16/12/2013
Il racconto di Marcello - L'incarnazione di un'idea
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Anno 2 - numero 94
Lunedì 16 dicembre 2013
Anno 2 - numero 94
Lunedì 16 dicembre 2013
L'incarnazione di un'idea
E’ un’idea che si è fatta strada col tempo, con il prestare attenzione ad ogni più piccolo elemento del paesaggio umano (presente e passato) che mi si sia presentato davanti, in cerca di gioia autentica e di verità. E’ anche un’idea non confinata alla nostra vita cerebrale ma legata alle emozioni, al pathos dell’azione, del mettere in pratica le proprie intuizioni e i propri convincimenti nel teatro del mondo in cui ci troviamo a spendere i nostri giorni. E’ nata dall’ammirazione per le vite ben spese, oneste, in costante tensione spirituale verso il miglioramento di se stessi, capaci di moltiplicare le proprie energie perché in viaggio verso un nuovo orizzonte, vago ma affascinante, prefigurato dall’intelletto. Solo lo spostamento d’aria, chiamiamolo così, che passa tra l’idea e la sua trasformazione in azione, può far gustare lo spirito d’avventura e la gioia profonda alla base di questa percezione. Può far sentire che in un essere umano c’è qualcosa che è profondamente più potente, più creativo, più duraturo (forse) del solo corpo. E’ una vecchia idea, lo so, e non a caso è alla base di tutte le religioni esistenti. Ma io ho sempre rifiutato le scorciatoie, la possibilità di affidare la mia vita a concezioni pensate da altri. Eppure, ho fatto un giro molto lungo, e mi trovo a custodire quest’idea in modo sempre più convinto: siamo più di quel che sembriamo, lo spirito e l’intelligenza umana trascendono così evidentemente i limiti della carne che ci avvolge, che questa potenza creatrice non può finire con la fine del corpo. Certo, come dicono un po’ tutte le religioni, esistono vari stadi del suo sviluppo, varie intensità della sua espressione, ma se perfino ogni singola molecola del nostro corpo ci sopravviverà, visto che “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, com’è pensabile che ciò che ha dato origine alla “Divina Commedia” o alle musiche e le opere d’arte più sublimi, che ha pensato di trasformare la natura inospitale e lo ha fatto in modo così mirabile (pur con qualche eccesso) possa spegnersi per sempre con il fermarsi del muscolo cardiaco? Che spreco imperdonabile sarebbe, che assurdità!C’è un personaggio di cui ho visto alcuni video recentemente che rappresenta quasi l’incarnazione dell’idea che ho qui timidamente espressa. Si chiama Nick Vujcic ed è nato senza gambe né braccia, ma il suo spirito vitale è talmente forte che la sua preminenza sul corpo mi pare davvero paradigmatica. Lui è molto religioso, io no (forse), ma credo senz’altro nella forza disarmante e nella bellezza di ciò che Nick rappresenta. Ho scelto qui un video cui potete collegarvi cliccando sul link sottostante, ma in rete ne potete trovare molti altri. Per lo più sono in inglese, ma anche se non lo parlate, il messaggio va decisamente oltre le parole. Ah, dimenticavo, Nick si è da poco sposato e la sua bella moglie, che lo adora, gli ha appena dato un bambino.
Buona visione, Nick Vujcic
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Marcello Nicodemo
Sono docente di lettere e scrivere è la mia più grande passione: ho pubblicato finora quattro romanzi ed un saggio.Si possono trovare informazioni su di me e sui miei libri sul mio sito: http://www.marcellonicodemo.it, sulla mia pagina Facebook: Marcello Nicodemo - libri, oppure sulla pagina di video e interviste su youtube: http://www.youtube.com/user/MrMarcellink
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