matitine
Sulla punta delle dita
“Ticchete”.
La sera, quando ripongo i pantaloni sulla sedia, a volte mi dimentico di togliere le cose che ho in tasca. Non tengo praticamente nulla, se non un fazzoletto, alcuni pezzi di carta bianca spesso recuperati da altri più grandi, e le mie inseparabili matite. Il leggero rumore sul parquet della camera è causato proprio da queste ultime. Ma non sono matite normali. Lo erano, parecchio tempo fa.
“Papà, dove la butto questa?” mi chiede ogni tanto Chiara tenendo tra il pollice e l’indice una matita della grandezza di una sigaretta.
“Perché la devi già buttare?”
“La maestra non vuole che usi le matite quando sono mezze consumate”
“Perché?”
“Si scrive e disegna male”
“Dalla a me.” rispondo
“E cosa ne fai?”
“La uso io”
“Ma ne hai già tante”
“Le userò”
Quando esco di casa, anche per una brevissima uscita, mi preoccupo di portare il telefono, i documenti, le chiavi ed ovviamente sempre una matita. Se dimentico qualche cosa quando esco di casa, magari di fretta, ciò che lascio ha un’importanza inversa alla lista appena fatta. La causa della dimenticanza è dovuta non all’importanza dell’oggetto, quanto alle dimensioni, sebbene non mi preoccupi di girare senza documenti nel mio paese. E neppure senza chiavi. Per fortuna, dove abito è ancora un posto di vecchio stampo. Ovviamente la matita che porto con me non può avere certe dimensioni. Sarebbe davvero scomodo e disagevole girare con un paletto di quindici centimetri. L’ingombro delle matite è quello di un mozzicone di sigaretta. A volte un fumatore non potrebbe neppure fumare una cicca “grande” quanto alcune delle mie matite: si scotterebbe le dita.
Portare con me una matita mi dà sicurezza. Quando sono fuori casa, in auto, a passeggio con il cane, in fila alla posta e mi viene un’idea, una riflessione, uno spunto, mi sento tranquillo se la posso riportare. Quasi sempre riesco a ricordare ciò che ho in mente, ma se devo scrivere una frase precisa, con le giuste parole che mi sono venute in quel momento, è meglio se la scrivo, e quando è sulla carta altri spunti di riflessione vengono spesso.
Ormai, le matitine sono diventate compagne inseparabili delle mie uscite. E se anche le mie figlie mi prendono in giro, poco importa. Già sono pelato, vecchio e “rinco”. Poco importa quindi se mi prendono per scemo quando scrivo con la punta delle dita.
Orlando
La sera, quando ripongo i pantaloni sulla sedia, a volte mi dimentico di togliere le cose che ho in tasca. Non tengo praticamente nulla, se non un fazzoletto, alcuni pezzi di carta bianca spesso recuperati da altri più grandi, e le mie inseparabili matite. Il leggero rumore sul parquet della camera è causato proprio da queste ultime. Ma non sono matite normali. Lo erano, parecchio tempo fa.
“Papà, dove la butto questa?” mi chiede ogni tanto Chiara tenendo tra il pollice e l’indice una matita della grandezza di una sigaretta.
“Perché la devi già buttare?”
“La maestra non vuole che usi le matite quando sono mezze consumate”
“Perché?”
“Si scrive e disegna male”
“Dalla a me.” rispondo
“E cosa ne fai?”
“La uso io”
“Ma ne hai già tante”
“Le userò”
Quando esco di casa, anche per una brevissima uscita, mi preoccupo di portare il telefono, i documenti, le chiavi ed ovviamente sempre una matita. Se dimentico qualche cosa quando esco di casa, magari di fretta, ciò che lascio ha un’importanza inversa alla lista appena fatta. La causa della dimenticanza è dovuta non all’importanza dell’oggetto, quanto alle dimensioni, sebbene non mi preoccupi di girare senza documenti nel mio paese. E neppure senza chiavi. Per fortuna, dove abito è ancora un posto di vecchio stampo. Ovviamente la matita che porto con me non può avere certe dimensioni. Sarebbe davvero scomodo e disagevole girare con un paletto di quindici centimetri. L’ingombro delle matite è quello di un mozzicone di sigaretta. A volte un fumatore non potrebbe neppure fumare una cicca “grande” quanto alcune delle mie matite: si scotterebbe le dita.
Portare con me una matita mi dà sicurezza. Quando sono fuori casa, in auto, a passeggio con il cane, in fila alla posta e mi viene un’idea, una riflessione, uno spunto, mi sento tranquillo se la posso riportare. Quasi sempre riesco a ricordare ciò che ho in mente, ma se devo scrivere una frase precisa, con le giuste parole che mi sono venute in quel momento, è meglio se la scrivo, e quando è sulla carta altri spunti di riflessione vengono spesso.
Ormai, le matitine sono diventate compagne inseparabili delle mie uscite. E se anche le mie figlie mi prendono in giro, poco importa. Già sono pelato, vecchio e “rinco”. Poco importa quindi se mi prendono per scemo quando scrivo con la punta delle dita.
Orlando
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dita
neanch'io butterei nulla, con il risultato di avere garage e soffitta piene di cianfrusaglie.
Pelato vecchio e rinco sono diventate invec una costanza per i 50 con figli piccoli.
data la verve letteraria che ti ha colpito (veramente gustoso da leccarsi le orecchie il mi ami o non mi ami: secondo me c'entra ilaria) non mi stupirei di vedere un tuo romanzo a breve in libreria, dai pensaci seriamente.
andrea
Public22/02/2010 09:57:55
Elettronica o grafite?
Mi pare tu non sia incline a raccogliere ciarpame e se ben ricordo tendi ad eliminare il superfluo dal tuo ambiente, cioè quegli oggetti da noi conosciuti come "i prendi polvere", traduzione letterale dal dialetto.
E la "matitina", anziché la "matitona", pare in sintonia con questo modus operandi.
Magari ci sei pure affezionato, io però vorrei solleticarti uno spunto più tecnologico, cioè di usare il telefonino per prendere appunti, elimineresti oggetti dalle tasche (fogli e matitine), certo quello non dovresti dimenticarlo a casa! E' un po' uno scambio del tipo "i due fustoni al posto del Dixan". Ma tu cosa sceglieresti? Elettronica o grafite?
Public22/02/2010 11:08:52
Sulla punta delle dita
@andrea: con la "storia" sono ad 1/3. L'ambientazione mi ha preso più di tutto. Sulla parte tecnica dovrei "filare" meglio.
@Paolo: se per scrivere un SMS impiego 10 volte più tempo di mia figlia (che ovviamente mi prende in giro quando mi sfida) vado ancora a matita e foglietto.
Public22/02/2010 11:40:35
Elettronica o grafite?
Non avevo dubbi Orlando, questa è roba da nuove generazioni, che crescono a pane, telefonini e Nintendo DSI. Io invece mi trovo in una generazione intermedia: uso indifferentemente la matita o l'elettronica, ma proprendo per la matita che, dopotutto, mi affascina ancora di più.
Public22/02/2010 18:20:12
Matite in tasca
Azz... quando hai scritto che le matite che porti in tasca non possono avere certe dimensioni mi hai fumato una battuta fantastica.
Marco.
Public22/02/2010 23:46:26
grande orlando!
bravo, seguiamo sempre il ns. istinto e le ns. piccole "manie". Sono quelle che ci fanno sorridere e quindi, star bene, con noi stessi e gli altri.
Avanti a tutta forzaaa Orlandooo!!!! ^_^
Public24/02/2010 16:41:09