02/08/2021
Dietro Marcel Jacobs
Le gare della Diamond League allo stadio Louis II di Montecarlo erano finite da un paio d'ore. Dopo cena stavo uscendo per una passeggiata sul porto di Fontvielle e, giusto fuori il piccolo hotel dove alloggiavo, ho incontrato Paolo Camossi. Era in attesa di Marcello Magnani per uscire a cena con Marcel, alloggiato a un centinaio di metri dal nostro hotel. Non c'era nessun altro in giro, e così Paolo ha sentito che mi avvicinavo a lui.
Ci siamo salutati, e ho approfittato della sua disponibilità sia per fargli i complimenti per i risultati di Marcel, sia per chiedergli come aveva potuto, lui specialista del salto triplo, essere un tecnico così abile da portare un velocista ai progressi cui era arrivato (quella sera terzo in 9,99 davanti a De Grasse e Bromell).
Con voce appassionata mi ha indicato la sua filosofia dell'allenamento, le difficoltà che ha dovuto affrontare e gestire nei momenti d'incertezza, il confronto costante con i tecnici americani. Mi ha detto di aver dovuto mettere da parte ciò che aveva sperimentato come atleta, ma di aver fatto tesoro delle emozioni della sua carriera perché nella gestione di un talento come Jacobs, la parte emotiva è un fattore rilevante.
Infine, mi ha confidato che l'aspetto più particolare è correlato alla tecnica di corsa, soprattutto perché - mi ha detto - "da sempre ho il pallino della biomeccanica". Ed ha concluso dicendo "nulla vale la potenza se non la si sa trasferire in velocità".
orlando
Ci siamo salutati, e ho approfittato della sua disponibilità sia per fargli i complimenti per i risultati di Marcel, sia per chiedergli come aveva potuto, lui specialista del salto triplo, essere un tecnico così abile da portare un velocista ai progressi cui era arrivato (quella sera terzo in 9,99 davanti a De Grasse e Bromell).
Con voce appassionata mi ha indicato la sua filosofia dell'allenamento, le difficoltà che ha dovuto affrontare e gestire nei momenti d'incertezza, il confronto costante con i tecnici americani. Mi ha detto di aver dovuto mettere da parte ciò che aveva sperimentato come atleta, ma di aver fatto tesoro delle emozioni della sua carriera perché nella gestione di un talento come Jacobs, la parte emotiva è un fattore rilevante.
Infine, mi ha confidato che l'aspetto più particolare è correlato alla tecnica di corsa, soprattutto perché - mi ha detto - "da sempre ho il pallino della biomeccanica". Ed ha concluso dicendo "nulla vale la potenza se non la si sa trasferire in velocità".
orlando
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