
Il racconto di Nicola - Heartbreak at the finishline
RUNNERS&WRITERS
Anno 2 - numero 66
Giovedì 18 aprile 2013
Anno 2 - numero 66
Giovedì 18 aprile 2013
Heartbreak at the finish line
La finish line rappresenta per ogni maratoneta il traguardo non solo di 42 km, ma la fine di un lungo periodo di preparazione, sacrifici e difficoltà. Forse è per questo che nei primi minuti in cui la voce delle bombe si è sparsa tra quelli che, come me, avevano già concluso la gara ed erano al sicuro nei propri hotel, il primo pensiero non è andato alle vittime (non sapevamo ce ne fossero) ma ai partecipanti rimasti li in sospeso, tra l'emozione di sapere il traguardo a soli 2 km e la rabbia di restare bloccati, esausti, al freddo di un vento gelido che a meta' gara si è alzato rendendo ancor più duro un percorso che già di suo presenta molte difficoltà. La solidarietà quindi si è per qualche istante rivolta ai maratoneti abbandonati la fuori, poi si è presa coscienza della realtà dei fatti e la rabbia per quanto accaduto, l'angoscia per i morti e i feriti, ha avuto il sopravvento.Io personalmente ringrazio di essermi trovato all'arrivo febbricitante, ero da una settimana sotto antibiotico ma non volevo rinunciare a questo evento, e quindi ho preferito non soffermarmi in zona ma correre in albergo a scaldarmi e prendere qualche medicina per abbassare la febbre. Quindi ho lasciato l'area 5 minuti prima delle esplosioni, altrimenti sarei rimasto proprio all'arrivo per godermi l'evento. Il giorno precedente ero proprio nel punto dell'esplosione per guardare la gara dei 5km, un punto da cui si vedeva comodamente la gara, pieno di famiglie con passeggini, appunto.
Rimane in me e nei pochi italiani con cui ho parlato la tristezza e la paura di non essere più sicuri nemmeno durante questi eventi che per quello che rappresentano (lo scopo delle maratone è sempre legato a fare beneficenza e sostenere centinaia di associazioni benefiche) non dovrebbero conoscere alcuna violenza. La Boston Marathon poi e' il simbolo della purezza di questo sport, purezza che qualche essere infame ha macchiato di sangue innocente.
cliccando su questi link trovi altre riflessioni sull'attentato di Boston:
"Tra i maratoneti di Boston, cronache dall’inferno"
"Un pensiero fisso"
"Sono arrivata al traguardo e subito dopo è scoppiato l’inferno"
"Le strade di Boston"
"Allora come ora e per sempre"
"Assordante silenzio"
"Boston 2013
Nicola Sancisi
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