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ottobre 2020

31/10/2020

Missing NY

Dal 1982 questo week end l'ho sempre trascorso a NY, ad eccezione del 1988 (ero sempre negli USA, a Los Angeles, a studiare podologia presso il dott. Pagliano, dopo che avevo vinto la maratona di Venezia).

Essere a Manhattan durante il week end della maratona era diventato routine, tanto che quando sono stato in città in momenti diversi dalla gara, l'atmosfera era ben diversa e non riuscivo ad apprezzarla appieno. Dover saltare questa edizione, peraltro molto particolare visto che era la 50a edizione, mi genera un senso di vuoto. Certo, è mancata la crescente carica emotiva per effetto dell'annullamento avvenuto settimane fa, e quindi non ho più avuto alcuna aspettativa, ma stamattina presto – quando sono andato a correre sulla ex ferrovia di Piovene Rocchette – ho avvertito una punta di nostalgia.

Non ho fatto un confronto tra i due posti ma il contesto - il colore delle foglie sugli alberi e il tappeto ingiallito a terra, sentire la fredda umidità sulla pelle - mi ha riportato alla mente le tante volte che ho corso in Central Park. Non è stato come essere là, ma il mio pensiero mi ha fatto sentire le stesse emozioni. Si sa che le endorfine aiutano a vivere sensazioni molto particolari, e così mi sono visto con la mente mentre correvo lungo i viali del Central Park, mentre con gli occhi vedevo la bellezza dei posti dove avevo fatto tantissimi allenamenti in preparazione delle mie maratone di NY.

Domani non mi sveglierò presto eccitato dall'entusiasmo della gara. Non vedrò i tantissimi maratoneti salire sugli autobus per andare verso la partenza. Non ci sarà l'attesa dell'inizio della telecronaca dagli studi della Rai. Non vedrò i top percorrere le avenue della corsa che ha cambiato la mia vita.

Niente di tutto questo e tanto altro, ma sarò da solo a correre nei posti che amo da una vita, e passo dopo passo mi farò accompagnare dai pensieri. E, per qualche momento, come stamattina, sarò ancora là, nel Central Park della mia mente.

Orlando



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Commenti

Che nostalgia

Grazie per i tuoi pensieri Orlando, così significativi per me che l'anno scorso ero là, nel tuo gruppo, dopo mesi di preparazione sotto la tua.guida esperta, pronto a correre la maratona più bella della mia vita. E feci pure il PB...che nostalgia!

Pierfrancesco31/10/2020 14:20:44

Che nostalgia

Bel pezzo, Orlando. Ma sbaglio, o dimentichi la volta di Kathrina, con lower Manhattan allagata?

Piero 5331/10/2020 15:23:05

Che nostalgia

Le tue emozioni mi hanno commosso Orlando. Nel mio piccolo, avendo partecipato una sola volta alla maratona di NY, col tuo gruppo, nel 2018, posso decisamente affermare che e' stato uno dei momenti più emozionanti e belli della mia vita da runner...... ma sono certa che torneremo a vivere queste emozioni... questa situazione surreale ci sta solo spostando il traguardo..... ma torneremo a tagliarlo, perché un runner arriva SEMPRE al traguardo.

Anna31/10/2020 21:55:50

NY la Maratona

Ciao Orlando, leggo sempre con piacere i tuoi scritti.
Purtroppo per varie vicissitudini (soprattutto fisiche) ho dovuto da alcuni anni, a malincuore, allontanarmi dalla corsa: era il mio passatempo, il mio sfogo dopo il lavoro: con qualunque tempo atmosferico uscivo a correre anche se ero stanco della giornata lavorativa ma al ritorno a casa ero ancora più stanco ma soddisfatto... che belle sensazioni.
Da quando avevo ripreso a correre dopo gli studi universitari, il week end della NY marathon era particolare: l'attesa della diretta TV o web era fremente, e come dici tu oggi che tutto è saltato, c'è un vuoto da colmare...
Esattamente 20 anni fa ero nella starting list della mia seconda maratona di NY 2000 (la prima corsa incoscientemente nel 1998 a 15 giorni di distanza dall'esordio sulla distanza): l'avevo preparata nei minimi dettagli, quasi maniacali, seguendo le tue tabelle: il mio obiettivo era il muro delle tre ore.
Me lo ricordo come se fosse ieri: la preparazione della sacca la sera precedente ricontrollata più volte per verificare se c'era tutto, la sveglia prestissimo, la calca nella hall dell'hotel, la strada per Verrazzano Bridge, i bus che scaricano a raffica migliaia di atleti, i camioncini marroni UPS che ti riporteranno la borsa all'arrivo a Central Park, la chiamata del proprio pettorale effettuata dalla polizia per arrivare alla tua posizione di partenza.
"Forse sono arrivato troppo presto" mi dico, ma in un lampo sono passate le ore in attesa dello sparo del cannone. Il ponte vibra sotto i piedi per la corsa dei 32.000 e passa atleti, la temperatura di 3° e il vento gelido mi fanno correre ancora più forte nella "solitudine" della lunghezza del ponte che da Staten Island porta nella chiassosa Brooklyn: migliaia di bambini ti danno il 5, la gente incita chiunque; arriva il 10° km: 39'; poi la mezza sempre in "solitudine" sul Pulasky Bridge senza pubblico in 1h 24'; passaggio nel Queen in attesa dell'estenuante salita del Queensboro Bridge (ma quanto è lungo?).
La fatica della salita è però premiata con l'ingresso nella First Avenue: una folla immensa che non smette mai di incitarti, anche se non ce la fai più non puoi non correre, non puoi deluderli!
Lunghissima!!! Non si vede la fine della First Avenue, tutta un saliscendi che spezza il ritmo. Raggiunto il punto più a nord della maratona nel Bronx si rientra in Manhattan costeggiando Central Park.
C'è ancora qualche miglio in saliscendi da sudare per vedere la linea del traguardo.
23° miglio tosto.
Svolta a destra su Central Pak South, in fondo il mappamondo di Columbus Circle e di nuovo sulla destra ingresso nel parco più famoso del mondo: lì a poche centinaia di metri la linea d'arrivo.
Le gambe tremano per la fatica e per l'emozione di essere giunti al traguardo, per avercela fatta, per aver superato qualcosa che molti ritengono insormontabile.
A poche decine di metri scattano le tre ore, spingo ancora di più. Spengo i due crono e alzo le braccia al cielo, mi mettono al collo la meritata medaglia, guardo l'orologio...
Ce l'ho fatta: real time 2h 59' 54"... maledetto 23° miglio avrei potuto fa 3 minuti in meno...
Che bei ricordi... li rivivo ogni primo weekend di novembre riguardando il video della mia maratona e cercando sul web le più belle imprese della corsa più bella del mondo.
Grazie "Pizzo-what?" (28/10/1984)

Pino01/11/2020 01:15:16

nostalgia!!!!

Ciao, Orlando, conosco quel tipo di nostagia, il non poter più fare le cose che più ci hanno appassionato nella vita, ma i bei ricordi ci aiutano in parte a superarla.

franco leoncini01/11/2020 21:46:12

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