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ottobre 2017

26/10/2017

Ritorno al mezzofondo

Lo scorso luglio, quando avevo ripreso ad allenarmi con metodo (dopo un periodo di riposo forzato per un intervento alla spalla), mi ero proposto di iniziare a correre con gli elementi più semplici della preparazione, e tra questi c'erano gli allunghi.
In quel momento di bassa efficienza fisiologica i cambi di ritmo mi risultavano piuttosto impegnativi, sia sul piano organico sia nella meccanica di corsa, e i disagi li ho avvertiti in maniera rilevante anche fino al completamento di tre moduli di allenamento (di durata quindicinale), tanto che a metà settembre non ero ancora in grado di correrne 20 senza rilevare particolare disagio. Ma, proprio per le difficoltà che incontravo, ho voluto insistere con questi stimoli, convinto dell'efficacia allenante di queste prove.
Agli inizi della mia carriera, alla fine degli anni '70, il mio allenatore di quel tempo - Antonio Ambu (7 volte campione italiano di maratona) - me ne faceva correre tanti. Nel corso della preparazione invernale, una volta la settimana correvo fino a 50 prove. Ricordo che nella prima seduta ne correvo già 25, per due volte la settimana, ed ogni settimana aumentavo il carico di 5 prove, fino ad arrivare appunto a 50 allunghi, che spesso correvo sull'erba proprio per prepararmi ai cambi di ritmo della corsa campestre (nel 1978, al primo anno della categoria senior, mi ero classificato 11° al campionato italiano).
Allora non ero coinvolto sugli aspetti tecnici, ma ricordo bene che Ambu mi parlava di essere in contatto con un allenatore neozelandese, e ricordo di aver sentito per la prima volta il nome di Arthur Lydiard, che Ambu aveva conosciuto nelle sue trasferte.

Avendo sperimentato in quel periodo l'efficacia di questa mole di “cambi di ritmo”, ho inserito una seduta specifica di allunghi in ogni modulo di allenamento, verificando che nel tempo la mia effacienza migliorava (ovviamente!), ed anche perché tale seduta era un supporto del più importante allenamento intervallato che svolgevo qualche giorno dopo in salita.
Migliorando l'efficienza di corsa (sia organicamente, sia come azione meccanica) ho reso sempre più sofisticata la seduta degli allunghi in modo che aumentasse lo stimolo allenante, e negli ultimi due moduli il carico era diventato molto elevato (a volte anche troppo disagevole).
L'obiettivo fisiologico è quello di ritrovare un'efficienza di rendimento che negli anni ho perso, perché la specializzazione negli sforzi aerobici mi ha portato a perdere le poche fibre anaerobiche che potevano esserci nei miei muscoli. Studi recenti hanno evidenziato che, contrariamente a quanto si era sempre pensato, le fibre bianche possono aumentare di numero in seguito a specifiche sollecitazioni.
Non so se sia aumentato il numero di fibre bianche nei miei muscoli, o se invece (più probabilmente) io abbia semplicemente migliorato l'efficacia del meccanismo anaerobico - oltre che la meccanica di corsa – ma ora che la seduta degli “allunghi” si è evoluta, trovo soddisfazione a sostenere sedute da “mezzofondista”.



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Commenti

recupero

Con allunghi intendi 100 metri?e quanto recupero facevi?grazie

diego26/10/2017 12:43:38

Recupero

Dapprima recuperavo la stessa distanza percorsa, ma in alcune occasioni ho fatto anche solo 10" tra le prove.

orlando26/10/2017 14:17:10

sono sempre le più allenanti

gli allunghi, le ripetute, in salita sopratutto, come le stimolazioni alla Vo2max, rimangono sempre le più stimolanti, allenanti e fondamentali

dugato andrea26/10/2017 16:12:55

Allenamento Ambu

Orlando, pochi mesi fa sulla rivista Jogging, qui in Francia, è apparso un trafiletto che spiegava l'allenamento "Ammazza e Spremi" che, se non ricordo male, è "Made Ambu".

Paolo A.27/10/2017 08:53:16

Allenamento Ambu

Ambu, a quei tempi (1978) me lo aveva indicato proprio con questa dicitura, raccontandomi che lui lo aveva fatto ai "suoi tempi" (1960) proprio per indicazioni avute di Lydiard incontrato in Finlandia.

orlando27/10/2017 11:17:35

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