20/04/2018
Una Londra stellare
Domenica si correrà a Londra la maratona probabilmente più quotata del 2018. Il campo partenti presenta nomi che sono collocati nella parte alta delle liste all time di tutti tempi, una selezione di campioni che ha determinato un alto costo economico, coperto – e che determina anche un buon utile – dalla vendita dei diritti televisivi e dagli sponsor.
La competizione si presenta appunto di alto livello e l'obiettivo degli organizzatori è di far entrare questa corsa nella storia della maratona.
Quattro atleti hanno un primato inferiore a 2h04' e altri 4 hanno già corso in meno di 2h06'.
A livello femminile in 4 hanno un primato inferiore a 2h20' e altre 3 hanno già corso in meno di 2h22'.
Una gara come quella di domenica è ricca di contenuti agonistici rilevanti, perché il vincitore potrà vantare la sua supremazia, sportiva e di immagine, sugli avversari, visto che praticamente il meglio della maratona attuale è quasi tutto raccolto in questa competizione.
Riuscire ad allineare atleti di tale portata può essere però un'arma a doppio taglio perché, se è vero che l'ambizione del maratoneta è di correre velocemente (e ci sono i propositi di migliorare il record del mondo in entrambe le prove), è anche vero che il prestigio della vittoria diventa predominante per gli atleti.
Lo scontro diretto prevale, e quindi potrebbe essere che il record del mondo diventi un obiettivo secondario; non si può escluderlo ovviamente, perché sono presenti delle “lepri” che a tavolino hanno in programma di tenere il ritmo del primato mondiale (61' a metà gara).
Il clima previsto per domenica (22° gradi e forte irraggiamento) non è favorevole ad esprimere al meglio il potenziale di un atleta, anche se gli africani si sono allenati in condizioni ambientali specifiche: in Africa hanno corso con 25 e più gradi. Con una temperatura simile l'efficienza del sistema termoregolatorio è condizionato, ed il controllo della temperatura corporea diventa una priorità del sistema nervoso centrale.
Il passaggio a metà gara potrebbe quindi variare per adeguarsi alle circostanze ambientali, sebbene nella prima mezza la temperatura potrebbe non essere ancora un fattore limite.
Correre contro il primato mondiale è molto faticoso sul piano energetico, dispendioso sul piano mentale, difficile sul piano tattico, ma per battere gli avversari è necessario a volte arrivare a superare il massimo rendimento finora espresso dall'essere umano.
Ad ogni modo, l'appassionato di atletica attento alle competizioni di alto livello e al responso cronometrico dei protagonisti, avrà modo di godere di un alto spettacolo atletico.
I temi di questa maratona sono vari. Chissà se:
- Eliud Kipchoge manterrà la sua imbattibilità
- Daniel Wanjiru replicherà la vittoria dello scorso anno
- Kenenisa Bekele sarà in grado di fare suo anche il primato della maratona, oltre a quello dei 5 e 10 mila metri
- Guye Adola farà meglio del tempo realizzato all'esordio (2h03'46” a Berlino 2017)
- Mohamed Farah sarà in grado di esprimere su strada il potenziale evidenziato in pista
- ci sarà un outsider in grado di superare questi favoriti e diventare lui il nuovo “number one”
- Mary Keitany sarà in grado di cancellare il record di Paula Radcliffe (lo scorso anno era passata a metà gara in 66'54”, per finire in 67'53”)
Io spero che non prevalga la paura di perdere e che l'evoluzione agonistica non paralizzi la competizione, diventando una gara con eccessivi tatticismi fino a quando il più temerario metterà la marcia più alta.
orlando
leggi il blog successivo: Londra: conclusioni
La competizione si presenta appunto di alto livello e l'obiettivo degli organizzatori è di far entrare questa corsa nella storia della maratona.
Quattro atleti hanno un primato inferiore a 2h04' e altri 4 hanno già corso in meno di 2h06'.
A livello femminile in 4 hanno un primato inferiore a 2h20' e altre 3 hanno già corso in meno di 2h22'.
Una gara come quella di domenica è ricca di contenuti agonistici rilevanti, perché il vincitore potrà vantare la sua supremazia, sportiva e di immagine, sugli avversari, visto che praticamente il meglio della maratona attuale è quasi tutto raccolto in questa competizione.
Riuscire ad allineare atleti di tale portata può essere però un'arma a doppio taglio perché, se è vero che l'ambizione del maratoneta è di correre velocemente (e ci sono i propositi di migliorare il record del mondo in entrambe le prove), è anche vero che il prestigio della vittoria diventa predominante per gli atleti.
Lo scontro diretto prevale, e quindi potrebbe essere che il record del mondo diventi un obiettivo secondario; non si può escluderlo ovviamente, perché sono presenti delle “lepri” che a tavolino hanno in programma di tenere il ritmo del primato mondiale (61' a metà gara).
Il clima previsto per domenica (22° gradi e forte irraggiamento) non è favorevole ad esprimere al meglio il potenziale di un atleta, anche se gli africani si sono allenati in condizioni ambientali specifiche: in Africa hanno corso con 25 e più gradi. Con una temperatura simile l'efficienza del sistema termoregolatorio è condizionato, ed il controllo della temperatura corporea diventa una priorità del sistema nervoso centrale.
Il passaggio a metà gara potrebbe quindi variare per adeguarsi alle circostanze ambientali, sebbene nella prima mezza la temperatura potrebbe non essere ancora un fattore limite.
Correre contro il primato mondiale è molto faticoso sul piano energetico, dispendioso sul piano mentale, difficile sul piano tattico, ma per battere gli avversari è necessario a volte arrivare a superare il massimo rendimento finora espresso dall'essere umano.
Ad ogni modo, l'appassionato di atletica attento alle competizioni di alto livello e al responso cronometrico dei protagonisti, avrà modo di godere di un alto spettacolo atletico.
I temi di questa maratona sono vari. Chissà se:
- Eliud Kipchoge manterrà la sua imbattibilità
- Daniel Wanjiru replicherà la vittoria dello scorso anno
- Kenenisa Bekele sarà in grado di fare suo anche il primato della maratona, oltre a quello dei 5 e 10 mila metri
- Guye Adola farà meglio del tempo realizzato all'esordio (2h03'46” a Berlino 2017)
- Mohamed Farah sarà in grado di esprimere su strada il potenziale evidenziato in pista
- ci sarà un outsider in grado di superare questi favoriti e diventare lui il nuovo “number one”
- Mary Keitany sarà in grado di cancellare il record di Paula Radcliffe (lo scorso anno era passata a metà gara in 66'54”, per finire in 67'53”)
Io spero che non prevalga la paura di perdere e che l'evoluzione agonistica non paralizzi la competizione, diventando una gara con eccessivi tatticismi fino a quando il più temerario metterà la marcia più alta.
orlando
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UNA LONDRA STELLARE
Credo che prevarrà la prima ipotesi e sarà il caldo a deciderlo !!!
datinog20/04/2018 15:18:59
Ho ascoltato ieri dal vivo Eliud Kipchoge all’expo. Dice che correrà la sua gara senza pensare agli altri. Sembrava incredibilmente rilassato. Ha promesso spettacolo ribadendo che la vittoria verrà prima del record. Secondo me è sempre lui quello da battere. Il caldo condizionerà sicuramente. Però quando mi allenavo io in Tanzania a 28 gradi e ho corso la Dubai a 20 gradi mi sembrava fresco. Quindi chissà. Sicuramente sarà spettacolo anche se non la guarderò perché sarò a sudare (ben ) dietro a questi campioni
MarcoS21/04/2018 12:08:13