15/11/2016
Torno a casa...
Come dopo ogni viaggio, quando si ripensa ai momenti passati e a come sono andate le cose, si rivivono emozioni e sensazioni vissute; ora che sono nel volo di rientro dalla mia trasferta in Oregon apprezzo come sia stata un'occasione ricca di forti esperienze, umane e tecniche.
Senza dubbio il primo aspetto è stato il più rilevante: conoscere altre persone ricche di personalità contribuisce ad aumentare la propria e sono davvero molto soddisfatto di aver portato avanti l'idea di affrontare questa trasferta. Era da tempo che avevo iniziato una fase di approfondimenti tecnici visto che ero giunto ad una fase di stabilizzazione delle conoscenze, e di conseguenza ad un calo motivazionale. Invece di continuare su di un livello standard, conseguente anche alla demoralizzazione che ho avuto quando ho scoperto che c'è chi cammina mettendo i suoi piedi sulle mie orme, ho deciso di andare oltre.
Il rinnovamento è partito proprio due anni fa, quando in una libreria di NY ho messo occasionamente le mani sulla dispensa tecnica “Steps Beyond”, scritta da più autori, e ho iniziato a leggere argomenti che mi hanno portato a vedere l'approccio tecnico verso la corsa da un'altra prospettiva. E da lì, giorno dopp giorno – perchè non passa appunto giorno che non vada alla ricerca di informazioni tecniche – mi sono incamminato verso una realtà tecnica stimolante. Sono andato nell'Oregon perché alcuni di questi autori hanno base e lavorano a Portland, o meglio a Beaverton, probabilmente perchè la Nike è uno sponsor che catalizza le energie di tanti corridori, e quindi dei loro allenatori.
L'occasione l'ho avuta la scorsa estate, quando al meeting di Zurigo e poi a Bruxelles ho incontrato uno di loro: Jerry Schumacher, allenatore del Bowerman Track Club dopo essere stato dapprima responsabile tecnico all'Univerità del Wisconsin e poi collaboratore di Salazar alla Nike Oregon Project (per intenderci la squada di Mo Farah, Galen Rupp, Mat Centrowitz). Jerry la scorsa estate ha mandato 9 atleti alle Olimpiadi di Rio e 3 non sono potuti andare per vari motivi, ma basta pensare che Ryan Hill ha corso i 3000m a Parigi in 7'30” (3a prestazione All Time in America).
Jerry è un ottimo allenatore, ma di lui e dei suoi metodi non si sa nulla: come afferma lui, meglio stare con un basso profilo. Essendo quindi una persona molto riservata, quando mi sono avvicinato per chiedergli se potevo andare ad assistere per qualche giorno ai suoi allenamenti, mi aspettavo un rifiuto. Con mia sorpresa invece mi ha invitato a passare qualche giorno a Beaverton e così, dopo la maratona di NY, sono andato in Oregon. In quei giorni tutto il suo team di ragazzi era presente agli allenamenti, e così ho potuto anche apprezzare la loro famigliarità. Inutile riferire che ci sono ragazzi più riservati ed altri invece estroversi, ma passare assieme a loro alcune ore è stato stimolante sul piano umano.
Jerry mi aveva preannunciato che in questo periodo il gruppo avrebbe svolto un lavoro di sviluppo aerobico di base, e che non ci sarebbero stati invece allenamenti “spinti”, ma ovvio che non ero andato lì per vedere quanto forte corressero, mentre era invece l'occasione per assistere agli allenamenti ma soprattutto per dialogare, chiedere informazioni e discure con Jerry. Lui, da persona molto riservata, si è invece dimostrato molto disponibile e aperto al confronto e alle discussioni, tanto che abbiamo trovato molti punti d'intesa e di confronto, ed ho avuto inoltre la conferma che anche lui crede nel lavoro che io gli spiegavo di aver svolto per preparare le gare che ho fatto, ma che i suoi ragazzi non sono pronti per procedere con un determinato tipo di carico e che deve ovviamente adeguarsi alle loro attuali carattetistiche.
Cosa porto con me da questa trasferta? Sono aumentate le convinzioni che avevo sviluppato, arricchite da altri spunti, e tutto ciò mi porta ovviamente ad una fase di stimolante riflessione. Sono soddistatto del mio approccio tecnico e contento di poter avere persone con cui confrontarmi. Ho già in programma un altro paio di trasferte, questa volta in quota a Flagstaff (Arizona), ed un'altra quando il gruppo sarà in Europa a preparare i mondiali di Londra della prossima estate.
Beaverton, università della corsa - 1° giorno
Beaverton, università della corsa - 2°giorno
Beaverton, università della corsa - 3°giorno
Beaverton, università della corsa - 4°giorno
Il training campus della Nike
Senza dubbio il primo aspetto è stato il più rilevante: conoscere altre persone ricche di personalità contribuisce ad aumentare la propria e sono davvero molto soddisfatto di aver portato avanti l'idea di affrontare questa trasferta. Era da tempo che avevo iniziato una fase di approfondimenti tecnici visto che ero giunto ad una fase di stabilizzazione delle conoscenze, e di conseguenza ad un calo motivazionale. Invece di continuare su di un livello standard, conseguente anche alla demoralizzazione che ho avuto quando ho scoperto che c'è chi cammina mettendo i suoi piedi sulle mie orme, ho deciso di andare oltre.
Il rinnovamento è partito proprio due anni fa, quando in una libreria di NY ho messo occasionamente le mani sulla dispensa tecnica “Steps Beyond”, scritta da più autori, e ho iniziato a leggere argomenti che mi hanno portato a vedere l'approccio tecnico verso la corsa da un'altra prospettiva. E da lì, giorno dopp giorno – perchè non passa appunto giorno che non vada alla ricerca di informazioni tecniche – mi sono incamminato verso una realtà tecnica stimolante. Sono andato nell'Oregon perché alcuni di questi autori hanno base e lavorano a Portland, o meglio a Beaverton, probabilmente perchè la Nike è uno sponsor che catalizza le energie di tanti corridori, e quindi dei loro allenatori.
L'occasione l'ho avuta la scorsa estate, quando al meeting di Zurigo e poi a Bruxelles ho incontrato uno di loro: Jerry Schumacher, allenatore del Bowerman Track Club dopo essere stato dapprima responsabile tecnico all'Univerità del Wisconsin e poi collaboratore di Salazar alla Nike Oregon Project (per intenderci la squada di Mo Farah, Galen Rupp, Mat Centrowitz). Jerry la scorsa estate ha mandato 9 atleti alle Olimpiadi di Rio e 3 non sono potuti andare per vari motivi, ma basta pensare che Ryan Hill ha corso i 3000m a Parigi in 7'30” (3a prestazione All Time in America).
Jerry è un ottimo allenatore, ma di lui e dei suoi metodi non si sa nulla: come afferma lui, meglio stare con un basso profilo. Essendo quindi una persona molto riservata, quando mi sono avvicinato per chiedergli se potevo andare ad assistere per qualche giorno ai suoi allenamenti, mi aspettavo un rifiuto. Con mia sorpresa invece mi ha invitato a passare qualche giorno a Beaverton e così, dopo la maratona di NY, sono andato in Oregon. In quei giorni tutto il suo team di ragazzi era presente agli allenamenti, e così ho potuto anche apprezzare la loro famigliarità. Inutile riferire che ci sono ragazzi più riservati ed altri invece estroversi, ma passare assieme a loro alcune ore è stato stimolante sul piano umano.
Jerry mi aveva preannunciato che in questo periodo il gruppo avrebbe svolto un lavoro di sviluppo aerobico di base, e che non ci sarebbero stati invece allenamenti “spinti”, ma ovvio che non ero andato lì per vedere quanto forte corressero, mentre era invece l'occasione per assistere agli allenamenti ma soprattutto per dialogare, chiedere informazioni e discure con Jerry. Lui, da persona molto riservata, si è invece dimostrato molto disponibile e aperto al confronto e alle discussioni, tanto che abbiamo trovato molti punti d'intesa e di confronto, ed ho avuto inoltre la conferma che anche lui crede nel lavoro che io gli spiegavo di aver svolto per preparare le gare che ho fatto, ma che i suoi ragazzi non sono pronti per procedere con un determinato tipo di carico e che deve ovviamente adeguarsi alle loro attuali carattetistiche.
Cosa porto con me da questa trasferta? Sono aumentate le convinzioni che avevo sviluppato, arricchite da altri spunti, e tutto ciò mi porta ovviamente ad una fase di stimolante riflessione. Sono soddistatto del mio approccio tecnico e contento di poter avere persone con cui confrontarmi. Ho già in programma un altro paio di trasferte, questa volta in quota a Flagstaff (Arizona), ed un'altra quando il gruppo sarà in Europa a preparare i mondiali di Londra della prossima estate.
Beaverton, università della corsa - 1° giorno
Beaverton, università della corsa - 2°giorno
Beaverton, università della corsa - 3°giorno
Beaverton, università della corsa - 4°giorno
Il training campus della Nike
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Grazie Orlando!
un onore essere allenato da te, sempre alla ricerca di nuovi stimoli tecnici che ci fai vivere con i programmi di allenamento e i racconti. Questo tuo continuo aggiornamento e' importantissimo per tutti noi che ti seguiamo. Grazie!
Marco15/11/2016 22:04:20
bene!
Molto interessante, Orlando, non vedo l'ora di seguire gli sviluppi e le novità di questo nuovo corso! La ricerca di stimoli ad un'età a cui altri si fermerebbero ti fa onore. Ma non mi aspettavo meno da te Ciao!
Ubaldo16/11/2016 12:25:29
bravo
ho letto i tuoi 4 giorni; il tuo contributo è importante per tutto il movimento della corsa! come dico sempre trasferisci qualcosa anche a noi 50enni, io devo ancora imparare molto! hai intenzione di darci qualche saggio di preparazione anche agli stage degli amatori? un abbraccio Orlando
DANSAN16/11/2016 14:37:15