24/05/2013
La semplicità del successo
Il mio stato d’animo attuale non lo posso comparare al periodo in cui ho vinto le maratone a NY o quando ho corso altre ottime gare, ma sto vivendo sensazioni molto piacevoli, di soddisfazione per aver raggiunto il traguardo che inseguivo.
Stavolta non si tratta di una vittoria sportiva: sono molto gratificato per aver ottimizzato il rendimento di quella che attualmente è la mia più stimolante passione e attività: il trading. No, non sono uno “speculatore di borsa”, anzi sono un investitore molto conservativo tanto che i miei risparmi sono investiti per il 60% in titoli AAA, visto che su questi devo contare per il mio futuro perché non disporrò dell’assistenza statale. Ho rinunciato alla pensione investendo in modo indipendente le mie risorse economiche.
Come trader faccio compravendita di indici in borsa (ed in parte sono speculatore perché vado a cercare le incongruenze e divergenze dei prezzi). Mi sono appassionato al trading una decina di anni fa, e con il tempo ho preso sempre più confidenza, attraversando momenti di alti e bassi. E’ stato un periodo stimolante e deprimente, molto incerto e ricco di opportunità. Ho fatto molta fatica a “capire i mercati”, perché il mio periodo di esperienza è stata caratterizzato dalle crisi economiche e finanziarie, ed in questa fase le regole che ho appreso dallo studio funzionavano solo in parte.
Trovo molte analogie con la corsa: ad ogni sconfitta corrispondeva un maggior impegno in allenamento (almeno così è sempre stato per me), anche se non sempre era sufficiente: diventavo più forte, ma non più bravo. Il successo che ho avuto improvvisamente come atleta è dipeso soprattutto da un cambio di mentalità: è stato come fare un passo avanti intuendo che oltre c’era un'altra dimensione. Mi viene in mente il romanzo di Stephen King, 22/11/63, quando il protagonista deve fare un passo oltre il fondo di un ripostiglio per ritrovarsi in un altro momento della storia.
Quando ti trovi dentro “l’altra dimensione” e ti giri indietro, noti che la divisione tra i due “mondi” è impercettibile, ma presente. Quel limite è così sottile da non essere colto, e con gli occhi della mente riesco a vedermi dall’altra parte a dibattermi con tanta energia per trovare le soluzioni per fare di più e meglio.
Perché non riesco a correre forte come gli altri podisti, e cosa potrebbe fare il mio corpo se usasse tutto il potenziale? Questo pensiero mi ha reso spesso le notti insonni, e in quelle ore in cui pensavo a cercare con forza la soluzione, non capivo che non la coglievo perché era troppo semplice, quasi trasparente ed impercettibile, e proprio per questo “invisibile”. Quando ho cercato di smontare la situazione per renderla comprensibile, mi sono meravigliato di pensare che la combinazione per entrare “nell’altra dimensione” potesse essere così semplice. E lo era, come lo è adesso che riesco ogni giorno a fare delle operazioni tecniche impensabili fino a qualche settimana fa. Ho un successo del 99%, e nonostante ciò sono spaventato dal fatto di affrontare ogni giorno i mercati, perché ho paura di non essere all’altezza, come nei giorni precedenti.
Per evitare di sentirmi invincibile cerco di ricordarmi che sono vulnerabile: la mattina presto vado a correre e/o pedalare affrontando situazioni impegnative (salite) per ricordarmi che per arrivare in cima devo sempre faticare, anche quando sono ben allenato. Il mal di gambe ed il fiato corto sono i migliori segnali per ricordarmi che ogni sforzo va affrontato con umiltà, consapevole dei miei limiti. La “formula segreta” che mi ha aperto la strada per trovare le soluzioni giuste è proprio questa: i limiti.
Come trader, ogni volta che preparo un’operazione tecnica uso un’immagine semplice: un pallone che rimbalza (e quindi la forza di gravità, che impone dei limiti) ed in questa figura ho trovato (e spero di aver a lungo questa conferma), la chiave di lettura dei prezzi, e quindi dei mercati.
Come maratoneta la soluzione è stata altrettanto semplice: il ritmo del respiro (che impone altrettanti limiti).
Oltre i limiti non si può andare.
Quando gli amatori mi chiedono come si deve correre bene in gara (in tutte le distanze, specialmente la maratona) vorrei dire loro la verità, ma percepisco immediatamente se il podista è pronto ad ascoltarmi (non solo a sentire le parole, ma a capirne il significato). Se percepisco che la situazione non è favorevole, mi rendo conto che non ha senso insistere con le spiegazioni tecniche.
La soluzione non verrà mai captata perché il soggetto cerca risposte elaborate (di quanta tecnologia si abusa!), mentre tutto è proprio sotto il naso, anche nel senso fisiologico, come l’aria che entra ed esce dalla bocca.
Orlando
Stavolta non si tratta di una vittoria sportiva: sono molto gratificato per aver ottimizzato il rendimento di quella che attualmente è la mia più stimolante passione e attività: il trading. No, non sono uno “speculatore di borsa”, anzi sono un investitore molto conservativo tanto che i miei risparmi sono investiti per il 60% in titoli AAA, visto che su questi devo contare per il mio futuro perché non disporrò dell’assistenza statale. Ho rinunciato alla pensione investendo in modo indipendente le mie risorse economiche.
Come trader faccio compravendita di indici in borsa (ed in parte sono speculatore perché vado a cercare le incongruenze e divergenze dei prezzi). Mi sono appassionato al trading una decina di anni fa, e con il tempo ho preso sempre più confidenza, attraversando momenti di alti e bassi. E’ stato un periodo stimolante e deprimente, molto incerto e ricco di opportunità. Ho fatto molta fatica a “capire i mercati”, perché il mio periodo di esperienza è stata caratterizzato dalle crisi economiche e finanziarie, ed in questa fase le regole che ho appreso dallo studio funzionavano solo in parte.
Trovo molte analogie con la corsa: ad ogni sconfitta corrispondeva un maggior impegno in allenamento (almeno così è sempre stato per me), anche se non sempre era sufficiente: diventavo più forte, ma non più bravo. Il successo che ho avuto improvvisamente come atleta è dipeso soprattutto da un cambio di mentalità: è stato come fare un passo avanti intuendo che oltre c’era un'altra dimensione. Mi viene in mente il romanzo di Stephen King, 22/11/63, quando il protagonista deve fare un passo oltre il fondo di un ripostiglio per ritrovarsi in un altro momento della storia.
Quando ti trovi dentro “l’altra dimensione” e ti giri indietro, noti che la divisione tra i due “mondi” è impercettibile, ma presente. Quel limite è così sottile da non essere colto, e con gli occhi della mente riesco a vedermi dall’altra parte a dibattermi con tanta energia per trovare le soluzioni per fare di più e meglio.
Perché non riesco a correre forte come gli altri podisti, e cosa potrebbe fare il mio corpo se usasse tutto il potenziale? Questo pensiero mi ha reso spesso le notti insonni, e in quelle ore in cui pensavo a cercare con forza la soluzione, non capivo che non la coglievo perché era troppo semplice, quasi trasparente ed impercettibile, e proprio per questo “invisibile”. Quando ho cercato di smontare la situazione per renderla comprensibile, mi sono meravigliato di pensare che la combinazione per entrare “nell’altra dimensione” potesse essere così semplice. E lo era, come lo è adesso che riesco ogni giorno a fare delle operazioni tecniche impensabili fino a qualche settimana fa. Ho un successo del 99%, e nonostante ciò sono spaventato dal fatto di affrontare ogni giorno i mercati, perché ho paura di non essere all’altezza, come nei giorni precedenti.
Per evitare di sentirmi invincibile cerco di ricordarmi che sono vulnerabile: la mattina presto vado a correre e/o pedalare affrontando situazioni impegnative (salite) per ricordarmi che per arrivare in cima devo sempre faticare, anche quando sono ben allenato. Il mal di gambe ed il fiato corto sono i migliori segnali per ricordarmi che ogni sforzo va affrontato con umiltà, consapevole dei miei limiti. La “formula segreta” che mi ha aperto la strada per trovare le soluzioni giuste è proprio questa: i limiti.
Come trader, ogni volta che preparo un’operazione tecnica uso un’immagine semplice: un pallone che rimbalza (e quindi la forza di gravità, che impone dei limiti) ed in questa figura ho trovato (e spero di aver a lungo questa conferma), la chiave di lettura dei prezzi, e quindi dei mercati.
Come maratoneta la soluzione è stata altrettanto semplice: il ritmo del respiro (che impone altrettanti limiti).
Oltre i limiti non si può andare.
Quando gli amatori mi chiedono come si deve correre bene in gara (in tutte le distanze, specialmente la maratona) vorrei dire loro la verità, ma percepisco immediatamente se il podista è pronto ad ascoltarmi (non solo a sentire le parole, ma a capirne il significato). Se percepisco che la situazione non è favorevole, mi rendo conto che non ha senso insistere con le spiegazioni tecniche.
La soluzione non verrà mai captata perché il soggetto cerca risposte elaborate (di quanta tecnologia si abusa!), mentre tutto è proprio sotto il naso, anche nel senso fisiologico, come l’aria che entra ed esce dalla bocca.
Orlando
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commento
La capacità che hai nel comunicare è grande quanto i risultati sportivi che hai ottenuto in tutta la carriera!!
Magico Orlando
Public24/05/2013 15:49:51
i rischi che corriamo...
è proprio vero, da oltre 12 anni che corriamo tra mille insidie, piazze nervose, giudici miopi, concorrenti sovravvalutati, rischio doping...
Public24/05/2013 16:24:43
Grazie
Grazie per la saggezza e per la strada dell'umano che sai indicare prima di quella atletica.
Public24/05/2013 16:41:26
Grazie!
Semplicemente Grazie!
Public24/05/2013 21:25:42
Il respiro
Io me ne sono accorto ieri, dopo la seconda 5K che ho corso in meno di un mese. Sinora avevo corso solo distanze più lunghe ed ho notato chiaramente la differenza nella respirazione che ho nella 5K. Ho ben chiaro che sono al limite, già solo sentendomi respirare. Però ho anche imparato che quel ritmo respiratorio posso mantenerlo per un tot di tempo, e non mi spavento più per esso, tengo la barra dritta e continuo. In passato magari arei pensato di non reggere più di ulteriori 300 metri.
Ritornando indietro con la memoria, ora posso anche distinguere lo sforzo respiratorio di una 10K e di una mezza. In una maratona respiro quasi come da seduto (per buona parte di essa).
Grazie per questa nota, ha confermato una mio pensiero latente, che ora entra a far parte dei miei strumenti.
Di Nisio Nicola27/05/2013 11:54:10