03/05/2012
Posso tirare
Non è la prima volta che me lo riferiscono: il mio elettrocardiogramma da sforzo non è normale. La cosiddetta onda “T” è opposta a quella di tanti altri atleti: invece di salire, scende.
Si tratta quindi di una circostanza anomala per un elettrocardiogramma normale, ma normale per un atleta anomalo. Questa situazione dipende, infatti, dal mio passato di atleta: per tanti anni ho sottoposto il cuore a sollecitazioni elevate e prolungate.
Ad ogni modo mi è stata riconosciuta l’idoneità agonistica, l’autorizzazione a prendere parte alle competizioni, anche se quasi certamente non tirerò mai fuori il cartellino per ritirare il pettorale ad una qualsiasi gara. Come ho riferito in altre occasioni, è un periodo in cui la competizione non rientra nella mia attività di podista. Non so perché, ma l’eventuale partecipazione ad una gara invece di stimolarmi mi lascia indifferente. Non ho proprio voglia di vivere tutte le sensazioni e le emozioni correlate ad una competizione, che tali non lo sono più. Niente mi motiva, infatti, ad indossare un numero.
La corsa non è neppure un momento sportivo della giornata. Si tratta di qualche cosa di diverso. Sicuramente un hobby, qualche cosa che mi manca quando non lo faccio perché mi fa stare bene, anche quando fatico e mi tiro il collo.
Sapendo della mia onda “T storta", temevo che il medico mi dicesse che non potevo forzare. Mi sarebbe dispiaciuto perché sarei stato limitato nell’affrontare le emozioni che correre ancora mi riserva: sentire il mio corpo rispondere alle sollecitazioni che la mente vuol affrontare, perché la fatica è ancora un aspetto piacevole delle mie uscite di podista.
Orlando
Si tratta quindi di una circostanza anomala per un elettrocardiogramma normale, ma normale per un atleta anomalo. Questa situazione dipende, infatti, dal mio passato di atleta: per tanti anni ho sottoposto il cuore a sollecitazioni elevate e prolungate.
Ad ogni modo mi è stata riconosciuta l’idoneità agonistica, l’autorizzazione a prendere parte alle competizioni, anche se quasi certamente non tirerò mai fuori il cartellino per ritirare il pettorale ad una qualsiasi gara. Come ho riferito in altre occasioni, è un periodo in cui la competizione non rientra nella mia attività di podista. Non so perché, ma l’eventuale partecipazione ad una gara invece di stimolarmi mi lascia indifferente. Non ho proprio voglia di vivere tutte le sensazioni e le emozioni correlate ad una competizione, che tali non lo sono più. Niente mi motiva, infatti, ad indossare un numero.
La corsa non è neppure un momento sportivo della giornata. Si tratta di qualche cosa di diverso. Sicuramente un hobby, qualche cosa che mi manca quando non lo faccio perché mi fa stare bene, anche quando fatico e mi tiro il collo.
Sapendo della mia onda “T storta", temevo che il medico mi dicesse che non potevo forzare. Mi sarebbe dispiaciuto perché sarei stato limitato nell’affrontare le emozioni che correre ancora mi riserva: sentire il mio corpo rispondere alle sollecitazioni che la mente vuol affrontare, perché la fatica è ancora un aspetto piacevole delle mie uscite di podista.
Orlando
Allegati
Clicca qui se vuoi aggiungere un commento
Per procedere è necessaria l'autenticazione. Sei pregato di effettuare il login o di registrarti per un nuovo account.
avere i denti, avere il pane ...
... e non volerlo mordere!
un giorno te ne farai una solida ragione: se ce l'avessi non ne parleresti così spesso
un giorno o l'altro ci troveremo alla partenza di qualche gara (magari senza andare oltreoceano)
stammi bene, Enrico
Public04/05/2012 14:31:25
correre
continua ad emozionari arricchendondoti delle emozioni delle persone che ti stimano e vogliono conoscere.Non esiste la 'grande corsa', c' è la corsa con i continui sali e scendi. Sei vincitore ogni volta che esci di casa per farlo. Donatella
Public14/05/2012 18:49:33