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17/04/2013

Il racconto di Antonella - Sono arrivata al traguardo e subito dopo è scoppiato l’inferno

RUNNERS&WRITERS
Anno 2 - numero 65
Mercoledì 17 aprile 2013

Sono arrivata al traguardo e subito dopo è scoppiato l'inferno

Riporto l'articolo apparso su "La Nuova Sardegna", che racconta la mia esperienza a Boston.

«Avevo tagliato il traguardo da pochi minuti e stavo entrando nello Starbucks vicino alla zona premiazioni per riprendermi dalla fatica, riscaldarmi e tornare a casa quando ho sentito la prima esplosione. Fortissima», Antonella Porcu, 40 anni, di Sassari, era appena arrivata, seguita poco dopo dagli altri sardi in gara, tra cui Remo Zanda, 41 anni, di Sassari e Stefano Cois, di Seui, ma residente in California.

«Con la mia amica siamo tornate indietro: ho visto una nuvola di fumo dov’eravamo poco prima, mentre decine di persone ci correvano incontro con la paura stampata sul viso. Immediatamente dopo, un’altra esplosione. Ho capito, ma non ho voluto vedere l’orrore, il sangue. È subentrata la paura e con la mia amica ci siamo lasciate trasportare dal fiume di gente che correva verso la metropolitana. Ma la polizia era arrivata prima e aveva vietato l’accesso per il timore di altri attentati. Allora abbiamo continuato a camminare, cercando di allontanarci il più possibile dalla zona traguardo dove arrivavano a decine le ambulanze, le macchine della polizia e i mezzi dei vigili del fuoco. Nell’unico attimo possibile, la mia amica è riuscita a telefonare al marito per dirle che stava bene, dove si trovava e di venire a prenderci in auto. Poi, anche i telefoni sono andati in tilt».

Antonella Porcu, insegnante di lingue di Sassari, collaboratrice del Cla (centro linguistico di ateneo) dell’Università e titolare della cattedra di lingue straniere nell’istituto Ipsia-Ipsar di Alghero, è scampata per una manciata di minuti al devastante attentato messo a segno durante la Maratona di Boston. Per lei era l’ennesima maratona di questi anni «sarebbe dovuta essere l’ultima perchè per problemi fisici e di tenuta avevo ormai preso la decisione di dedicarmi alle mezze maratone».

Racconta la tragedia di Boston dopo un altro momento drammatico vissuto all’arrivo a New York: «Sono appena atterrata e ci hanno fatto uscire in tutta fretta dall’aeroporto La Guardia dove è stato scoperto un pacco sospetto. Sono su un taxi che mi allontano a tutta velocità dallo scalo, diretta verso l’albergo. Pensavo che fosse finita a Boston e invece...! Sono frastornata e preoccupata. Domani parto per l’Italia, finalmente».

Dei momenti della tragedia di Boston ha ricordi quasi sfocati «Non ho visto sangue, non ho visto, feriti, ho sentito le esplosioni e urla di dolore, ma non mi sono avvicinata, anche perchè la polizia ha steso immediatamente un cordone di sicurezza in tutta la zona e a tutti è stato consigliato di allontanarci il più possibile, perchè c’era il timore che potessero esserci altri ordigni. Con l’amica americana, che mi ha ospitato a Boston e che mi aspettava al traguardo, abbiamo cominciato a camminare verso il punto più vicino in cui il marito sarebbe riuscito ad arrivare con la macchina. La città era paralizzata, il traffico impazzito, le sirene che non smettevano di suonare e io che avevo sempre più freddo e non vedevo l’ora di trovare un posto caldo per riprendermi. Ma i locali pubblici erano stati fatti chiudere per sicurezza e intorno a noi gente terrorizzata che correva da una parte all’altra».

Per oltre cinque ore, Antonella e l’amica hanno vagato per Boston, fino a quando finalmente il marito della ragazza americana è riuscito a trovarle e riportarle a casa. «Solo guardando la tv ho realizzato quel che era successo – ha continuato Antonella Porcu, che non è una maratoneta per caso, visto che è allieva del grandissimo Orlando Pizzolato che le ha predisposto le tabelle di preparazione che le hanno permesso di arrivare al traguardo in 3 ore e 58 minuti, nonostante una tendinite –. Temo che se avessi ascoltato i consigli degli infermieri nei posti di soccorso lungo il percorso, dove mi sono fermata per il dolore alle gambe, avrei rischiato di essere coinvolta nelle esplosioni. Ora sto bene, abbraccio tutti quelli che mi hanno scritto e telefonato dall’Italia preoccupati. Non sono riuscita a rispondere a tutti i messaggi, ma li ringrazierò di persona all’arrivo». (plp)

l'articolo originale pubblicato su "La Nuova Sardegna"

cliccando su questi link trovi altre riflessioni sull'attentato di Boston:
"Tra i maratoneti di Boston, cronache dall’inferno"
"Un pensiero fisso"
"Heartbreak at the finishline"
"Le strade di Boston"
"Allora come ora e per sempre"
"Assordante silenzio"
"Boston 2013

Antonella Porcu

Antonella Porcu ama la corsa, ha completato 4 maratone e 6 mezze maratone. Corre da agosto 2010 ed è insegnante di lingue di Sassari, collaboratrice del Cla (centro linguistico di ateneo) dell’Università e titolare della cattedra di lingue straniere nell’istituto Ipsia-Ipsar di Alghero.

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