29/10/2014
New York 1984, trent'anni fa la mia prima vittoria
E' il 29 ottobre 1984, il "giorno dopo": alcuni ritagli di giornale dei giorni successivi alla mia vittoria
Provate ad immaginare come ho trascorso la mia notte dopo la vittoria a New York. Ricordo di essere rientrato tardi nella mia camera di albergo, che condividevo con Gianni Demadonna (ottimo 5° posto), frastornato dai festeggiamenti e dalle centinaia di pacche sulle spalle ricevute. Alle 18 dovevo ancora farmi la doccia e di lì a poco dovevo presenziare alla festa della Champion, mio sponsor tecnico. Una festa organizzata in anticipo per festeggiare alcuni atleti che vestivano Champion in gara, e sicuramente fra questi non era previsto il sottoscritto! Ricordo che la festa fu messa a soqquadro dalla mia vittoria insperata, e gli invitati aumentarono a dismisura, creando non pochi disagi...
In ogni caso, tornai da solo con me stesso solo quando spensi le luci e cercai di dormire. Mi risvegliavo di soprassalto molto spesso, con il dubbio di avere sognato tutto. Così decisi di mettere sul comodino la corona d'alloro con la quale mi avevano festeggiato, e ogni volta che mi svegliavo di soprassalto, quella visione mi confortava e tornavo a sonnecchiare.
Il giorno seguente, la stampa mi ricordò con prepotenza che non ero più anonimo, tutti sapevano che fossi, e le mie passeggiate a New York non erano più quelle di prima...
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Provate ad immaginare come ho trascorso la mia notte dopo la vittoria a New York. Ricordo di essere rientrato tardi nella mia camera di albergo, che condividevo con Gianni Demadonna (ottimo 5° posto), frastornato dai festeggiamenti e dalle centinaia di pacche sulle spalle ricevute. Alle 18 dovevo ancora farmi la doccia e di lì a poco dovevo presenziare alla festa della Champion, mio sponsor tecnico. Una festa organizzata in anticipo per festeggiare alcuni atleti che vestivano Champion in gara, e sicuramente fra questi non era previsto il sottoscritto! Ricordo che la festa fu messa a soqquadro dalla mia vittoria insperata, e gli invitati aumentarono a dismisura, creando non pochi disagi...
In ogni caso, tornai da solo con me stesso solo quando spensi le luci e cercai di dormire. Mi risvegliavo di soprassalto molto spesso, con il dubbio di avere sognato tutto. Così decisi di mettere sul comodino la corona d'alloro con la quale mi avevano festeggiato, e ogni volta che mi svegliavo di soprassalto, quella visione mi confortava e tornavo a sonnecchiare.
Il giorno seguente, la stampa mi ricordò con prepotenza che non ero più anonimo, tutti sapevano che fossi, e le mie passeggiate a New York non erano più quelle di prima...
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È i keniani?
Grande Orlando! Certo che, pazienza la maratona, ma anche la notte dopo deve essere stata un'altra bella situazione!!!
Guardando l'ordine di arrivo colpisce nettamente l'assenza degli atleti keniani.. (a parte un tanzaniano decimo)
Altri tempi, altra gente, sembra quasi un'altro mondo!
E non era poi molto tempo fa...
Public29/10/2014 17:04:54