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maggio 2020

27/05/2020

In cerca di adrenalina

In questi giorni il clima è piacevole e la natura è rigogliosa, aspetti che mettono voglia di correre a chi ha la possibilità di frequentare la campagna o i monti.
È un bel momento per allenarsi, anche perché la condizione di forma sta migliorando di settimana in settimana dopo il calo che c'è stato a causa della quarantena.
Per quanto sia bello correre ed allenarsi, considerando che da mesi non si partecipa ad una gara, potrebbe manifestarsi una situazione di assuefazione mentale, specialmente per chi vive la corsa con una carica agonistica. La mancanza di gare può minare la motivazione al dover sostenere allenamenti che hanno effetti sugli aspetti fisiologici più rilevanti del rendimento. Mi riferisco alla soglia anaerobica e al massimo consumo di ossigeno, per citare solamente un paio.
E che dire della mancanza di adrenalina? Non ci sono allenamenti che danno la scossa psicologica come quando ci si approccia ad una gara, e di competizioni ancora non se ne parla.
Io penso che per un podista sia vitale sentire scorrere l'adrenalina. Non per tutti, ovviamente,e tra questi ci sono anch'io: non ho più ambizioni agonistiche, ma riesco a darmi la carica per affrontare gli allenamenti impegnativi perché sono sempre in fase di studio. E' da qualche settimana che mi sto testando (sempre con l'uso del cardio) per verificare strategie da applicare ai podisti che alleno.
Per un altro verso, applico i test anche ai ragazzi agonisti che ho in cura, in modo da fissare dei punti di evoluzione della loro preparazione.
I test da campo rappresentano, per me allenatore, delle occasioni di verifica, mentre per i ragazzi sono momenti di confronto con quello che erano qualche settimana prima. Queste prove però non attivano l'adrenalina. Per sentire quel brivido, disagevole per un verso perché determina un po' di tensione, ma stimolante perché dà una certa carica energetica, si deve per forza affrontare un confronto.
Di questi tempi ci sono le gare virtuali a stimolare un po' l'eccitazione agonistica, e penso che sia giusto farne qualcuna, sebbene non ci si debba aspettare un particolare rendimento.
Per un altro verso, lo stimolo può arrivare dal confronto con gli amici podisti. Organizzarsi per affrontare delle prove insieme, con il rispetto della distanza di sicurezza, può certamente fornire un piacevole stimolo psicologico. Il confronto nel tempo, con altre analoghe prove da svolgere ogni 2-3 settimane, è altrettanto stimolante come le gare virtuali.

Le distanze da affrontare non dovrebbero essere particolarmente lunghe perché la concentrazione potrebbe non tenere per tutta la prova, visto che da tempo manca l'abitudine alla “competizione”. Prove di 3-5km si tengono bene, fino a quelle di 10km. Ci sono poi aspetti soggettivi da considerare perché alcuni possono invece tollerare più a lungo la carica “agonistica” , ma ad un'intensità meno elevata.
Almeno una volta al mese, fintanto che non ci si potrà allineare al via di una competizione, vale la pena porsi un obiettivo pseudo agonistico.

Io trovo molto stimolanti anche le “cronoscalate”, perché confronto il tempo con altre prove sostenute in precedenza.
Al via di questi test non mi sento in tensione, come potrebbe essere per una gara, ma un po' di eccitazione la percepisco sottopelle, ed è quella sensazione che mi fa sentire che sto affrontando una ... sfida.

orlando



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