29/10/2021
Scarpe da “spiaggia”
Mi è stato chiesto, nei commenti al post che ho pubblicato ieri e che parlava della mia vittoria a NY nel 1984, quali scarpe avessi. Si trattava del modello Fighter Gold di Nike.
Non erano mie quelle scarpe: me le aveva cedute Massimo Magnani, compagno di allenamenti del mio periodo ferrarese. Io mi allenavo con un altro modello della Nike, ma nelle sedute specifiche che svolgevo con le scarpe da gara, avevo spesso tensioni ai tibiali anteriori perché, avendo una corsa con baricentro basso, “tiravo di cosce” e spingevo poco di piedi.
Non conoscevo allora cosa fosse il “drop”, ma percepivo che se avessi corso con i talloni un po' più alti rispetto alla punta dei piedi, avrei avuto meno tensioni. Avevo trovato in parte la soluzione, inserendo un rettangolino di sughero spesso alcuni millimetri sotto la soletta nella zona dei talloni. Magnani si era reso disponibile a farmi usare un paio di scarpe che lui non usava perché gli erano un po' strette. Quella è stata per me la soluzione giusta, se non che avevo un numero in meno. Come si può immaginare, per quegli anni erano delle scarpe all'avanguardia. Confrontate con i modelli attuale, appaiono come scarpe da... “spiaggia”.
Il modello che ho usato invece nel 1985 me lo ero procurato quando avevo corso la Coppa del Mondo a Hiroshima, in Giappone. Non posso mostrarle perché mi sono state "sottratte" da qualcuno quando mi stavo cambiando prima della conferenza stampa dopo la seconda vittoria a NY!
orlando
Non erano mie quelle scarpe: me le aveva cedute Massimo Magnani, compagno di allenamenti del mio periodo ferrarese. Io mi allenavo con un altro modello della Nike, ma nelle sedute specifiche che svolgevo con le scarpe da gara, avevo spesso tensioni ai tibiali anteriori perché, avendo una corsa con baricentro basso, “tiravo di cosce” e spingevo poco di piedi.
Non conoscevo allora cosa fosse il “drop”, ma percepivo che se avessi corso con i talloni un po' più alti rispetto alla punta dei piedi, avrei avuto meno tensioni. Avevo trovato in parte la soluzione, inserendo un rettangolino di sughero spesso alcuni millimetri sotto la soletta nella zona dei talloni. Magnani si era reso disponibile a farmi usare un paio di scarpe che lui non usava perché gli erano un po' strette. Quella è stata per me la soluzione giusta, se non che avevo un numero in meno. Come si può immaginare, per quegli anni erano delle scarpe all'avanguardia. Confrontate con i modelli attuale, appaiono come scarpe da... “spiaggia”.
Il modello che ho usato invece nel 1985 me lo ero procurato quando avevo corso la Coppa del Mondo a Hiroshima, in Giappone. Non posso mostrarle perché mi sono state "sottratte" da qualcuno quando mi stavo cambiando prima della conferenza stampa dopo la seconda vittoria a NY!
orlando
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