Running Service - Allenamento, tabelle e corsa - Winning Program S.a.S.

Per tutti quelli che amano correre

Tutta l'esperienza e la passione di una vita di corsa.
Io apro le strade che gli altri percorrono

marzo 2013

13/03/2013

Quel che ho perso

Da cinque mesi mi sono concesso il privilegio di correre senza cronometro, e senza alcun altro strumento specifico del podista. Non ha più importanza la velocità a cui corro, e così sono libero d vivere le emozioni che voglio sentire mentre corro.
Non aver più nessun appuntamento con le competizioni mi evita di dover essere nella forma fisica adeguata per rendere conto a me, al cronometro, alla classifica, agli altri. Potrebbe trattarsi di una fuga dal confronto, ma non è da me: l’animo competitivo è tra le emozioni più forti che sento spingere dentro di me, ma è vero che non dovendo più indossare un numero sul petto, non devo neppure essere al cento per cento della possibile forma.
Fino ad un paio di anni fa, pur non essendo un fissato del cronometro, allo scadere di qualche riferimento puntavo inevitabilmente l’occhio al quadrante. L’eccesso o il difetto rispetto al tempo che pensavo di ottenere condizionava le ore a seguire, pur consapevole che di anno in anno - da venti a questa parte – i muscoli soffrivano a lavorare con la resa di una volta.
Dall’ultima volta che ho misurato il tempo tra due punti distanti mille metri ho visto che impiego quasi un minuto in più rispetto a vent’anni fa. Facile fare due conti: si tratta di uno scadimento di tre secondi l’anno. Ho avvertito i primi segni d’invecchiamento verso i 32-33 anni, quando rilevavo un peggioramento di 2-3 secondi al chilometro rispetto all’anno precedente. Questo lieve scarto rispetto alle solite andature l’imputavo ad un periodo non favorevole, ma quest’inflazione fisica era invece l’inizio del declino. Lo scadimento non è però avvenuto in maniera costante e regolare: quei tre secondi li ho poi mantenuti per alcuni anni. A quarant’anni non correvo più piano di venti secondi circa rispetto ad otto anni prima, ma solo una decina. L’effetto non era da imputare solo all’invecchiamento, ma anche al minor carico di allenamento, che avevo dimezzato. In altri dieci anni, arrivato alle soglie dei cinquanta, il calo è stato un po’ più veloce, una ventina di secondi (mediamente un paio l’anno), ma stavolta in maniera più costante. La perdita di efficienza era da imputare all’invecchiamento, perché l’allenamento non era invece mutato molto in dieci anni.
Un paio d’anni fa ho corso l’ultima maratona. L’intento era di percorrere la distanza a quindici chilometri orari. E’ stato più impegnativo di quanto pensassi: non allenarmi, ma contrastare l’invecchiamento. Ora la perdita di efficienza ha accelerato, e l’allenamento che ho provato a sostenere non ha più efficacia nell’arginare l’invecchiamento. Il mio corpo non è più un terreno fertile su cui lavorare per seminare. Anche se ci lavoro molto, ho verificato che non raccolgo quanto vale lo sforzo. Di queste cose me ne intendo; non ha più senso investirci per raccogliere prestazioni cronometriche.
Si tratta di una situazione personale ovviamente, perché noto che coetanei corrono invece bene, con buon rendimento atletico. Il loro corpo si adegua alle sollecitazioni.

Affatto preoccupato del declino, continuo a percorrere le stesse strade di sempre, ma ogni volta che passo il cancello di casa ho voglia di correre. Anzi, un po’ di più del solito. E spesso torno più tardi di quanto programmato. Voi pensate che sia perché vado più piano. In parte sì, ovviamente, ma spesso dipende dal fatto che non mi rendo conto del passare del tempo. Realizzo quanto ho corso solo quando vedo l’orologio del campanile del paese. E spesso mi lascio invogliare e condizionare dalle strade e dai sentieri che incontro sul mio passo. Non sono più preoccupato della strada che lascio, e mi stimola percorrere quella nuova. Sarà che è primavera, anche nel mio animo.


Orlando



Allegati

Commenti

che bel racconto....

peccato sia finito.... parole bellissime e sagge, complimenti!
e... "viva la primavera"

Public13/03/2013 12:08:25

bello

alla faccia della crisi di mezza età!! Orlando hai trovato un tuo nuovo equilibrio, e da quello che scrivi sembri una persona veramente felice. Mi viene da dire beato te!!

Public13/03/2013 13:48:00

Senza pensieri

..Bel racconto .. mi è sembrato di leggermi dentro e di ritrovare le mie senzazioni.! Grazie

Public13/03/2013 19:27:50

invecchiamento

Certo bellissima esperieza di vita.!!!! da vero campione! Ma leggendo mi è venuta tanta tristezza... tristezza da coetaneo...che da amatore avverte le stesse sensazioni...
marcellodelia3@virgilio.it

Public13/03/2013 20:12:00

fuori tempo massimo

bellissimo post. certo la mia situazione è opposta. ho 40 anni e corro solo da 5. non ho fatto mai molto sport nei miei primi 35 anni. ho sempre avuto la fortuna di essere magro e senza grossi problemi fisici. potendo fare una gara impossibile fra me ora e me trentenne il risultato sarebbe opposto di quello di Orlando: oggi sono nettamente più forte (fisicamente e mentalmente) e ovviamente più veloce del me trentenne....
cmq mi approprio del titolo "quello che ho perso" se penso a quello che avrei potuto fare ora cominciando a correre 15/20 prima....
ciao
luca

Public13/03/2013 22:57:57

Quel che ho perso 13-03-2013

beh...che dire sei un grande sempre,anke nelle tue parole ce sempre lo spirito di un vero sportivo.....grande runner

Public14/03/2013 06:27:02

Vola libero,..

tra sentieri , carrarecce, lontano dall'asfalto..sentendo i profumi della Natura, lottando contro il vento, il fango, le roccette aguzze. Vola libero Orlando,..quando ritornerai a terra,..capirai.
We trust un Trail. :)

Public14/03/2013 07:42:52

no ghi n'è pì

il corpo ci avverte in modi diversi che "<a href=http://enricovivian.blogspot.it/2013/02/no-ghi-ne-pi-immagini-rmn-1701.html>non ce n'è più</a>" per fare quello che avremmo voluto e forse è tempo di fare altro (come capita a me) o fare lo stesso in modo diverso (come capita a te) ... sempre di corsa!

Public14/03/2013 08:08:17

quel che ho perso

io ho 56 anni, quasi 57 a dire il vero e corro da tre anni . non so cosa sia il cronometro e l'orologio ma so cosa sia la fatica e la gioia di correre... non so se mi sono persa qualcosa non osservando mai i miei tempi e i miei ritmi ma so che non ne sento l'esigenza. mi basta correre correre correre correre . evviva !
patrizia

Public14/03/2013 08:15:05

quel che ho perso

Anch'io ho avuto sempre sta fissa del cronometro o dello sport con il fine della competizione.
Soffro più che altro il fatto che mi bastano 10 giorni di innatività per perdere veramente tanto,ma capisco che questo è dovuto all'età.Però quello che mi fà piacere è di avere ancora la voglia di ripartire sempre da zero come se fosse il primo giorno di allenamento per cercare di raggiungere il mio piccolo traguardo personale,che in realtà non so più quale è.......

Public14/03/2013 08:23:06

domanda

...e quegli amatori che fanno circa gli stessi tempi dai 45 ai 55 anni, come mai non sentono il peso del tempo che avanza? Spesso mi domando che allenamenti compiano, poi mi vengono cattivi pensieri: non è che hanno altri metodi per allungare la maturità atletica? Quindi tu Orlando sei onesto con te stesso e gli altri, altri assolutamente no, purtroppo.

Public14/03/2013 08:47:01

iniziando tardi forse si dura di piu'?

Stavo ragionando sul fatto che gli atleti di alto livello, come te Orlando, sottopongono il loro corpo quando e' giovane a forti carichi e sollecitazioni che li portano ad alte prestazioni. Con l'invecchiamento, le sollecitazioni gia' forti dovrebbero essere forse ancora piu' forti per essere altrettanto efficaci, mentre se uno appunto sospende l'attivita' agonistica ad altissimi livelli, per forza di cose cala anche la qualita' e la quantita' di allenamenti. Di conseguenza, pur allenandosi relativamente forte, ma pur sempre non cosi' forte come un tempo, la prestazione cala perche' il corpo e il cervello erano stati abituati a ricevere un carico piu' alto per migliorare. a questo si aggiunga l'eta' che quindi toglie prestazione e il calo c'e'. Trasportando questo ad atleti..anzi amatori...come me che hanno iniziato tardi (35anni) per i primi anni il trend e' opposto ma forse paradossalmente lo e' anche dopo: io da due anni a questa parte sto migliorando, anche sulle corte distanze e spero di avere margine almeno fino ai 40. Il calo di 1-2sec all'anno dovuto all'invecchiamento e' bilanciato da un miglioramento dovuto all'allenamento e questo e' ovvio nei primi anni, ma forse andando avanti con l'eta' il calo e' minore perche' il corpo non e' stato abituato a carichi elevati e a forti sollecitazioni in eta' giovane e quindi la prestazione potrebbe comunque migliorare.
Insomma, avendo iniziato tardi spero di poter migliorare ancora un po' ma sono conscio che piu' avanti la prestazione deve essere secondaria, e prevalere la gioia di correre, come e' in effetti gia' ora.
Giuseppe

Public14/03/2013 09:23:47

considerazioni

Buongiorno sono L Bargero da Roma . Hai scritto una poesia ... Complimenti ! E' raro trovare tante doti INCONTAMINATE in un Campione : sei un esempio per tanti ! Grazie

Public14/03/2013 09:25:58

stagioni della vita

Affatto o niente affatto preoccupato del declino? Propendo per la seconda, hai solo dimenticato un niente.
Per alfiosim: un conto è lo scadimento di un professionista, un conto quello di un amatore, che non ha mai raggiunto certi livelli e non si è mai spremuto al 100%
Orlando, il tuo post rafforza la mia idea che l’amore per la corsa sia per sempre e che, come nel matrimonio, passi attraverso molte fasi, tutte da vivere !

Public14/03/2013 09:28:19

Correre per puro piacere

Sarà che ho iniziato a correre a 42 anni suonati, sarà che sono una donna , una mamma, una casalinga, una bancaria, ma a me il correre inseguendo il cronometro non mi ha mai riguardato.Mi piace correre piano, per il gusto di mettere alla prova me stessa e affrontare sfide (ben 8 maratone) che mai avrei pensato di vincere (ora di anni ne ho 52).Eppure vedo con dispiacere lo sguardo di commiserazione che talvolta, soprattutto nelle gare locali, ti riservano i cosidetti " campioni", carissimi non siate tristi se il vostro corpo vi induce a rallentare un pò, potrete scoprire una nuova dimensione nella corsa, più umana e rilassante.
Correre non è un lavoro è puro piacere.

Public14/03/2013 10:18:34

quello che ho perso

Ciao Orlando, ma non si diceva che per contrastare efficacemente l'eta' che avanza era opportuno effettuare lavori anaerobici o alla soglia?
Ho 50 anni, subisco le stesse tue sensazioni, ma voglio continuare a confrontarmi bene con i miei pari eta'fino a cent'anni!! (Vedi il grandissimo Sergio Agnoli)

Public14/03/2013 10:32:21

racconto

bello questo racconto! E bello sapere che quando esci hai voglia di correre e rientri sempre più tardi! Racconta tanto di te e del tuo modo di intendere la corsa e il tempo che passa. Io vivo strabigliata da quello che sono riuscita a fare in 10 anni, alla prima maratona avevo 36 anni (e 11 di dabete) e il tempo impiegato è stato di quasi 6 ore, qualche settimana fa all'ultima maratona, con 10 anni di più di età (e di diabete), sono scesa sotto le 4 ore e 30, tutto merito della determinazione e di chi mi prepara. Io sì, sono ancora attenta al cronometro, delusa quando non riesco a fare le progressioni, felice quando riesco a svolgere tutto "per benino" ma, come te, contenta di uscire dal cancello per correre! Grazie

Public14/03/2013 11:29:12

Correre è Energia che sia forte che sia piano...

Complimenti per il racconto; obiettivo, sincero senza grossi giri di parole!!! Ho 35 anni e corro seriamente e costantemente da 3 anni con buoni miglioramenti, ma consapevole che il rosicchiare secondi ad un certo punto si fermerà!!!
Corro perchè innanzitutto amo lo sport, avendolo praticato e seguito fin da bambino. Ex calciatore mi sono approcciato al podismo per stare in forma e per amicizia, ora quasi provo una certa antipatia per il mondo del calcio soprattutto dilettantistico, dove non prevale la passione ma soltanto il soldo!!! Una cosa per me inconcepibile!!!
La corsa sta diventando anche una medicina per il mio stato d'anumo e per la mia salute; negli ultimi anni solitamente d'inverno l'influenza avevo sempre il sopravvento, quest'anno invece impegnato nella preparazione di Treviso pur allenandomi in ogni condizione meteo neanche una linea di febbre!!!
Fino a che avrò energie non rinuncerò a correre, che sia forte o che sia piano non importa e soprattutto mi piacerebbe in maniera libera e spontanea avvicinare anche gli amici, come già adesso si sta verificando!!!
Un saluto a tutti i runners, un mondo di amici accomunati da una grandissima passione!!!
Matteo

Public14/03/2013 12:55:16

Invecchiamento

Sei una magnifica persona! Ti ho sempre seguito, affascinato dalla tua leggerezza nel passo e poi dal tuo lavoro successivo. Ho 67 anni e ho cominciato a correre a 32 quando ho abbandonato il calcio per un infortunio. Ho disputato per divertimento alcune mezze maratone e le primissime Roma Ostia. Mi allenavo tutti i giorni esclusa la domenica e una volta sposato ho dovuto rallentare. A 60 anni mi sentivo ancora in gamba e ho provato interesse a seguire i tuoi allenamenti e i tuoi stage...Ho abbandonato l'idea dopo alcuni mesi quando provando a forzare ho realizzato che ero invecchiato e che era ora di abbandonare il cronometro. Grazie di questo tuo, chiamiamolo sfogo, anche se è parecchio altro. Ora mi sento meno solo ad affrontare il tempo che passa. Saluti Pasquale Cortese

Public14/03/2013 14:14:47

così sportivamente.....

tutto vero.. umanamente.l'anima dello sportivo ha comunque qualcosa in piu'..volonta,costanza e amore.chi ha vissuto la vita così intensamente non si puo' fermare all'eta.
andiamo avanti.grazie della tua sincerita e amicizia.grande e intramontabile sportivo ti dico: buona strada sempre!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Public14/03/2013 17:12:34

Grazie Orlando

Si, GRAZIE davvero. Questo è davvero un incoraggiamento a non invecchiare nella consapevolezza che si STA'invecchiando.
Ciao

Public14/03/2013 18:09:41

Tra filosofia e corsa

Una delle dimensioni fondamentali che connotano la persona è la capacità/volontà di attribuire senso alle cose. I sensi attribuiti sono tendenzialmente dinamici, possono mutare nel tempo. Orlando ha attribuito un nuovo senso al correre, ovvero ha tolto senso al correre con il crono.Ciascuno può essere consapevole di questa propria straordinaria capacità di ridefinire i sensi delle cose. Il nostro agire e il nostro ridefinire-attribuire senso sono due essenziali chiavi del nostro essere Vivi e del nostro poter ri-nascere.....

Public14/03/2013 18:21:09

Quel che ho perso

Ciao Orlando, in quello che hai scritto mi è sembrato di guardarmi allo specchio, perchè le sensazioni che provo attualmente, sono molto simili alle tue. Anch'io nel mio piccolo, mi sono tolto delle belle soddisfazioni fino a circa venti anni fa, poi il declino inevitabile è piombato su di me. Dentro c'è sempre lo spirito agonistico, ma poi la realtà dei secondi che si sommano sempre di più ed il volume di km sempre inferiore, completano il resto. Molti miei coetanei ancora viaggiano su buoni tempi, ma quasi tutti hanno un'età "agonistica" inferiore. Credo che anche questo fattore incida molto sul rendimento di ognuno di noi.

Public14/03/2013 23:47:26

come voi

Anch'io come voi ho reso la mia corsa un passo verso il benessere fisico e morale, quando corro mi rilasso, mi diverto e mi godo tutto quello che vedo. Ora mi sento bene. Ciao

Public15/03/2013 10:23:10

fino all'ultimo respiro che il signore ci concederà.

SEI UN GRANDE,NON FERMARTI MAI,E FINCHE'AVRAI QUESTA PASSIONE DENTRO TE CORRERAI SEMPRE,NON IMPORTA IL TEMPO PASSATO ANZI PROVA A FINGERE: IL MARZIANO ORLANDO NON E'MAI ESISTITO E RIPARTI DI NUOVO PER UNA NUOVA AVVENTURA SEMPRE PIU'ESALTANTE MA SOPRATTUTTO DI CORSA.SALUTI DA UN PODISTA CINQUANTENNE GENNARO PEPE.

Public15/03/2013 11:55:01

età che sembra non avanzare

ribadisco che purtroppo, anche nell'atletica amatoriale agonistica, c'è chi non vuole sentire il peso degli anni che avanza, come dobbiamo accettare tutti. E questo grazie non all'allenamento, ma ad altre pratiche che sono sleali. Ciò fa perdere anche il puro gusto di gareggiare e di confrontarsi con gli altri. Il doping fa parte non solo del ciclismo sia prof che amatoriale, ma anche della corsa, purtroppo. Lo sport agonistico amatoriale non è sempre bello e puro come sembra e alcuni arzilli utracinquantenni, sono solo dei paranoici della visibilità e pseudofama del vincere le garette domenicali. Ed è anche per questo che mi sto allontanando sempre più dalle gare e preferisco un bell'allenamento, magari in mezzo alla natura.

Public18/03/2013 09:07:44

....è la sofferenza e forse anche la corsa.

Non ho mai gareggiato ad una maratona, ma domenica ho assistito in bicicletta quella di Roma, che alcuni miei compagni di squadra hanno corso.
Immaginavo che la sofferenza si dovesse vedere nei campi di guerra, fuori da un ospedale o in un paese povero di risorse.
Invece durante una manifestazione sportiva ho assistito a scene di dolore, pianto e delusione.
Mi domando se sia gusto chiedere al proprio corpo di andare oltre le proprie capacità fermo restando che uno le conosca
Mi riferisco a quelle persone che chiudono la gara sopra o appena sotto le 4 ore pensando di aver raggiunto il proprio traguardo di runner "chi gareggia ad una Maratona non importa il tempo sarà per sempre un maratoneta" .
Mi sta bene che ci sia la giornata NO - e quello che avevi preparato, programmato ed aspettato non arrivi, ma non per questo quella stessa giornata farla diventare un agonia, mi sembra veramente troppo.
Forse la vera gara è quanta sofferenza riesco a sopportare 4 o 5 o magari 6 ore.
Ho visto miei compagni finirla tra le 2 ore e 50 e le 3 ore e 30 avere ancora un espressione di felicità altri un senso di smarrimento, sfinimento e troppo velato un sorriso rivolto ai propri cari in prossimità dell'arrivo.
Condivido quello che dici, l'invecchiamento non si può arginare e l'entusiasmo neanche, forse ho male interpretato le smorfie di dolore e forse il fascino della corsa è proprio questo.
Eppure tra me e me mi sono detto "prima o poi la faccio"
Mauro

Public20/03/2013 23:21:28

quel che ho perso

è di tutti invecchiare,niente più democratico di questo. Ma la vecchiaia non è una stagione della vita,è quando perdi la voglia di scoprire cose nuove,di fare fatica,di ammettere che non puoi correre alla stesso ritmo una maratona,e per non ammetterlo magar smetti di guardare il cronometro. Ho 58anni da scoppiato corro le mie maratone tra 3:06 & 3:12 (Venezia 2012 nella tormenta),non prendo nemmeno un aspirina perché ho problemi di fegato,mi alleno 5 volte a settimana e nelle 12 settimane di preparazione corro circa 1.000 km ,per cui "alfiosim";per favore parla per te,le insinuazioni almeno tra appassionati veri lasciamole perdere.
Un saluto cordiale a tutti.
P.S. Ho corso la prima maratona (sono arrivato a 30 ad oggi) a 41 anni.
Promisi a me stesso di correre la prima maratona al compimento del 40esimo quando PIZZOLATO vinse la sua accoppiata a New York.
PIZZOLATO per me sara sempre e comunque un grande a dispetto del tempo al km.
Un abbraccio

Public30/03/2013 14:04:14

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