24/05/2010
Improvvisamente
Dalla sera alla mattina. Quante cose succedono nelle ore in cui il corpo e la mente si riposano. Per me le notti durano meno di una volta. Non è per la maggior inclinazione dell’asse terrestre, ma perché mi sveglio sempre prima. Ormai non c’è “giorno” che non apra gli occhi prima che ci sia il cinque come primo numero sul quadrante dell’orologio. Mi scopro sveglio perché privo di sonno (dormo circa 7 ore a notte perché sono a letto presto). Per non svegliare Ilaria attendo mezz’ora prima di alzarmi a preparare il caffè.
Nell’immobilità apparente rilevo le pulsazioni a riposo, attualmente circa 42 al minuto, e testo la salute del mio tendine d’Achille sinistro o delle strutture limitrofe visto che l’ecografia ha evidenziato che non ci sono alterazioni dei tessuti. Alzo ed abbasso la punta del piede per mettere in tensione il tricipite surale. Da settimane, praticamente da metà gennaio, ho sempre avvertito che questi movimenti mettevano il tendine d’Achille in tensione, e i primi passi che muovevano mi facevano capire che la situazione non è migliorata, neppure dopo le agognate terapie con la tecar. Qualche fastidio di meno in effetti l’avevo riscontrato, ma nulla di che. Il test dei primi passi mi faceva sempre capire che i tempi per riprendere a correre con regolarità si potevano contare con le settimane, non certo con i giorni, seppure rispetto ad un mese fa le tensioni fossero minori. Ad ogni modo non avrei potuto correre a giorni alterni. Così per due mattine uscivo in bici e la terza invece andavo a correre per una quarantina di minuti.
La scorsa settimana sono rientrato dalla corsetta senza avvertire tensioni sebbene al “test” del mattino del giorno dopo la tensione era ancora lì presente. Le mie speranze erano ricacciate indietro, nel limbo della tendinite. La sopravvivenza di podista è sempre stata molto labile in questo 2010, e così anche le motivazioni non mi hanno mai sostenuto. La scorsa settimana ho però sostenuto due “quarantine” ancora senza disagi del tendine, con l’impressione che avrei potuto correre anche di più ed arrivare a casa senza problemi. Così ho voluto provare ad estendere la durata, arrivando sia a cinquanta minuti, sia ad un’ora. La situazione è migliorata decisamente, anche se il timore di una ricaduta è forte, più per pessimismo intrinseco che per un riscontro oggettivo.
Poi il repetino e deciso cambiamento, improvvisamente lunedì mattina della scorsa settimana; per quale motivo non lo so, ma posso fare delle ipotesi.
A causa della fitta pioggia sono andato a correre a metà mattina, ed ho l’impressione che evitare di mettermi di corsa appena sveglio sia una sollecitazione meno traumatica per il tendine.
Inoltre, il giorno precedente ero uscito con la bici da strada: in salita è più facile alzarsi sui pedali, ed in questo modo credo di aver sollecitato i polpacci in maniera positiva. Il giorno successivo percepivo un indolenzimento diverso rispetto a quando pedalavo con la mountain bike.
Ed infine, il fatto di non percepire fastidi mi consente di correre senza aver il pensiero attento ad ogni minimo segnale di disagio.
Adesso mi manca il test dei due giorni, vale a dire poter correre bene in due sedute podistiche consecutive.
Orlando
Nell’immobilità apparente rilevo le pulsazioni a riposo, attualmente circa 42 al minuto, e testo la salute del mio tendine d’Achille sinistro o delle strutture limitrofe visto che l’ecografia ha evidenziato che non ci sono alterazioni dei tessuti. Alzo ed abbasso la punta del piede per mettere in tensione il tricipite surale. Da settimane, praticamente da metà gennaio, ho sempre avvertito che questi movimenti mettevano il tendine d’Achille in tensione, e i primi passi che muovevano mi facevano capire che la situazione non è migliorata, neppure dopo le agognate terapie con la tecar. Qualche fastidio di meno in effetti l’avevo riscontrato, ma nulla di che. Il test dei primi passi mi faceva sempre capire che i tempi per riprendere a correre con regolarità si potevano contare con le settimane, non certo con i giorni, seppure rispetto ad un mese fa le tensioni fossero minori. Ad ogni modo non avrei potuto correre a giorni alterni. Così per due mattine uscivo in bici e la terza invece andavo a correre per una quarantina di minuti.
La scorsa settimana sono rientrato dalla corsetta senza avvertire tensioni sebbene al “test” del mattino del giorno dopo la tensione era ancora lì presente. Le mie speranze erano ricacciate indietro, nel limbo della tendinite. La sopravvivenza di podista è sempre stata molto labile in questo 2010, e così anche le motivazioni non mi hanno mai sostenuto. La scorsa settimana ho però sostenuto due “quarantine” ancora senza disagi del tendine, con l’impressione che avrei potuto correre anche di più ed arrivare a casa senza problemi. Così ho voluto provare ad estendere la durata, arrivando sia a cinquanta minuti, sia ad un’ora. La situazione è migliorata decisamente, anche se il timore di una ricaduta è forte, più per pessimismo intrinseco che per un riscontro oggettivo.
Poi il repetino e deciso cambiamento, improvvisamente lunedì mattina della scorsa settimana; per quale motivo non lo so, ma posso fare delle ipotesi.
A causa della fitta pioggia sono andato a correre a metà mattina, ed ho l’impressione che evitare di mettermi di corsa appena sveglio sia una sollecitazione meno traumatica per il tendine.
Inoltre, il giorno precedente ero uscito con la bici da strada: in salita è più facile alzarsi sui pedali, ed in questo modo credo di aver sollecitato i polpacci in maniera positiva. Il giorno successivo percepivo un indolenzimento diverso rispetto a quando pedalavo con la mountain bike.
Ed infine, il fatto di non percepire fastidi mi consente di correre senza aver il pensiero attento ad ogni minimo segnale di disagio.
Adesso mi manca il test dei due giorni, vale a dire poter correre bene in due sedute podistiche consecutive.
Orlando
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Ascolto
In effetti ascoltare il proprio corpo è fondamentale, ma spesso, ormai, non viene fatto.
Ciao
Fede
http://runemotion.blogspot.com/
Public24/05/2010 13:18:15
Consolazione
In bocca al lupo Orlando. Mi ha in qualche modo consolato la lettura di questo post, visto che ho gli stessi problemi con la periostite.
Public24/05/2010 20:56:52
Lo spettro del podista
E si, ti capisco benissim Orlando quando parli dell'incubo di ritrovarsi ancora nella morsa della tendinite. Io con il mio piede sinistro che mi costringe ad un fermo ogni due giorni ormai già da qualche mese. Ma la sconfiggerò
Marz
Public28/05/2010 23:25:00