29/04/2024
Una primavera tecnica a lungo desiderata
Come allenatore affronto spesso situazioni tecniche che mi disorientano, ma con l'esperienza e le conoscenze riesco a trovare una soluzione agli aspetti che ogni tanto mi confondono le idee.
Durante lo scorso inverno sono rimasto a lungo sconcertato senza trovare una via che mi portasse fuori da una sorta di “palude tecnica”.
Seguendo la preparazione di Chiara ho passato tante settimane in uno stato di confusione, perché lei non rispondeva agli stimoli della preparazione, diversamente da quanto accadeva invece agli altri ragazzi che alleno. In pratica, ciò che proponevo a lei non determinava gli adattamenti che mi aspettavo.
La programmazione tecnica ha dovuto subire continui rimodellamenti, sempre senza esiti favorevoli; non c'erano allenamenti che funzionassero e mi dispiaceva moltissimo vedere Chiara faticare con tanto impegno praticamente per niente. Specialmente in giornate in cui correva con tanta fatica sotto la pioggia incessante.
Il suo e mio stato d'animo erano alterati anche perché la stagione di cross era completamente saltata.
"Punto e fine" ci siamo detti a metà marzo, dopo la gara del campionato italiano di cross corto a Cassino.
Da lì ho rimesso in fila una programmazione tecnica specifica, senza pensare al rendimento agonistico ma solo ad una crescita fisiologica strutturata che agisse su elementi fondamentali. In un paio di settimane c'è stata una reazione fisica positiva e così anche nelle due settimane successive. "L'inverno" fisiologico stava lasciando spazio ad una "primavera" tecnica in corrispondenza proprio del cambio di stagione. Il rendimento migliorava quasi di seduta in seduta, così come il suo modo di correre. Qualcosa si era evidentemente sbloccato.
Una prima gara di 2000m corsa in 6'15" in piena efficienza. Una prova di 1500m corsa in 4'31" al termine di un ciclo di preparazione di carico perché avevamo deciso di provare la distanza di 5 mila metri prima che il caldo diventasse un fattore limitante. La preparazione specifica per questa distanza non c'era e non c'è ancora, ma un test di efficienza aveva evidenziato che si poteva provare a fare un tentativo.
"Parti prudente" - le ho consigliato - "visto che non hai la tenuta": 8'33" i primi 2500m e poi 8'17" i secondi.
Un miglioramento di quasi 1' rispetto al precedente primato!
Affermo sempre che in fisiologia "1 + 1 non fa 2", ma ciò in cui tecnicamente credo con convinzione ha ristabilito una situazione alterata.
Chissà che questa "primavera tecnica" duri a lungo, e specialmente che sia spesso ... serena.
Orlando
Durante lo scorso inverno sono rimasto a lungo sconcertato senza trovare una via che mi portasse fuori da una sorta di “palude tecnica”.
Seguendo la preparazione di Chiara ho passato tante settimane in uno stato di confusione, perché lei non rispondeva agli stimoli della preparazione, diversamente da quanto accadeva invece agli altri ragazzi che alleno. In pratica, ciò che proponevo a lei non determinava gli adattamenti che mi aspettavo.
La programmazione tecnica ha dovuto subire continui rimodellamenti, sempre senza esiti favorevoli; non c'erano allenamenti che funzionassero e mi dispiaceva moltissimo vedere Chiara faticare con tanto impegno praticamente per niente. Specialmente in giornate in cui correva con tanta fatica sotto la pioggia incessante.
Il suo e mio stato d'animo erano alterati anche perché la stagione di cross era completamente saltata.
"Punto e fine" ci siamo detti a metà marzo, dopo la gara del campionato italiano di cross corto a Cassino.
Da lì ho rimesso in fila una programmazione tecnica specifica, senza pensare al rendimento agonistico ma solo ad una crescita fisiologica strutturata che agisse su elementi fondamentali. In un paio di settimane c'è stata una reazione fisica positiva e così anche nelle due settimane successive. "L'inverno" fisiologico stava lasciando spazio ad una "primavera" tecnica in corrispondenza proprio del cambio di stagione. Il rendimento migliorava quasi di seduta in seduta, così come il suo modo di correre. Qualcosa si era evidentemente sbloccato.
Una prima gara di 2000m corsa in 6'15" in piena efficienza. Una prova di 1500m corsa in 4'31" al termine di un ciclo di preparazione di carico perché avevamo deciso di provare la distanza di 5 mila metri prima che il caldo diventasse un fattore limitante. La preparazione specifica per questa distanza non c'era e non c'è ancora, ma un test di efficienza aveva evidenziato che si poteva provare a fare un tentativo.
"Parti prudente" - le ho consigliato - "visto che non hai la tenuta": 8'33" i primi 2500m e poi 8'17" i secondi.
Un miglioramento di quasi 1' rispetto al precedente primato!
Affermo sempre che in fisiologia "1 + 1 non fa 2", ma ciò in cui tecnicamente credo con convinzione ha ristabilito una situazione alterata.
Chissà che questa "primavera tecnica" duri a lungo, e specialmente che sia spesso ... serena.
Orlando
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Primavera tecnica
Possibile una incidenza negativa anche dal punto di vista ormonale, notiamo queste tardive risposte anche nella nostra professione dove trattiamo in un campo diverso dall’atletica particolari inefficienze ma che in questo ultimo periodo stanno dando i tanto attesi risultati
riky7229/04/2024 15:04:22