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20/03/2015

Il racconto di Enrico - Prima maratona di Porto 2 novembre 2014

RUNNERS&WRITERS
Anno 4 - numero 116
Venerdì 20 marzo 2015

Prima maratona di Porto 2 novembre 2014

A due giorni dalla maratona, la mia prima maratona, esprimo qualche considerazione in merito.
Fino a pochi anni fa, non avevo neanche considerato seriamente la cosa, probabilmente perché non pensavo che sarei stato abbastanza costante nella preparazione di questa, per me, incredibile distanza.
Iniziai a correre 8 anni fa, alla veneranda età, sportivamente parlando, di 40 anni.
Prima, la corsa, non l'avevo mai considerata, nonostante fosse l'attività domenicale preferita da mio padre.
Cominciai quasi per sfida, perché, tornando indietro ai tempi delle stratorino a cui mio padre portava me e mia sorella, non riuscivo ad avere quella costanza e quella pazienza, che ti permette di terminare lunghe distanze.
Ero un velocista, tendenzialmente, bruciavo tutte le mie energie rapidamente e al primo ristoro mi abboffavo e abbeveravo smodatamente, concludendo la corsa, camminando, dopo aver visto, puntualmente, mio padre e mia sorella, sorpassarmi con falcata lenta ma inesorabile...
Decisi allora di acquistare un tapis roulant che mi obbligasse a tenere un certo passo, e dopo essermi dato l'obiettivo di fare, da lì a 6 mesi, una mezza maratona, cominciai.
Dopo 6 mesi feci la mia prima competizione, concludendo, semidistrutto, la mezza in 2h e 10'.
Da allora non ho mai smesso di correre, con periodi alternati, di allenamenti più o meno intensi, e corse che andavano dai 10km alle mezze di 21km.
Piano piano in me si è insinuato il pensiero della regina delle corse, la maratona.
Che pazzia, pensavo, tra me, 42km e 195metri... Folle!!
Quest'anno, in primavera, dopo la scomparsa del mio caro papà, ho deciso di iscrivermi alla mia prima maratona e di prepararla con grande attenzione e criterio.
Credo di aver dimostrato a me stesso, che la costanza ed il duro lavoro, alla fine, non possono che dare una grande soddisfazione.
Non ho mai mollato, ho mantenuto costante il mio allenamento con meteo avverso, in tournée nei posti più diversi, in vacanza.
Ed ecco arrivare il grande giorno, il 2 novembre 2014, a Porto.
Il giorno prima tanto sole e 20 gradi...ahimè, mi dicevo; se domani queste saranno le condizioni, sarà dura.
Non nego di aver pensato e sperato in qualche aiuto da lassù; pensavo: "magari papà, da qualche parte dell'universo, mi darà una mano".
È così è stato; l'indomani, nuvoloso, temperatura intorno ai 10 gradi.
Fantastico!!
Partenza; diecimila persone, giù, a file serratissime dal grande viale iniziale.
Memore di quanto consigliato dall'allenatore della squadra, non mi sono fatto prendere la mano, anzi il piede, dalla frenesia iniziale, ma ho diligentemente tenuto la media stabilita per cercare di terminare la prova nelle 3h45' programmati a tavolino. Durante tutto il periodo della preparazione, l'unico lungo era stato di 30 km, nonostante i 60, 70 km settimanali previsti dalla tabella.
Pertanto, pensare che ci sarebbero stati ancora 12 km dopo il lunghissimo, costituiva un'incognita.
La mia corsa procedeva costante sotto il segno dei pannelli che indicavano, di km in km, la distanza percorsa.
Il tempo teneva e ogni 5 km, ai ristori, bevevo mezza bottiglietta d'acqua e dal ventesimo, ogni 5 km, ingurgitavo mezza banana.
15, 20, 30.., tutto ok, gambe e fiato tenevano, malgrado il percorso con saliscendi, pavé e pavimentazioni in pietra grezza a massaggiarti piedi e gambe...
Passati i 30, temevo il tanto paventato muro, ma...nulla.
35, 38....39km, ecco che all'ennesima salita col vento contrario dell'oceano, le gambe cominciavano a dare i primi segni di dolore e affaticamento.
Merda, pensavo, sono quasi arrivato...non ora!
La sofferenza ti prende e lo sconforto ti assale, per non riuscire più a tenere la media programmata.
Allora dai fondo a tutte le ultime risorse fisiche e mentali, soprattutto mentali, perché il fisico comincia ad abbandonarti.
La testa si accende come un fiammifero e il desiderio di mollare sembra prendere il sopravvento.
Vedo il cartello dei 40km...lo raggiungo e con esso l'ultimo rifornimento.
Mi vuoto in testa una bottiglia d'acqua e, pregando mio padre di sostenermi, mi lancio per terminare gli ultimi 2km e 195metri. Eterni!!
A 700 metri dall'arrivo, vedo, sul lungo vialone della volata, i gonfiabili, stringo i denti e accelero per terminare il prima possibile il calvario.
Passo i gonfiabili, giro a sinistra e a 195m vedo l'arrivo!
Non ci posso credere! Mi sentivo come Colombo, alla vista di quelle che lui credeva le Indie!
Nel mio caso era l'arrivo, accelero e alzando le braccia lo varco, dedicando questa mia grande vittoria personale a mio padre.
3h43'06"!!
Mi fermo e le gambe si trasformano negli arti di Pinocchio.....a stento riesco a raggiungere il banco delle medaglie a 5 metri di distanza....
A quel punto mi dico: "grande ciccio, c'è l'hai fatta!!".
Alle vostre maratone, qualunque esse siano, corretele tutte e non mollate!!
The end
/:-)

Enrico Bava

Enrico Bava, artista lirico, dal 1993 artista del coro del Teatro Regio di Torino.
Operatore shiatsu, certificato FIS, dal marzo del 2006.
Runner amatoriale dal 2005.



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