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05/10/2016

Il racconto di Elio - Roma-Ostia

RUNNERS&WRITERS
Anno 5 - numero 152
Mercoledì 5 ottobre 2016

Roma-Ostia

Ci sono sogni che rimangono confinati nell'orizzonte, come le navi che dal molo si intravedono in lontananza e scompaiono alla nostra vista.
Ci sono sogni che non vengono scalfiti dal tempo, dal cambiamento delle stagioni o da altri sogni. Roma Ostia è uno di questi!
L'immagine dei dodicimila runners che partono dalla città eterna e raggiungono il Lido di Ostia, mi ha sempre affascinato. Si parte e si arriva al mare con le proprie gambe!
Siamo in un'epoca moderna, ma questo sogno richiama qualcosa di antico e di difficilmente collocabile nel tempo.
Quanti uomini, donne, bambini, famiglie, interi gruppi avranno raggiunto il mare a piedi e saranno rimasti affascinati dalla visione del mare..?
Pensiamo a chi non lo ha mai visto e lo vede per la prima volta, alla sua espressione di meraviglia, allo stupore, alla gioia, alle emozioni che scuotono lo spirito e la mente! Quella visione rimarrà impressa per sempre nella memoria e quella emozione verrà raccontata, con dovizia di particolari, ad amici, figli, nipoti.
Ecco per me la Roma Ostia, era un po' tutto questo e ho sempre avvertito il fascino di questa gara, della Mezza più amata e partecipata d'Italia! Con Licia parlo di questa gara e Licia, runner di ultima generazione, che ha corso qualche Mezza per puro divertimento, accetta immediatamente, forse incuriosita, per scoprire e misurarsi in un nuovo contesto.
Con la Frecciarossa, raggiungiamo la città eterna in un paio d'ore e ci rechiamo a Casa Roma Ostia, per il ritiro del pettorale e per visitare l'immancabile mostra commerciale del business legato al mondo della corsa e qui, inaspettatamente, incontro Marco Marchei, direttore del mensile Runner's World.
Ho un debito di riconoscenza con lui, un debito che mi porto dietro da quando un suo racconto mi aprì la mente e mi portò a correre sulle strade di New York, vivendo emozioni indimenticabili.
Marco è seduto dietro ad un tavolino, all'interno dello stand della rivista, sono sorpreso nel vederlo anche se è un addetto ai lavori, sta interloquendo con una giovane runner che gli pone tante domande, aspetto pazientemente il mio turno e quando si libera, mi avvicino e gli esprimo la mia gratitudine per il racconto della sua partecipazione alla Maratona di New York, culminata con un ottimo quarto posto.
Quel racconto, oltre a portarmi a New York, mi ha aperto le porte della scrittura, per condividere con il popolo della corsa e non, le emozioni che sa trasmettere la corsa.
Mi presento a Marco e gli racconto dell'aneddoto, Marco mi ascolta, è assorto e mi riferisce che ha iniziato a scrivere leggendo i racconti di Franco Fava, il primo grande atleta italiano a varcare i confini nazionali, che amava misurarsi con gli atleti più forti al mondo, che raccontava di mondi lontani e sconosciuti e che “la scrittura è una ruota che gira...” poi mi chiede se continuo a correre, alla mia risposta affermativa sembra rassicurato e mi sorride. Grazie Marco!
La corsa su strada va avanti e quest'anno alla Roma Ostia sono stati selezionati gli amatori che faranno da pace maker ai runners, che desiderano avere un supporto per centrare determinati tempi.
I pace maker sono in tenuta da gara e vengono chiamati sul palco dal direttore della corsa, presentati e intervistati, sembra di essere ad un evento mondano, ma tant'è siamo a Roma e cinecittà non dista molto!
Ogni coppia di pace maker ha due palloncini dello stesso colore con impresso il tempo finale, per essere meglio identificati dalla moltitudine dei runners, che nutrono ambizioni cronometriche, si ride e si scherza, ma c'è anche molta professionalità e tutto questo ci dà un ulteriore stimolo per la gara.
Sono stato a Roma tante volte ed ogni volta mi piace scoprire qualcosa di nuovo, qualche angolo sconosciuto. La sera facciamo un passeggiata per entrare nell'atmosfera romana, ci incamminiamo per i Fori Imperiali, il Colosseo e Piazza Venezia e ci addentriamo in qualche vicolo, girovaghiamo, tutto appare molto tranquillo e un po' per caso ci troviamo nel ghetto, tra i discepoli di Abramo e decidiamo di entrare in un ristorante ebraico per l'ultimo pieno di carboidrati. Per l'occasione, scegliamo un abbondante piatto di fettuccine cacio e pepe con crostata finale e una birretta per condire il tutto. Il ristorante è accogliente e ad una certa ora comincia ad affollarsi, è sabato sera e ben presto si riempie di tante persone, famiglie, prevalentemente ebrei, al ritorno dalla funzione religiosa del pomeriggio.
Al mattino sveglia alle 7 e sin da subito, curiamo ogni dettaglio per presentarci al nastro di partenza nella condizione ottimale, iniziando la colazione nella pensioncina cinese che ci ospita a modici prezzi, poi corricchiamo fino alla stazione Termini per un preriscaldamento e successivo caffè con torta di mele e succo di arancia.
Nell'attesa del metro, allunghiamo i muscoli con qualche esercizio di stretching e saliamo sul metro per Roma Eur.
In metro siamo quasi tutti runners diretti alla partenza della gara, non trascurando di concludere la colazione con qualche integratore. Siamo tutti in tenuta pre-gara con zainetto in spalla da depositare sui camion allestiti dall'organizzazione e che ritroveremo all'arrivo, gli sguardi si incrociano, si avvertono inflessioni regionali, mischiati a qualche accento straniero, soprattutto del Nord Europa, c'è una bella atmosfera.
Scendiamo alla fermata Eur e rifiniamo il riscaldamento con una corsetta soft, qualche leggera progressione, allunghi e ancora stretching e ci presentiamo alla partenza delimitata dalle transenne e dalle gabbie che ci suddividono in sei gruppi.
Con Licia ci salutiamo e ci facciamo gli auguri di rito, siamo in due gabbie distinte, lo speaker alza il tono, sorseggio un tonico ginseng, qualcuno comincia a togliersi la maglietta da lanciare sulle transenne, c'è il count down che ci carica e musica a tutto volume!
Si parte, il 1° km è in leggera discesa e questo, sin dalle prime battute, ci aiuta a far girare le gambe, percorriamo alcuni chilometri attorno all'Eur, poi prendiamo la via Cristoforo Colombo che ci porterà al Lido di Ostia, un immenso rettilineo a tre corsie, una striscia di asfalto, con alcuni leggeri saliscendi, che attraversa la periferia e la campagna romana.
La strada dritta è uno stimolo per rimanere concentrati e per spingere, ci sono poche persone sul percorso, qualche gruppetto ci incita, alcuni gruppi musicali ci danno un po' di carica, ma il fascino della gara sta tutto nel tragitto che ci porta al mare, su una striscia di asfalto scorrevole e veloce attorniata da qualche macchia di pini!
Il clima è ottimo, freschino, con un pallido sole che fa capolino e una leggera brezza a favore, passo il 10 km in 50'19” sono contento del mio passaggio, poi c'è una salita di due km che mi rallenta il ritmo, la pendenza non è eccessiva ma due km di salita continua sono impegnativi e si fanno sentire, anche se cerco di mantenere una buona andatura, perdo circa un minuto sulla media, poi finalmente scolliniamo e arriva la discesa e lascio girare le gambe, corro sui 4.45 al km e recupero il tempo perso nella salita, sono contento del mio ritmo e anche il passaggio al 15 km mi conforta: 1h15'47”, sono ancora in media per raggiungere il mio obiettivo di correre sull'1h 46'.
Verso il 17 km comincio ad avvertire stanchezza, perdo qualche secondo e su una leggera collinetta ci appare il mare... nello stesso istante sento urlare un runner: “finalmente il mare!” e un altro, con un tipico accento romano gli fa da contraltare “se tiri dritto arrivi in Sardegna!”
La battuta mi distoglie dalla fatica, c'è ilarità in questa battuta, c'è lo spirito popolare romano e per un attimo la fatica passa, per un attimo mi sembra di essere allo stadio dove la battuta è arte e esercizio quotidiano, per un attimo vedo le coste della Sardegna... con il mare blu e le baie, poi torno alla gara, è il momento più difficile e devo stringere i denti!
Le sedute in palestra, le andature in affondo, la corsa collinare mi hanno dato forza nelle gambe e nonostante la fatica accumulata, cedo solo qualche secondo al km. Ormai sono al 20 km, vedo davanti a me il serpentone dei podisti che gira a destra per imboccare il rettilineo del lungomare, c'è un forte vento contro, ma ci sono due ali di folla che ci sostengono e che ci incitano, ormai è fatta, facciamo una curva a 180° e il vento torna a favore, vedo in lontananza lo striscione del traguardo e aumento il ritmo per guadagnare qualche prezioso secondo, il cronometro è ancora sull'1h 46', taglio il traguardo!
Sono contento e soddisfatto per aver raggiunto il mio obiettivo, medaglia al collo, telo per trattenere il calore e ristoro, vado verso i camion per ritirare lo zainetto per cambiarmi e noto due tendoni con dei massaggiatori che si prendono cura dei muscoli dei runners, sono una decina e non si limitano ad un brevissimo massaggio di scarico come si è soliti fare al termine delle maratone.
C'è molto fila, ma non importa, mi armo di pazienza cinese e aspetto... qui il massaggio è pura professionalità, nel frattempo arriva anche Licia, contenta e raggiante per il best personal time: 1h 56' e per le emozioni vissute sulle strade romane. I massaggiatori si prendono cura, con estrema attenzione e dedizione, di ogni muscolo dei runners e questo massaggio a fine gara, mi alleggerisce delle tensioni muscolari, mi scioglie qualche piccola contrattura e mi rigenera dall'affaticamento. Il massaggio viene inframmezzato da molte battute, che i massaggiatori si scambiano bonariamente con noi e tra di loro e questo ci rallegra lo spirito. Il massaggio è il dessert della Roma Ostia!
Il giorno dopo, con le gambe rigenerate e con la mente e lo spirito ancora intrise delle emozioni vissute sulle strade della Roma Ostia, noleggiamo una bici e andiamo alla scoperta della città, dai luoghi simbolo al Lungo Tevere che percorriamo fino oltre lo stadio Olimpico e fermandoci in una accogliente trattoria romana per un pranzetto rigenerante. Roma è una città che va vissuta, visitata e scoperta e la bici è il mezzo migliore per conoscerla e attraversarla, sarebbe bello che questo splendido mezzo di trasporto entrasse maggiormente nello stile di vita dei turisti e... dei romani! Ciao Roma!!

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Il racconto di Elio - Correre a Londra
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Elio Altini

Elio Altini 23.03.1954 nato a Alfonsine (Ravenna)



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