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dicembre 2020

01/12/2020

Io, "fratello" di Sebastian Coe

In questo periodo molti allenamenti li faccio con la bici, nel ciclo simulatore: l'alluce destro non più allineato (valgo) mi causa spiacevoli fastidi mentre corro. Quando invece lo intrappolo nelle scarpe da ciclista, ma soprattutto non lo sottopongo ai traumi da impatto, non mi dà alcun fastidio.
Pedalare sul posto mi annoia, ma ho trovato alternative per far passare il tempo, come leggere e guardare filmati vari, praticamente tutti inerenti la corsa, dalla tecnica alla fisiologica, alla meccanica e tanto altro. Mano a mano che procedo con il filmati, Youtube me ne propone altri di simili e in questo modo sono arrivato a guardarne uno che “raccontava” la storia di Sebastian Coe.
Con questo grande mezzofondista, dalla corsa estremamente efficace, ho vissuto due episodi: la prima volta in corrispondenza di un suo stage a Tirrenia, e l'altra in occasione del Campionato Europeo di Stoccarda nel 1986.
Di Tirrenia ne ho già raccontato in un'altra occasione (io e lui in palestra, nella saletta pesi. Lui che fa i pesi e io ginnastica a corpo libero. Lui che finisce ed esce in pista per correre 20 prove da 200m tra 24 e 27”. Io che provo ad alzare il carico lasciato sul bilanciere, ma che neppure sposto perché si tratta di spostare 120 chili!).

A Stoccarda invece mi trovai inaspettato protagonista di una particolare richiesta.
Il giorno prima della mia gara stavo rientrando al villaggio degli atleti, ben lontano dallo stadio. Sceso dal pullman tra gli ultimi, mi stavo dirigendo verso il cancello d'entrata quando vengo avvicinato da un signore. Lo riconosco: è Dave Martin, fisiologo americano – di Atlanta (Georgia) - che avevo incontrato varie volte in occasione delle mie trasferte per le maratone e con il quale mi ero spesso intrattenuto in varie discussioni tecniche. Dietro di lui, in disparte e vicini alla recinzione che limitava il perimetro del villaggio atleti, riconosco Seb Coe e suo padre.
“May ask you a favor?” mi dice Dave. In pratica, vorrebbe il mio "pass" per far entrare Coe nel villaggio atleti. Così, io e Dave passiamo regolarmente l'accesso. Poco dopo cedo a lui il mio “pass” e lui torna fuori per darlo a Coe, che non era ospite del villaggio perché alloggiava in hotel.
Seb entra nel villaggio, e con un sorriso mi restituisce il “pass”. In quella circostanza ero stato un po' timoroso per chiedere direttamente a lui come mai avesse voluto il mio “pass”, visto che lo poteva richiedere ai numerosi ragazzi inglesi che erano in zona.
Lo chiesi quindi a Dave, che mi rispose: “da quando ti conosco, ho sempre pensato che assomigliassi molto a Seb, tanto che potrei pensare che siete fratelli, e così quando lui mi ha chiesto come poteva fare per entrare nel villaggio, gli ho detto di te. Quando ha visto la tua foto, ha deciso che si poteva fare”.

Orlando



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