19/04/2013
Il racconto di R.P. - Le strade di Boston
RUNNERS&WRITERS
Anno 2 - numero 67
Venerdì 19 aprile 2013
Anno 2 - numero 67
Venerdì 19 aprile 2013
Le strade di Boston
Se tre anni fa il destino aveva voluto, complice uno sconosciuto vulcano islandese, che non partecipassi, a bagagli chiusi, alla maratona di Boston, tre giorni fa invece ha deciso che io dovessi tagliare il traguardo 51 minuti prima delle esplosioni. Ero già in hotel, non ho visto sangue, né fumo né udito boati.Ma le ore successive lasciano ugualmente il segno. Le prime ore in hotel, anzi in un fantastico ostello per la precisione, crocevia di podisti di tutto il pianeta, accomunati, tutti, dall’eccitazione prima, dallo sconforto dopo. Tutti in silenzio a osservare le prime immagini, in silenzio, non è un dettaglio. Con le dita che digitano messaggi di rassicurazioni per parenti e amici lontani. La voce che si sparge, i corridori che rientrano poco alla volta in ostello, chi già lo sa, chi ancora no e allora leggi nei loro volti l’orrore.
Solo a tarda sera sono uscito, a passeggiare, nel perimetro intorno al luogo delle tragedie. E’ quasi mezzanotte ma qui il tempo si è fermato. Percorro le strade che il mattino dopo troverò chiuse. E c’è tutto, le bottigliette d’acqua ancora sigillate, le buste con il cibo, i copri spalla, insomma tutto ciò che aspetta un runner dopo il traguardo. Ci sono le televisioni, quelle locali per ora, gli inviati da New York arriveranno durante la notte. La scena delle borse gialle non recuperate è impressionante, nella notte, nel silenzio, custodite da giovani ragazzi dell’esercito, con quelle divise che vedi solo in tv, e con sfondi di altri continenti.
Poche, pochissime ore di sonno. E’ martedì, ho il volo di ritorno nel pomeriggio ma non c’è voglia di turismo, o di shopping, eppure tanto atteso. Si torna al “perimetro”, non c’è più il silenzio e la calma delle ore notturne, ora tutte le televisioni del mondo sono qui, polizia e esercito ovunque. La visione delle borse gialle questa volta è ancora più dura, perche molte di loro ritrovano i proprietari. Le lacrime dei corridori, delle corridrici che 24ore dopo recuperano i loro beni, e ricevono la medaglia tanto sognata, per la gara più prestigiosa interrotta per loro a poche miglia dal traguardo, sono un’immagine fortissima, molto dura. Molti hanno la giacchetta blu comprata pochi giorni prima all’Expo, tutti qualcosa che richiama la Maratona.
Il day after sono i titoli dei giornali, le foto di un traguardo insanguinato, i tavolini di Starbucks che offre colazioni gratuite per strada, le televisioni di tutto il mondo, le interviste, le domande che ti fai, le domande che ti fanno e le risposte che non hai. E’ il cielo terso, il vento che soffia una strada si, l’altra no, il sole che illumina la lunga e tristemente deserta Boylston Street.
Non avevo voglia di tornare a casa, di lasciare la famiglia dei maratoneti. Resteranno tantissime immagini, non solo della tragedia. Della vigilia, eccitante, della gara, molto dura, del tifo, unico. Ma anche e soprattutto quella di un popolo, di una cittadinanza, che mi ha accolto, incoraggiato, guidato. Anche per questo non volevo ripartire.
Ho avuto la fortuna di conoscere Melanie Rieders, una giovane fotografa americana, qui trovate alcune foto da lei scattate martedì mattina: Le foto di Melanie
Correte, continuate a correre. Io continuerò a farlo, con una città nel cuore.
R.P.
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"Tra i maratoneti di Boston, cronache dall’inferno"
"Un pensiero fisso"
"Sono arrivata al traguardo e subito dopo è scoppiato l’inferno"
"Heartbreak at the finishline"
"Allora come ora e per sempre"
"Assordante silenzio"
"Boston 2013
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grazie
solo un Grazie ma dal cuore per questo testo, forse quello che mi ha trasmesso di più tra tutto quello che ho letto in questi giorni.
Sonia
Public19/04/2013 15:00:24
per Sonia
Grazie Sonia!
Public20/04/2013 19:23:12
CORRERE PER VIVERE ...E PER SOGNARE DI ESSERE LIBERO DA TUTTI E TUTTO ;;;GRAZIE ROMANO!!
BELLISSIMO RACCONTO.....ANCOR piu bello pensando che il mio desiderio di libertà potrebbe interrompersi e non correre più perché la mia salute non lo permette più ...
Grazie ROMANO!
Public15/10/2013 15:26:38