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Per tutti quelli che amano correre

Tutta l'esperienza e la passione di una vita di corsa.
Io apro le strade che gli altri percorrono

marzo 2020

24/03/2020

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Mentre Fulvio partiva da casa sua, da Cogollo del Cengio, io mi dirigevo verso il viadotto Sant'Agata sul torrente Astico, dove avevamo appuntamento ogni pomeriggio. Da lì si decideva dove andare a correre, a volte verso le sue zone – le “grume”, una serie di collinette in mezzo alla campagna di Cogollo del Cengio - e tra sentieri e carrarecce correvamo a lungo. A quei tempi si facevano gli allenamenti a tempo e non a distanza, anche perché il ritmo medio di corsa era piuttosto lento per effetto del fondo erboso e sterrato.
Altre volte invece si tornava verso la campagna di Piovene Rocchette, più pianeggiante e quindi utile per rilassare le gambe, ma Fulvio, come me, amava le salite e spesso percorrevamo i sentieri dell'Angelo e del Monte Summano.
Insomma, eravamo sempre per campi, anche quando c'erano da fare allenamenti specifici. Fulvio, a quei tempi, aveva un po' di repulsione per la pista, anche perché per andare a quelle più vicine, di Schio e di Thiene, dovevamo andarci in motorino. Le “ripetute” le facevamo per strada e nei prati, ed anche sui sentieri, tanto che Fulvio aveva misurato a passi un tratto di 800 metri (meticoloso e pignolo com'era, affermava che la distanza era di 800 metri “precisi”) per fare le ripetute in estate, quando faceva molto caldo. Si trattava di un sentiero in erba, ricoperto dagli alberi con a sinistra (a 50 cm) una roggia profonda due metri, e una siepe di rovi a destra. L'Enel, proprietaria del canale, aveva messo il divieto di transito, ma per noi era un posto tranquillo e fresco per fare le ripetute.
Un pomeriggio ci è venuta un'idea: “perché” non facciamo 50 volte i 100 metri? E così siamo entrati in un campo da calcio di seconda mano, vicino a dove abitavo, ed abbiamo iniziato con queste variazioni lungo la diagonale del rettangolo del prato. Secondo Fulvio, in base alla lunghezza dei suoi passi, la distanza era di 98 metri (!). Accordati per contare le prove a coppie, io tenevo a mente quelle pari e lui le dispari, e chiacchierando abbastanza agevolmente, siamo arrivati alle 50 prove.
Poiché lo sforzo non ci era sembrato rilevante, ed avevamo anche impiegato tutto sommato poco tempo, abbiamo deciso di procedere verso i ... 100.
Ricordo che mi ero un po' annoiato verso la 70esima prova, ma poi mano a mano che abbiamo deciso di contare quelle che ci mancavano, siamo arrivati presto a -9, -8, -7 e cosi via fino ai 100 allunghi. Incerti se, a causa del chiacchierare, ci fossimo persi qualche prova nei calcoli, abbiamo deciso di farne altre 4.
E non è stata l'unica volta che abbiamo corso 100 allunghi. Qualche settimana dopo l'abbiamo anche rifatto!

orlando



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Commenti

Bellissimo racconto

Grazie dei ricordi, tuoi, ma molto vicini per conoscenza dei luoghi e comunanza di "metodi" (molti allenamenti sulle siepi li ho fatti scavalcando gli ostacoli che mettevo in piedi con le ramaglie trovate nei campi)

Siro24/03/2020 12:36:08

Bellissimo

Bel ricordo, che mi ha riportato indietro nel tempo quando correre nei campi era normalissimo....

Giorgio24/03/2020 15:25:52

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