14/12/2018
Stage per paracadutisti
Quando mi sono iscritto alla scuola di fisioterapia a Ferrara, nel 1982, ero un po' dispiaciuto di non poter seguire il corso ortopedico (che si teneva invece a Bologna), quello che mi avrebbe permesso di essere più vicino all'ambito sportivo, nel quale volevo operare.
Sono stato invece “costretto” a frequentare il corso ad indirizzo neurologico per ridurre i tempi di spostamento, e poter così allenarmi meglio.
Nel tempo però, gli studi nell'ambito della neurologia mi hanno dato conoscenze più specifiche per gli studi che sto facendo da qualche tempo nell'ambito della metodologia dell'allenamento. Dopo aver letto la dispensa “Steps beyond”, che avevo acquistato in una libreria a NY, ho avuto la scintilla e gli stimoli per procedere nell'ambito della neurofisiologia correlata allo sport. Questo indirizzo di studi mi sta appassionando sempre più, perché rilevo che nella fisiologia dell'allenamento la neurofisiologia ha un ruolo vastissimo e molto incidente.
Tante risposte ad aspetti fisiologici dell'allenamento le sto trovando proprio nel “software” che gestisce il corpo. E dalle frequenti letture che faccio, numerosi sono anche gli stimoli che ricevo per ampliare le capacità di rendimento.
Il soggetto su cui applicare questi spunti sono io, e per questo ancora mi diverto ad affrontare allenamenti specifici.
Successivamente trasferisco queste “sperimentazioni” sui ragazzi che alleno, ai quale però manca ancora la coscienza di recepire informazioni elaborate.
Attualmente sto lavorando su una particolare modalità di allenamento finalizzata ad aumentare, in modo proficuo - seppur temporaneo (per circa un'ora) – un flusso maggiore di globuli rossi verso i muscoli.
Non avevo mai pensato a questo protocollo, che è nato in maniera inaspettata, da due situazioni che sono coincise: una pratica (esercitazione), ed una teorica (studio).
Sono ovviamente “geloso” di ciò che imparo: dopo tutto si tratta di investire risorse (interesse, passione, curiosità).
Per condividere quanto sto apprendendo c'è la necessità di trovare soggetti altrettanto curiosi ed interessati, e a volte non riscontro la mia medesima curiosità ed interesse negli aspetti tecnici.
Un'affermazione curiosa riporta che “la mente è come un paracadute: funziona solo quando è aperta”.
Il mio impegno, per il prossimo anno, è di passare le mie conoscenze di ambito neurofisioloco negli stage. Per questo, mi aspetto che si iscrivano tanti “paracadutisti”.
orlando
Sono stato invece “costretto” a frequentare il corso ad indirizzo neurologico per ridurre i tempi di spostamento, e poter così allenarmi meglio.
Nel tempo però, gli studi nell'ambito della neurologia mi hanno dato conoscenze più specifiche per gli studi che sto facendo da qualche tempo nell'ambito della metodologia dell'allenamento. Dopo aver letto la dispensa “Steps beyond”, che avevo acquistato in una libreria a NY, ho avuto la scintilla e gli stimoli per procedere nell'ambito della neurofisiologia correlata allo sport. Questo indirizzo di studi mi sta appassionando sempre più, perché rilevo che nella fisiologia dell'allenamento la neurofisiologia ha un ruolo vastissimo e molto incidente.
Tante risposte ad aspetti fisiologici dell'allenamento le sto trovando proprio nel “software” che gestisce il corpo. E dalle frequenti letture che faccio, numerosi sono anche gli stimoli che ricevo per ampliare le capacità di rendimento.
Il soggetto su cui applicare questi spunti sono io, e per questo ancora mi diverto ad affrontare allenamenti specifici.
Successivamente trasferisco queste “sperimentazioni” sui ragazzi che alleno, ai quale però manca ancora la coscienza di recepire informazioni elaborate.
Attualmente sto lavorando su una particolare modalità di allenamento finalizzata ad aumentare, in modo proficuo - seppur temporaneo (per circa un'ora) – un flusso maggiore di globuli rossi verso i muscoli.
Non avevo mai pensato a questo protocollo, che è nato in maniera inaspettata, da due situazioni che sono coincise: una pratica (esercitazione), ed una teorica (studio).
Sono ovviamente “geloso” di ciò che imparo: dopo tutto si tratta di investire risorse (interesse, passione, curiosità).
Per condividere quanto sto apprendendo c'è la necessità di trovare soggetti altrettanto curiosi ed interessati, e a volte non riscontro la mia medesima curiosità ed interesse negli aspetti tecnici.
Un'affermazione curiosa riporta che “la mente è come un paracadute: funziona solo quando è aperta”.
Il mio impegno, per il prossimo anno, è di passare le mie conoscenze di ambito neurofisioloco negli stage. Per questo, mi aspetto che si iscrivano tanti “paracadutisti”.
orlando
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Paracadute
Eccomi qua,io sarò quel soggetto che stai cercando...aperto a provare nuove strade e di sicuro ritornerò allo stage e questo sarà uno stimolo in più x m'è dopo la lezione del programma a pentagono.
Angelo Brunetti14/12/2018 22:22:50