Il racconto di Francesco e Nicola
Palmariggi-New York: un sogno lungo 42,195 km
Dalla Puglia e precisamente dalla splendida Terra del Salento (Terra de “Sule, Mare e Ientu”) a New-York, per amore dello sport e, precisamente, per la maratona.
Esperienza indimenticabile, indescrivibile a parole ed estremamente emozionante da vivere.
Ma partiamo dall’inizio, dal lungo programma di allenamento fatto seguendo in modo quasi maniacale le tabelle del “Maestro” – Orlando Pizzolato
La nostra sfida è iniziata circa sei mesi fa e ha visto quattro allenamenti settimanali ed un graduale aumento della distanza percorsa ogni settimana: dai 10-15 km del martedì, giovedì e sabato al lungo della domenica fino ad un max di 37 Km. Un programma affrontato con energia, fatica, senza mai perdere di vista l'obiettivo, spronati dalla forza di volontà e dalla bellezza del paesaggio. Una passione la nostra nata proprio correndo per le strade del Salento, attraversando le quali abbiamo potuto riscoprire il contatto con la natura e con la nostra meravigliosa terra che ci ha restituito la carica e la grinta nei momenti di sconforto. E poi, ancora, il significato dell'amicizia che si vede dall'aiuto di un compagno, dal modo in cui ci si trascina e ci si sprona a vicenda, volendo solo resistere e correre. Le nostre aspettative alla vigilia della partenza erano molto alte, trattandosi anche della nostra prima maratona in assoluto. Di una cosa però eravamo certi: al nostro ritorno avremmo avuto un bel po’di ricordi, di sensazioni, di immagini ed aneddoti da raccontare e forse qualche motivazione in più per convincere che lo sport può farci diventare più forti, apportare benefici, oltre al corpo, anche alla mente, può farci scoprire luoghi e paesaggi altrimenti sconosciuti.
Ma ora veniamo al racconto del grande giorno perché il 4 Novembre anche Io (pettorale 9513) e Nicola (pettorale 8083), insieme ad altre 40.000 persone, eravamo lì a Staten Island, ponte del Verrazzano, per correre una delle gare più famose al mondo: la ING New York Marathon.
Ore 10.10: Un colpo di cannone.Quarantamila persone attorno a noi ed una irrefrenabile voglia di correre veloce...perchè sei circondato da decine di migliaia come te, perchè quando cominci finalmente a correre ti senti da dio, perchè sei lì a New York, a Verrazzano Bridge, per la più nobile, l'indiscussa regina: la maratona di New York, o semplicemente la Maratona.
Tutte le ansie, tutti i malanni, più presunti che veri, della vigilia spariscono di colpo e in un attimo ci lasciamo andare non facendoci sfuggire nessuna immagine, nessuna sensazione, nessuna emozione. Lungo il percorso riusciamo perfino a goderci le bande musicali, gli applausi, i cori...salutiamo la gente che ci incoraggia e non pensiamo più a niente, se non a correre. C'è la nostra strada, c'è il rumore della folla, ci sono i nostri passi che rimbombano nel cervello e presto arriva anche il primo vero affaticamento dei muscoli. L'adrenalina della prima metà è ormai finita e dobbiamo iniziare a concentrarci, a resistere, a darci delle mete fittizie e, passo dopo passo, continuare e non mollare...sognando Central Park, sognando ad ogni crampo il Finish Line.
L'ultima curva e finalmente il mitico rettilineo. L'energia è come tornata d'incanto. Siamo come ubriachi. Ma manca ancora l'ultimo sforzo: le nostre braccia al cielo attraversando il traguardo. 3 ore e 55 minuti 28 secondi: la nostra vittoria. Si, perchè,dopo la mitica linea blu del finish, è come se avessimo corso da soli e fossimo gli unici vincitori.
E'una tempesta di emozioni, una magia, roba che crea dipendenza.
Francesco Cazzetta (arbitro di Calcio della sezione di Casarano)
Nicola De Marco,
atleti appassionati rispettivamente di Palmariggi (LE) e Maglie (LE)
Le mie riflessioni sull'edizione del 4 novembre 2007
Leggi anche i miei commenti sul mio blog
Classifica del gruppo Pizzolato [46,75 kB]
Le foto e i commenti del viaggio a New York 2007 - pagina 1
Il racconto di Romano
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