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06/06/2015

Il racconto di Elio - Il rito della domenica

RUNNERS&WRITERS
Anno 4 - numero 123
Sabato 6 giugno 2015

Il rito della domenica

La domenica è il giorno in cui, agli inizi degli anni settanta, sono nate le prime gare podistiche, la domenica è il giorno in cui tutti quanti abbiamo iniziato a correre, a trovarci in tanti nel compiere lo stesso gesto, a sentirci degli sportivi!
La domenica è il giorno festivo per eccellenza, la domenica ci si sveglia, magari alla stessa ora in cui si va a lavorare, ma l’entusiasmo è un altro... e ogni podista ha i suoi obiettivi, i suoi desideri, i suoi sogni! Chi la vittoria, chi un buon piazzamento, chi la sfida con l’amico-nemico di sempre e chi una corsa salutare per buttarsi dietro le spalle una settimana di lavoro e qualche problema che l’assilla e chi una semplice corsetta in compagnia.
E sì perchè la corsa ha anche l’effetto di valvola di sfogo, di scarica delle tensioni quotidiane, di buttarsi dietro le spalle il negativo che ci accompagna nella nostra vita.
La domenica faccio colazione, naturalmente con molti carboidrati semplici e complessi, bevo molto e quando la gara è importante e il clima è caldo e umido non disdegno un buon integratore. Meglio partire ben equipaggiati e poi, in omaggio al buon senso, qualche integratore non mi sembra niente di male e mi aiuta ad andare meglio e a recuperare più in fretta.
Poi prendo l’auto e con qualche amico si parte per il luogo della podistica. La strada è libera, è domenica ed a quest’ora la gente ne approfitta per rimanere a letto e alzarsi tardi. C’è poco traffico e questo ci fa sentire una certa aria di libertà.
In auto si fa qualche chiacchiera, si parla delle ultime gare, di quella che ci aspetta, si parla di tattica, ma stando sempre sul generale, poi sarà il campo, come spesso succede, a stravolgere i piani. Qualcun altro sta zitto o parla d’altro per non svelare i suoi piani o perchè semplicemente non li fa.
Stiamo arrivando e comincia a farsi un pò di traffico. Siamo quasi tutti podisti diretti al luogo sacro della gara, alcuni sono appena arrivati, vedo che si aggirano tra gli stand, si guardano intorno, incrocio qualche podista conosciuto, ci si saluta, si sorride, le pacche sulle spalle e le battute si sprecano, alcune sono sempre quelle, ma che importanza ha? Anche questo porta allegria, gioia, emozioni per il rito della domenica, in una società in cui i riti sono scomparsi o si sono svuotati di significato e questo rito nato come reazione alla sedentarietà e, paradossalmente stimolato dalla crisi energetica, ci riempie il cuore di gioia.
Sotto le magliette, le tute, le canottiere, pulsano i cuori dell’operaio, dell’artigiano, del medico, dell’avvocato, dell'ingegnere, dell’assistente di base, del contadino, dell’impiegato, della casalinga, del pensionato. Nella corsa il ruolo sociale non esiste più, si è dissolto e nessuno sembra avvertirne la mancanza, la corsa ci accomuna tutti!
Il rito domenicale ci unisce, ci dà allegria, gioia, voglia di vivere. Non è raro vedere tra i podisti anche persone con evidenti problemi motori, disabili psichici e fisici, ma ognuno nelle vita ha la sua sfida da compiere e la corsa ci dà anche un senso di appartenenza.
Si cerca il banco con le iscrizioni (altro momento del rito) e poi si comincia a guardare l’orologio, è ora di iniziare il riscaldamento, di fare qualche esercizio di stretching, di prepararsi alla gara. Chi esegue questo rito da solo, per concentrarsi meglio e chi lo esegue in gruppo per smaltire qualche tensione pre-gara, oppure per condividere anche questo momento con amici e conoscenti e con loro trovare più forza e entusiasmo da riversare nella gara.
Mentre ci si riscalda volano gli ultimi saluti, brevi e spesso di incitamento, altri non guardano in faccia nessuno, stanno cercando la migliore concentrazione e non è il caso di fare commenti, di parlare. Ognuno, a suo modo, cerca il modo migliore di presentarsi alla gara, perchè al di là della competizione, al di là dell’aspetto puramente agonistico, è sempre un momento di vita, un momento intenso che richiede raccoglimento. La corsa è emozione e l’adrenalina scorre!
Ormai manca poco al via... ci si toglie gli ultimi vestiti, si dà un’occhiata al numero, ancora qualche esercizio di stretching, una profonda respirazione, si mette a zero il cronometro e si aspetta il via alle ostilità, al piacere della corsa, alla sfida domenicale, al piacere di esserci e di sentirsi vivi, al piacere del corpo in movimento!

altri racconti di Elio:
Il racconto di Elio - Correre a Londra
Il racconto di Elio - Fango, sudore e fatica
Il racconto di Elio - Roma-Ostia

Elio Altini

Elio Altini 23.03.1954 nato a Alfonsine (Ravenna)



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