro budella. Mancano venti minuti, ci incanaliamo in via dei Calzaiuoli, tra noi un silenzio incredibile che spacca quanto un urlo………… Partiti.
Prendo la macchina e mi avvio, penso a tutti loro, duemila anime diverse accumunate dalla follia. Cos’è l’amore se non una follia? E come se fossi con loro, con l’anima ci sono. Li aspetto sulla collina di Borgo San Lorenzo, lo sguardo scruta la vista meravigliosa di Firenze, sotto..molto sotto…e loro stanno arrivando. Salgono la collina..il primo è Giorgio Calcaterra…urlo…urlo per lui…urlo perchè devo..
E poi tutti gli altri..con tutte le espressioni del mondo..affaticati, felici, disperati, stanchi, carichi..e io urlo..chiamo..incito.. incoraggio. Coraggio. Coraggio.
Non so ancora quanto coraggio. Quanto coraggio ci vuole per essere innamorati di uno così? Comincio a capirlo al Colla, nello sguardo vacuo di alcuni, nel dolore di altri, nelle parole senza senso di altri ancora. Li guardo mentre si cambiano, concentrati nella follia. Nell’infilarsi luci, maglie, cose nella pancia, senza quasi rendersene conto. La luce si è fatta più fievole, si avvicina la notte e nell’imbrunire le anime si lanciano nella discesa.
La notte è fatta di un irreale continuo silenzio..seguo le luci che come un serpente scendono e salgono le colline.. il freddo avvolge ogni cosa, il vento prova le ultime resistenze ..non urlo…mi sembra un sacrilegio, ma quando mi sfiorano li incito piano piano..nel rispetto della loro concentrazione, delle loro ultime forze.
Lui li lascia all’arrivo, solo come un amante appassionato può fare, sfiniti, stremati, prosciugati nel profondo dell’anima, svuotati da ogni cosa, isolati in se stessi. Folli. Innamorati.
Li guardo. Assorbo. Sento. Provo. Io non sono un ultra. Ma sono innamorata, anch’io.
Marinella Pignat
Marinella Pignat, runner per caso, ottimista per scelta. Nata 39 anni fa, vivo in provincia di Pordenone e corro con il gruppo Azzano RunnersAllegati
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