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febbraio 2018

26/02/2018

Amazing Amy!

Ieri mattina presto (alle 7.00, prima di uscire a volgere la seduta di fartlek con il gruppo dello stage di allenamento di Peschiera) avevo il pensiero rivolto alla maratona di Tokyo.
Ero curioso di verificare se Kipsang fosse stato in grado di migliorare il primato mondiale, ma prima di tutto ero (fortemente) curioso di controllare la prestazione di Amy Hastings Cragg.
E quando ho visto il tempo che aveva fatto, ho svegliato mia moglie (che era già nel dormiveglia) per riferirle la notizia.
Quando lo scorso novembre, nel ristorante “Wine and Growl” di Pascal Dobert eravamo stati a cena con lei ed il marito, l'impressione che Ilaria e mia figlia Chiara avevano avuto di Amy, è stata di una ragazza molto dolce. Amy è davvero una persona sorprendente: si potrebbe affermare che è una persona alla quale non daresti affidamento di un tale potenziale atletico. Si esprime con una vocina delicata e fisicamente ha un “corpicino esile e minuto”, ma ha una forza di volontà enorme. Quella sera avevo chiesto se si poteva andare a cena presto perché noi avevamo problemi di fuso orario, e ci eravamo dati appuntamento per le 18,45, e lei alle 20,30 ha chiesto di tornare a casa perché doveva andare a dormire per fare bene l'allenamento del giorno dopo.
Nelle successive settimane ci siamo tenuti in contatto, anche se è il marito Alistair a curare i rapporti e la sua attività podistica. Pensate che lei corre solo 3-4 gare l'anno, perché l'obiettivo è il rendimento massimo - nessun compromesso - neanche economico.

Quando ho visto che aveva corso la maratona in 2h21'42”, subito le abbiamo mandato un messaggio, e appena qualche minuto dopo lei ci ha risposto.
La sua è stata una gara magistrale, anche se si è trovata un po' in difficoltà perché ha corso gli ultimi 7km in completa solitudine.
Il miglioramento cronometrico è stato enorme per questi livelli, passando da 2h27'03” a 2h21'42” (5a prestazione di sempre per un'americana), con un passaggio di 1h10'20” alla mezza maratona.

Orlando

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