09/05/2011
Di corsa attorno al mondo
Un podista che viaggia dovrebbe mettere sempre in valigia le scarpe da corsa, non tanto per essere sempre rispettoso della tabella, bensì perché correndo si possono così esplorare posti sconosciuti, e si sa che la corsa contribuisce spesso ad esaltare le emozioni.
Non è necessario percorrere i viali dei più famosi parchi cittadini per sentirsi podisti giramondo. Spesso sono le uscite su strade comuni a far sentire sensazioni particolari perché si vive la normalità del posto. Percorrere il sentiero di una pineta, inoltrarsi in un bosco, costeggiare una spiaggia, rileva la normalità di questi posti e si percepisce l’emozione quotidiana della gente che li vive da sempre.
Nelle località meno famose è bello essere parte dell’ambiente e muoversi come farebbe un podista locale, ma con la curiosità di chi quei posti li vede per la prima volta.
L’istinto del podista porta sempre a percorrere strade che riservano sorprese perché si evitano le zone affollate, trafficate, rumorose e caotiche per cercare invece gli ambienti frequentati da pochi: dal contadino che va nella sua campagna, dal pescatore che costeggia il fiume, dal montanaro che sale nella malga.
Ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella sua vita di podista di trovarsi in un luogo particolare, e completare quella corsa con sensazioni di meraviglia, soddisfazione e compiacimento. Sono ricordi che durano a lungo, e chi ha voglia di lasciare sulla carta il segno di tale esperienza troverà poi l’occasione per ripensare con nostalgia a quei momenti.
Stefano Medici, podista bolognese, ha avvicinato numerosi amici appassionati di corsa convinto che ognuno di loro avesse vissuto un’esperienza podistica particolare. Ne è uscito così un collage di emozioni raccolte nel volume “Di corsa intorno al mondo” che lui ha curato con entusiasmo, ed ovviamente passione.
Si tratta di racconti che fanno emergere varie emozioni, di aneddoti che fanno sempre colpo in chi ascolta.
Personalmente ne avrei tanti da raccontare, dalla baraonda alla corrida di San Paolo in Brasile, alle rocambolesche gare dei Caraibi, alle solitarie corse sul Gran Canyon, o quando non ho potuto procedere oltre perché bloccato da una scrofa gigantesca. Ma ho raccontato di una corsa tra l’Arizona e lo Utah, tra la notte ed il giorno, tra il cielo immenso ed una terra desolata, tra il freddo ed il gran caldo, di una lunga andata ed un infinito ritorno.
Il libro può essere richiesto direttamente a Stefano Medici.
Orlando
Non è necessario percorrere i viali dei più famosi parchi cittadini per sentirsi podisti giramondo. Spesso sono le uscite su strade comuni a far sentire sensazioni particolari perché si vive la normalità del posto. Percorrere il sentiero di una pineta, inoltrarsi in un bosco, costeggiare una spiaggia, rileva la normalità di questi posti e si percepisce l’emozione quotidiana della gente che li vive da sempre.
Nelle località meno famose è bello essere parte dell’ambiente e muoversi come farebbe un podista locale, ma con la curiosità di chi quei posti li vede per la prima volta.
L’istinto del podista porta sempre a percorrere strade che riservano sorprese perché si evitano le zone affollate, trafficate, rumorose e caotiche per cercare invece gli ambienti frequentati da pochi: dal contadino che va nella sua campagna, dal pescatore che costeggia il fiume, dal montanaro che sale nella malga.
Ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella sua vita di podista di trovarsi in un luogo particolare, e completare quella corsa con sensazioni di meraviglia, soddisfazione e compiacimento. Sono ricordi che durano a lungo, e chi ha voglia di lasciare sulla carta il segno di tale esperienza troverà poi l’occasione per ripensare con nostalgia a quei momenti.
Stefano Medici, podista bolognese, ha avvicinato numerosi amici appassionati di corsa convinto che ognuno di loro avesse vissuto un’esperienza podistica particolare. Ne è uscito così un collage di emozioni raccolte nel volume “Di corsa intorno al mondo” che lui ha curato con entusiasmo, ed ovviamente passione.
Si tratta di racconti che fanno emergere varie emozioni, di aneddoti che fanno sempre colpo in chi ascolta.
Personalmente ne avrei tanti da raccontare, dalla baraonda alla corrida di San Paolo in Brasile, alle rocambolesche gare dei Caraibi, alle solitarie corse sul Gran Canyon, o quando non ho potuto procedere oltre perché bloccato da una scrofa gigantesca. Ma ho raccontato di una corsa tra l’Arizona e lo Utah, tra la notte ed il giorno, tra il cielo immenso ed una terra desolata, tra il freddo ed il gran caldo, di una lunga andata ed un infinito ritorno.
Il libro può essere richiesto direttamente a Stefano Medici.
Orlando
Allegati
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La corsa è vivere al 100% !
E' totalmente vero! correre è un modo per vedere i paesaggi e le cose in maniera semplice con nuove emozioni!
Marciano
Public10/05/2011 11:18:37
Verissimo
Mi sono svegliato presto mentre i miei compagni di viaggio dormivano lo scorso weekend ad Amsterdam: percorrere le strade della città e del porto in pantaloncini e maglietta mi ha fatto sentire totalmente a mio agio, più come un abitante della città che come un turista. Un'emozione meravigliosa, che sicuramente cercherò di ripetere ogni volta che ne avrò l'occasione
Public26/05/2011 00:58:33