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Io apro le strade che gli altri percorrono

maggio 2010

31/05/2010

Stanchezza da Cento

Assistere ad manifestazione che dura a lungo come la Cento chilometri del Passatore può indurre ad una sorta di nausea nei confronti della corsa, ma ieri mattina presto ero desideroso di andare a correre. La mattinata era un po’ nuvolosa ma il cielo si stava rasserenando ed immaginavo che sarebbe diventata una giornata calda sebbene l’aria fosse fresca per i temporali del giorno prima. L’entusiasmo dell’allenamento che andavo ad affrontare è stato un po’ ridimensionato dalla pesantezza muscolare avvertita nei primi chilometri. Gli effetti di una giornata in piedi a seguire la Cento e l’aver dormito molto poco si facevano sentire, ma non avrei rinunciato al giro che avevo in programma.
Si tratta del circuito di Castel Raniero, che faccio da alcuni anni proprio all’indomani del Passatore. La strada s’inerpica gradatamente tra le colline che portano in direzione di Brisighella, e man mano che mi inoltro e che si guadagna quota, la carreggiata si restringe ed è piacevole sentirsi quasi addosso la vegetazione ai margini della strada. La parte più suggestiva del tracciato, che misura oltre una ventina di chilometri, è il punto più lontano da Faenza. Oltre a trovarsi in alto ed osservare un bel panorama verso ogni punto cardinale, per un paio di chilometri si corre a limite di due valloni di calanchi. Il paesaggio è affascinante per la brulla naturalezza delle creste che emergono dalle pareti dilavate dalla pioggia.
Arrivare al culmine del giro è stato più difficile delle altre volte: la forma fisica attuale è molto bassa e mi serve ancora un mese per correre con margine e disporre quindi di una discreta autonomia. Quando ho visto in lontananza i campanili di Faenza ho calcolato che non sarei rientrato prima di tre quarti d’ora, un po’ meno del tempo impiegato per arrivare fino a lì: per fortuna che potevo sfruttare alcuni chilometri di discesa. Non è stato molto faticoso giungere alle porte della cittadina, nonostante il caldo crescente e la stanchezza muscolare, ma gli ultimi due chilometri li ho sofferti. Avevo i muscoli davvero indolenziti per la tanta strada percorsa e quando alle porte del centro storico ho visto il cartello con il numero 99, mi sono sentito un po’ come i podisti che erano arrivati da Firenze.


Orlando



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Commenti

Mal di gambe in famiglia

La discesa della Cortina-Dobbiaco mi ha lasciato le gambe doloranti, come nemmeno la maratona... Però bella l'esperienza... bella la corsa, bello il fine settimana senza la famiglia, io da sola a decidere i miei tempi e le mie esigenze.
Grazie!

Ilaria

Fedeli Ilaria31/05/2010 15:47:57

come sarà la mia prima della cento?

Sabato 19 giugno farò la mia prima cento con partenza e arrivo da Caldogno (vi), toccando attraverso le colline, Recoaro e poi Campogrosso. Sarà dura per i miei 62 anni e scarso allenamento, per quella distanza.La paura è tanta, ma la gioia di finirla è immensa.Basteranno 14 ore? Sostenetemi e consigliatemi!!!!!

Public07/06/2010 15:21:00

come sarà la mia prima della cento?

Ammiro chi come te riesce ad affrontare mentalmente un impegno così estenuante. Dopo aver assistito al Passatore mi chiedo ancora se sarò mai in grado di sostenere uno sforzo così prolungato. So che si tratta di un freno psicologico. Domenica scorsa ho fatto un "lunghissimo" impegnativo sul piano muscolare e quando alla fine mi sentivo stanco e mi chiedevo per quanto tempo avrei potuto sopportare quel livello di stanchezza, mi sono accorto che invece di rallentare per preservare energie e correre di più, aumentavo il ritmo anche arrivando ad un respiro molto affannoso, pur di arrivare presto a casa. Per me fatica equivale a spingere ed il limite non è tanto durare ma quanto svelto posso andare, ovviamente in relazione ad una distanza che il mio cervello metabolizza. Quindi, ammiro tutti quelli che passano tante ore sulla strada.

Pizzolato Orlando08/06/2010 18:08:31

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