
37 anni fa
Tra le tante foto della mia vittoria alla maratona di NY del 1984, questa è quella che più mi piace.
Sono sulla 1st Avenue, circa al 27°km. È il punto del percorso dove si trova concentrato più pubblico. Mai mi sarei aspettato di passare lì per primo. Avevo la pelle d'oca per l'emozione. Temevo che, da lì a poco, verso il 30°km, sarebbe finita la mia fuga. Ancora non ci credevo che sarei riuscito a reggere lo sforzo per arrivare primo in Central Park. Non sapevo di avere un vantaggio di 1'10”. Io, Pizzowhat, lì davanti a tutti.
Da li a poco, invece, sarebbe iniziata una fase di grande disagio, sia per lo sforzo fisico – anche a causa del caldo (26°) - sia per la tensione nervosa di dover gestire la posizione di leader. M'imponevo di non voltarmi per non vedere gli avversari alle mie spalle.
È stata davvero molto dura, specialmente nel tenere la mia mente lontana dai pensieri negativi per le brutte sensazioni fisiche che provavo.
Tagliare il traguardo è stata ovviamente una liberazione da tensioni nervose che non avevo mai sentito prima. E un metro dopo aver rotto il “filo di lana” sentivo di aver messo un piede in ... paradiso.
E dentro di me sorridevo, pensando di essere un Pizzowhat.
orlando
Sono sulla 1st Avenue, circa al 27°km. È il punto del percorso dove si trova concentrato più pubblico. Mai mi sarei aspettato di passare lì per primo. Avevo la pelle d'oca per l'emozione. Temevo che, da lì a poco, verso il 30°km, sarebbe finita la mia fuga. Ancora non ci credevo che sarei riuscito a reggere lo sforzo per arrivare primo in Central Park. Non sapevo di avere un vantaggio di 1'10”. Io, Pizzowhat, lì davanti a tutti.
Da li a poco, invece, sarebbe iniziata una fase di grande disagio, sia per lo sforzo fisico – anche a causa del caldo (26°) - sia per la tensione nervosa di dover gestire la posizione di leader. M'imponevo di non voltarmi per non vedere gli avversari alle mie spalle.
È stata davvero molto dura, specialmente nel tenere la mia mente lontana dai pensieri negativi per le brutte sensazioni fisiche che provavo.
Tagliare il traguardo è stata ovviamente una liberazione da tensioni nervose che non avevo mai sentito prima. E un metro dopo aver rotto il “filo di lana” sentivo di aver messo un piede in ... paradiso.
E dentro di me sorridevo, pensando di essere un Pizzowhat.
orlando
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