23/12/2020
Auguri 2021: 30, 300, 500 e... va bene così
Quando ogni anno mi appresto a scrivere gli auguri di Natale e del nuovo anno, mi piace rileggere quanto scritto gli anni precedenti; mi soffermo ad analizzare i propositi e le aspettative, ed inevitabilmente valuto se gli obiettivi sono stati raggiunti o disattesi.
Mi ha fatto particolare impressione leggere alcuni stralci degli auguri degli ultimi 3 anni...
Siete curiosi?
Parto da quanto scritto due anni fa, negli auguri per l'anno 2019:
“In un luogo e tempo imprecisati, un'epidemia virale conduce tutta la popolazione a diventare cieca e la costringe a vivere [...] in un biancore invadente e fastidioso. In questa cecità improvvisa, dove collaborazione e coordinazione sarebbero essenziali per fronteggiare l'emergenza, prevalgono invece l'egoismo e la diffidenza, e il mondo diventa in poco tempo un ambiente primordiale dove emerge la parte più immorale e depravata dell'uomo.”
Vi stavo parlando del romanzo “Cecità” di Saramago. Se quelle frasi le avessi scritte un anno fa, sarebbe stato un “augurio/maledizione”! Auspicavo di ritrovare sobrietà, parsimonia e valori veri. Smentitemi voi se pensate che, dopo questa pandemia, ci siamo riusciti...
Torniamo indietro di un anno, con gli auguri per l'anno 2018:
“Auguro a me un 2018 sobrio e pacato, all'insegna della lentezza e della calma, come un sacco che vorrei svuotare di tutti gli stimoli che affollano la mia giornata [...] vorrei godermi questo spazio vuoto, assaporando con calma il tempo che passa.”
… e poi quelli di un anno fa, per il 2020:
“Sarebbe auspicabile che ognuno di noi potesse prendere il saccone che contiene tutta questa baraonda e che ci portiamo inconsapevolmente sulle spalle e nel cuore, e riuscisse a svuotarlo per riappropriarsi dei valori più belli, che non sono le parole urlate, l'odio sfrenato, i preconcetti e le dicotomie che contrappongono; bensì la pacatezza, la tranquillità, l'amore per l'altro, l'apertura mentale a idee diverse, la molteplicità.”
Mi riferivo soprattutto al mondo dei social, dove “chi attira l'attenzione lo fa urlando, perché la parola dolce e pacata non fa breccia”.
Un altro anno è passato, e non un anno qualunque: cosa potrei scrivere del 2020, se non pensieri triti e ritriti, ormai scontati, che prendono in esame l'anno più incredibile e imprevedibile per gran parte di noi?
E' ovvio che il virus ha condizionato anche la mia vita, il mio lavoro, i miei affetti, le mie relazioni interpersonali: per fortuna la salute, per il momento, continua ad accompagnare me e le persone che conosco, ma sono saltati alcuni appuntamenti cui tenevo molto: non ho visto i trials americani, non ho seguito la preparazione del Bowerman a Park City, ho dovuto rinunciare a due stages e sono riuscito a svolgere gli altri con più difficoltà per garantire il rispetto dei protocolli, non ho allenato durante il lockdown, non ho viaggiato e non farò le mie vacanze di fine anno (queste saranno le prime feste natalizie a casa, senza viaggiare, degli ultimi 20 anni).
Ma va bene così.
“Va bene così” non significa “accettazione senza ponderazione”, non è abbassare la testa e sfuggire alla responsabilità critica. No, è vedere il lato positivo di un nuovo stile di vita che chiede di essere più parsimoniosi, di accontentarsi con meno, di saper rinunciare e quindi scoprire che non tutto è essenziale. Significa non recriminare quanto non ho potuto o non posso fare, perché ho imparato a cambiare punto di vista e soprattutto a trovare alternative. Mai come nell'ultimo anno il detto “fare di necessità virtù” è calzato a pennello.
Se c'è un merito che devo riconoscere a questo virus, è che durante il lockdown mi ha costretto a “non fare”, a “svuotare la mia giornata di tutti gli stimoli”, ad “assaporare il trascorrere del tempo”, a guardare con distacco “chi attira l'attenzione urlando” e ad ammirare invece “la parola dolce e pacata che in me fa breccia”. Sono diventato, per assurdo, più sereno, pur dispiaciuto per il dilagare del virus e per chi stava male.
Quello che auspicavo nei miei auguri precedenti, l'ho conquistato e apprezzato grazie ad un evento considerato negativo e devastante da tutta l'umanità. Avevo bisogno di una pandemia per cambiare punto di vista, per costringermi a rallentare e ritrovare calma e serenità?
Non lo so, ma va bene così.
E' stato per me un periodo di stacco positivo, che a volte ho rimpianto nei mesi seguenti, quando le cose si sono normalizzate ed è ripartita la corsa dell'umanità al “fare” e al rifarsi di quanto non si era potuto fare prima.
Chiudo con alcune annotazioni pratiche che riguardano la mia attività. Il 2021 sarà all'insegna di alcuni numeri tondi:
30 gli anni di stages
300 il numero di stages che raggiungerò (covid permettendo)
500 le newsletter pubblicate (la prima il 1°marzo 2004, ora siamo a quota 491)
Alleno sempre atleti amatori, organizzo gli stages (qui il calendario 2021), alleno il gruppo del mezzofondo della zona di Schio – e mi piace parecchio - faccio qualche cronaca di gara (se saranno organizzate), leggo e studio tanto, per restare al passo con le tecniche di allenamento.
I miei obiettivi per il 2021 andranno a buon fine? O mi ritroverò, fra un anno, a rileggere anche questi auguri con la sensazione di avere scritto qualcosa che poi è rimasto sulla carta?
Un anno fa mai avrei pensato di vivere un 2020 come questo, quindi lascio aperta la domanda e ne riparleremo fra un anno.
Per il momento, va bene così. Davvero.
Buone feste
orlando
Mi ha fatto particolare impressione leggere alcuni stralci degli auguri degli ultimi 3 anni...
Siete curiosi?
Parto da quanto scritto due anni fa, negli auguri per l'anno 2019:
“In un luogo e tempo imprecisati, un'epidemia virale conduce tutta la popolazione a diventare cieca e la costringe a vivere [...] in un biancore invadente e fastidioso. In questa cecità improvvisa, dove collaborazione e coordinazione sarebbero essenziali per fronteggiare l'emergenza, prevalgono invece l'egoismo e la diffidenza, e il mondo diventa in poco tempo un ambiente primordiale dove emerge la parte più immorale e depravata dell'uomo.”
Vi stavo parlando del romanzo “Cecità” di Saramago. Se quelle frasi le avessi scritte un anno fa, sarebbe stato un “augurio/maledizione”! Auspicavo di ritrovare sobrietà, parsimonia e valori veri. Smentitemi voi se pensate che, dopo questa pandemia, ci siamo riusciti...
Torniamo indietro di un anno, con gli auguri per l'anno 2018:
“Auguro a me un 2018 sobrio e pacato, all'insegna della lentezza e della calma, come un sacco che vorrei svuotare di tutti gli stimoli che affollano la mia giornata [...] vorrei godermi questo spazio vuoto, assaporando con calma il tempo che passa.”
… e poi quelli di un anno fa, per il 2020:
“Sarebbe auspicabile che ognuno di noi potesse prendere il saccone che contiene tutta questa baraonda e che ci portiamo inconsapevolmente sulle spalle e nel cuore, e riuscisse a svuotarlo per riappropriarsi dei valori più belli, che non sono le parole urlate, l'odio sfrenato, i preconcetti e le dicotomie che contrappongono; bensì la pacatezza, la tranquillità, l'amore per l'altro, l'apertura mentale a idee diverse, la molteplicità.”
Mi riferivo soprattutto al mondo dei social, dove “chi attira l'attenzione lo fa urlando, perché la parola dolce e pacata non fa breccia”.
Un altro anno è passato, e non un anno qualunque: cosa potrei scrivere del 2020, se non pensieri triti e ritriti, ormai scontati, che prendono in esame l'anno più incredibile e imprevedibile per gran parte di noi?
E' ovvio che il virus ha condizionato anche la mia vita, il mio lavoro, i miei affetti, le mie relazioni interpersonali: per fortuna la salute, per il momento, continua ad accompagnare me e le persone che conosco, ma sono saltati alcuni appuntamenti cui tenevo molto: non ho visto i trials americani, non ho seguito la preparazione del Bowerman a Park City, ho dovuto rinunciare a due stages e sono riuscito a svolgere gli altri con più difficoltà per garantire il rispetto dei protocolli, non ho allenato durante il lockdown, non ho viaggiato e non farò le mie vacanze di fine anno (queste saranno le prime feste natalizie a casa, senza viaggiare, degli ultimi 20 anni).
Ma va bene così.
“Va bene così” non significa “accettazione senza ponderazione”, non è abbassare la testa e sfuggire alla responsabilità critica. No, è vedere il lato positivo di un nuovo stile di vita che chiede di essere più parsimoniosi, di accontentarsi con meno, di saper rinunciare e quindi scoprire che non tutto è essenziale. Significa non recriminare quanto non ho potuto o non posso fare, perché ho imparato a cambiare punto di vista e soprattutto a trovare alternative. Mai come nell'ultimo anno il detto “fare di necessità virtù” è calzato a pennello.
Se c'è un merito che devo riconoscere a questo virus, è che durante il lockdown mi ha costretto a “non fare”, a “svuotare la mia giornata di tutti gli stimoli”, ad “assaporare il trascorrere del tempo”, a guardare con distacco “chi attira l'attenzione urlando” e ad ammirare invece “la parola dolce e pacata che in me fa breccia”. Sono diventato, per assurdo, più sereno, pur dispiaciuto per il dilagare del virus e per chi stava male.
Quello che auspicavo nei miei auguri precedenti, l'ho conquistato e apprezzato grazie ad un evento considerato negativo e devastante da tutta l'umanità. Avevo bisogno di una pandemia per cambiare punto di vista, per costringermi a rallentare e ritrovare calma e serenità?
Non lo so, ma va bene così.
E' stato per me un periodo di stacco positivo, che a volte ho rimpianto nei mesi seguenti, quando le cose si sono normalizzate ed è ripartita la corsa dell'umanità al “fare” e al rifarsi di quanto non si era potuto fare prima.
Chiudo con alcune annotazioni pratiche che riguardano la mia attività. Il 2021 sarà all'insegna di alcuni numeri tondi:
30 gli anni di stages
300 il numero di stages che raggiungerò (covid permettendo)
500 le newsletter pubblicate (la prima il 1°marzo 2004, ora siamo a quota 491)
Alleno sempre atleti amatori, organizzo gli stages (qui il calendario 2021), alleno il gruppo del mezzofondo della zona di Schio – e mi piace parecchio - faccio qualche cronaca di gara (se saranno organizzate), leggo e studio tanto, per restare al passo con le tecniche di allenamento.
I miei obiettivi per il 2021 andranno a buon fine? O mi ritroverò, fra un anno, a rileggere anche questi auguri con la sensazione di avere scritto qualcosa che poi è rimasto sulla carta?
Un anno fa mai avrei pensato di vivere un 2020 come questo, quindi lascio aperta la domanda e ne riparleremo fra un anno.
Per il momento, va bene così. Davvero.
Buone feste
orlando
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AUGURI DI YOGA
Il lockdown ci ha costretto dopo secoli a ritrovare il pieno nel vuoto, a fermarci per andare forte, come ai ristori della tu prima.a maratona vincente a NY. . Yoga, Wu Wei in cinese . GRAZIE e AUGURI sempre a te e alla tua bellissima famiglia
tite23/12/2020 17:44:34
auguroni
Auguroni Orlando a te e tutta la famiglia.
Stefano24/12/2020 10:04:50
bello Cecità...
Augurissimi a te, tutto lo staff e famiglie, bello cecità, ho letto il libro e visto anche uno spettacolo teatrale, avanti così, a presto
Matteo24/12/2020 10:07:43
tantissimi auguri
Tantissimi Auguri anche a te e alla tua Bellissima Famiglia
Luisa24/12/2020 10:08:42
bellissima lettera
Corrisponde esattamente a ciò che penso, mi ci ritrovo completamente.
Siamo riusciti a riappropriarci di rapporti profondi , di pause , di silenzi che non ci appartenevano più.
Giustamente come dici , con tutto il rispetto x il dolore e la sofferenza di molti, ma qs virus ci ha ridato qualcosa che avevamo perso.
grazie per la riflessione.
all’insegna di qs scegliere con pacatezza chi frequentare, chi salutare
vi invio i miei più sinceri auguri.
con simpatia
Umberto24/12/2020 10:14:24
auguri
Auguri di buon Natale e felice anno nuovo a te e alla famiglia
Claudio24/12/2020 10:16:47
Gentile Orlando
Gentile Orlando,
tra "che strano, è già Natale" e sarà "un Natale strano", gli auguri sono sempre gli stessi, sinceri e sentiti, affinché non manchino pace e serenità in vista di un nuovo anno migliore
Alfredo24/12/2020 10:17:46
Tanti auguri
Tanti auguri di Buon Natale Orlando, anche ai tuoi cari, a presto
Francesco24/12/2020 10:19:34
Carissimi Ilaria e Orlando
Carissimi Ilaria e Orlando,
gli anni passano ma l'importante è continuare a ritrovarci... continuare a cercarci perché finché ci saremo e ci cercheremo ci sarà gioia di vivere (e di correre), nonostante i momenti poco felici che stiamo trascorrendo.
Vi devo molto, siete stati un punto di riferimento costante, ben oltre tutti gli anni in cui la salute mi ha costretto a fermarmi... voi ci siete sempre stati, e non solo nei miei pensieri ma anche col vostro supporto culturale e morale, sì perché atletica significa anche cultura e filosofia di vita.
Ed è con questo pensiero di gratitudine che abbraccio voi, le vostre figlie e tutti coloro che vi amano augurandovi di trascorrere delle feste quantomeno serene!
Un caro saluto anche da A. e M. nelle certezza di rivedervi presto (la speranza non mi basta più!)
V.24/12/2020 10:28:30
Ricambio di cuore
Ricambio di cuore, sperando che il nuovo anno si porti via, insieme al virus, questo maledetto egoismo
Carlo24/12/2020 11:08:11
breccia
Orlando, la tua parola dolce e pacata fa sempre breccia!
Marco Macelloni24/12/2020 11:53:15
Buone Feste
I miei migliori Auguri Orlando a Te a Famiglia!
Marciano24/12/2020 12:42:20
tanti auguri
caro Orlando
tantissimi auguri a te e ai tuoi cari
Sergio 5724/12/2020 14:26:19
Va bene così.
Ciao Orlando, sono d'accordissimo con te. È sempre un piacere leggerti. Tanti auguri di buone feste a te, Ilaria e le ragazze. Nonostante il momento duro, triste, surreale. E viva la parola dolce e pacata.
Maurizio - Roma24/12/2020 16:36:57
Auguri
Auguri di buon Natale a te e a tutta la tua famiglia nella speranza che il prossimo anno finisca questa pandemia.
Nino Ermes Vacante24/12/2020 16:43:39
Auguri “luminosi”
Sempre d’accordo con le tue riflessioni profonde, parole che portano luce nell’anima, non siamo tutti individualisti...
Un caro augurio a te, Ilaria, le ragazze e tutta questa comunità
Franco Z25/12/2020 11:07:31