31/01/2011
Integratori? No grazie
Non c’è giorno che corra senza avere i muscoli indolenziti e le gambe pesanti. Fa parte della scelta di essere un podista che corre in pratica tutti i giorni, 25-27 volte al mese.
Nei giorni di scarico le gambe sono affaticate dallo sforzo del giorno precedente, ed è una conseguenza naturale. E nelle giornate di carico lo sforzo è necessariamente elevato, tale da portarmi ad un livello prestativo sempre maggiore. Quindi torno a casa con un discreto, spesso elevato, livello di affaticamento.
Insomma, la stanchezza c’è sempre ed è volutamente cercata per attivare adattamenti fisici sempre maggiori. A cambiare tra le varie giornate è solo lo stress mentale: nei giorni di scarico, pur avendo gambe e corpo stanco, corro psicologicamente rilassato perché non devo affrontare tensioni fisiche elevate. Tuttavia, anche correre poco e piano è disagevole quando i muscoli sono molto indolenziti, ma è sufficiente sopportare il fastidio.
Nelle sedute impegnative - necessarie per raggiungere uno specifico livello di stress fisico che comporti una reazione del corpo - è normale arrivare ad uno stato di fatica tale da comportare disagio. Non m’illudo che le sedute di carico siano facili da svolgere e da gestire, perché è proprio il limite del mio corpo che vado a cercare. Un limite ovviamente sotto massimale perché non si tratta di una competizione nella quale esprimo il 100% delle mie risorse, ma voglio arrivare a sondare le mie difficoltà.
E’ per questo che non aiuto il mio corpo assumendo qualche prodotto che dovrebbe agevolarlo. Non è importante se l’affaticamento che ricerco avviene al 10°, al 20°, al 30°km: quella zona di disagio deve essere raggiunta, sondata, e gestita. La parte interessante e stimolante dell’allenamento sta proprio nel come riesco a gestire l’inevitabile difficoltà della seduta, determinata dalla sommatoria delle sensazioni di disagio muscolare ed organico. Se le difficoltà non ci fossero dovrei correre di più e/o più velocemente perché comunque voglio arrivare alla fatica.
Quando ero un professionista la seduta di lunghissimo la svolgevo spesso il giorno dopo una gara, non massimale ma tirata al 95-98%, perché i disagi causati della stanchezza emergevano già dopo 15km ed era sufficiente percorrere 30km invece di arrivare a 40.
Inoltre, non mi preoccupo neppure di disporre di adeguate energie specifiche per correre forte l’allenamento, ed il fatto di allenarmi a digiuno mi favorisce sotto questo aspetto.
La mia filosofia atletica, sollecitata da esperienze precedenti, mi porta a non preoccuparmi neppure di agevolare il recupero fisico: portato il corpo in uno stato di affaticamento, egli deve reagire da sé per tornare ad un livello di normalità. Non mi preoccupo della fase del recupero fisico perché ho notato che mi servono 48 ore prima di sostenere un altro stimolo specifico, se lo sforzo che ho sostenuto in precedenza è stato molto elevato. Sono necessarie 72 ore (vale a dire tre giorni) quando sono reduce da un carico ancora più elevato.
Nel frattempo, pur accusando stanchezza e mal di gambe, vado a correre ugualmente. E’ proprio così che aiuto il mio corpo a recuperare: correre in circostanze di non completa freschezza, o addirittura di stanchezza, stimola l’organismo a reagire in fretta agli stress subiti. Si tratta di una circostanza che rilevo man mano che procedo nella preparazione. All’inizio, quando non sono in forma, noto che nella seduta di rigenerazione il mal di gambe può durare per tutta l’uscita, oltre ad essere più elevato. Alcune settimane più tardi, pur con un carico allenante crescente, avverto che nel corso delle sedute di rigenerazione ho la tendenza a correre più svelto, tanto da non poter più classificare tali uscite come rigeneranti.
Tutto ciò avviene in seguito all’aumentata efficienza per il progressivo adattamento del mio corpo: la forma si sta avvicinando.
La forma arriva quando il corpo risponde in maniera adeguata agli stimoli, e quindi è in salute; una sensazione che si avverte giorno dopo giorno, conseguente al benessere generale.
E’ da qualche tempo che non faccio le analisi del sangue, ma da quando sono amatore e svolgo la metà del carico chilometrico rispetto a quando ero professionista, ho rilevato che i miei valori sono tutti buoni, migliori di un ventennio fa. Allora lottavo con problemi di ferro (la ferritina era sempre tra 15 e 25, mentre nelle ultime analisi stava sempre sopra 80). L’emoglobina non era mai superiore a 13,8 mentre nell’ultimo periodo non scende mai da 15. L’ematocrito stava attorno a 42 e da amatore è due punti superiori, e i valori degli elettroliti sono sempre ben piazzati a metà del range suggerito.
Sto bene e posso pertanto stressare l’organismo, anche tanto, perché mi piace e noto che il corpo ci sta, senza lamentarsi troppo e, se anche fosse, io… ci convivo.
Orlando
Nei giorni di scarico le gambe sono affaticate dallo sforzo del giorno precedente, ed è una conseguenza naturale. E nelle giornate di carico lo sforzo è necessariamente elevato, tale da portarmi ad un livello prestativo sempre maggiore. Quindi torno a casa con un discreto, spesso elevato, livello di affaticamento.
Insomma, la stanchezza c’è sempre ed è volutamente cercata per attivare adattamenti fisici sempre maggiori. A cambiare tra le varie giornate è solo lo stress mentale: nei giorni di scarico, pur avendo gambe e corpo stanco, corro psicologicamente rilassato perché non devo affrontare tensioni fisiche elevate. Tuttavia, anche correre poco e piano è disagevole quando i muscoli sono molto indolenziti, ma è sufficiente sopportare il fastidio.
Nelle sedute impegnative - necessarie per raggiungere uno specifico livello di stress fisico che comporti una reazione del corpo - è normale arrivare ad uno stato di fatica tale da comportare disagio. Non m’illudo che le sedute di carico siano facili da svolgere e da gestire, perché è proprio il limite del mio corpo che vado a cercare. Un limite ovviamente sotto massimale perché non si tratta di una competizione nella quale esprimo il 100% delle mie risorse, ma voglio arrivare a sondare le mie difficoltà.
E’ per questo che non aiuto il mio corpo assumendo qualche prodotto che dovrebbe agevolarlo. Non è importante se l’affaticamento che ricerco avviene al 10°, al 20°, al 30°km: quella zona di disagio deve essere raggiunta, sondata, e gestita. La parte interessante e stimolante dell’allenamento sta proprio nel come riesco a gestire l’inevitabile difficoltà della seduta, determinata dalla sommatoria delle sensazioni di disagio muscolare ed organico. Se le difficoltà non ci fossero dovrei correre di più e/o più velocemente perché comunque voglio arrivare alla fatica.
Quando ero un professionista la seduta di lunghissimo la svolgevo spesso il giorno dopo una gara, non massimale ma tirata al 95-98%, perché i disagi causati della stanchezza emergevano già dopo 15km ed era sufficiente percorrere 30km invece di arrivare a 40.
Inoltre, non mi preoccupo neppure di disporre di adeguate energie specifiche per correre forte l’allenamento, ed il fatto di allenarmi a digiuno mi favorisce sotto questo aspetto.
La mia filosofia atletica, sollecitata da esperienze precedenti, mi porta a non preoccuparmi neppure di agevolare il recupero fisico: portato il corpo in uno stato di affaticamento, egli deve reagire da sé per tornare ad un livello di normalità. Non mi preoccupo della fase del recupero fisico perché ho notato che mi servono 48 ore prima di sostenere un altro stimolo specifico, se lo sforzo che ho sostenuto in precedenza è stato molto elevato. Sono necessarie 72 ore (vale a dire tre giorni) quando sono reduce da un carico ancora più elevato.
Nel frattempo, pur accusando stanchezza e mal di gambe, vado a correre ugualmente. E’ proprio così che aiuto il mio corpo a recuperare: correre in circostanze di non completa freschezza, o addirittura di stanchezza, stimola l’organismo a reagire in fretta agli stress subiti. Si tratta di una circostanza che rilevo man mano che procedo nella preparazione. All’inizio, quando non sono in forma, noto che nella seduta di rigenerazione il mal di gambe può durare per tutta l’uscita, oltre ad essere più elevato. Alcune settimane più tardi, pur con un carico allenante crescente, avverto che nel corso delle sedute di rigenerazione ho la tendenza a correre più svelto, tanto da non poter più classificare tali uscite come rigeneranti.
Tutto ciò avviene in seguito all’aumentata efficienza per il progressivo adattamento del mio corpo: la forma si sta avvicinando.
La forma arriva quando il corpo risponde in maniera adeguata agli stimoli, e quindi è in salute; una sensazione che si avverte giorno dopo giorno, conseguente al benessere generale.
E’ da qualche tempo che non faccio le analisi del sangue, ma da quando sono amatore e svolgo la metà del carico chilometrico rispetto a quando ero professionista, ho rilevato che i miei valori sono tutti buoni, migliori di un ventennio fa. Allora lottavo con problemi di ferro (la ferritina era sempre tra 15 e 25, mentre nelle ultime analisi stava sempre sopra 80). L’emoglobina non era mai superiore a 13,8 mentre nell’ultimo periodo non scende mai da 15. L’ematocrito stava attorno a 42 e da amatore è due punti superiori, e i valori degli elettroliti sono sempre ben piazzati a metà del range suggerito.
Sto bene e posso pertanto stressare l’organismo, anche tanto, perché mi piace e noto che il corpo ci sta, senza lamentarsi troppo e, se anche fosse, io… ci convivo.
Orlando
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professionista o amatore.
A volte mi chiedo se sei amatore o ancora professionista ma a giudicare dagli allenamenti forse sei a metà strada.
Complimenti.
Public31/01/2011 11:22:49
Integratori
Quindi niente integratori neanche durante un lungo di più di 2 ore? Nel percorso che faccio abitualmente purtroppo c'è solo una fontanella disponibile e tendo ad utilizzarla prendendo poco prima un gel. Che dovrei fare,non prendere nulla per due ore o portare dietro una borraccia con acqua/bevanda energetica (ce ne sono che si tengono con una cintura in vita).
E comunque concordo col far lavorare il corpo, ma non portarlo allo stremo però: ieri mi sono fermato dopo 2 ore esatte quando ho cominciato a sentire i muscoli un po' duri, per 15 minuti ho stretto i denti e sono comunque andato alla mia andatura prevista per la maratona di Roma.
Public31/01/2011 11:43:40
INTEGRATORI? NO GRAZIE
Mi ritrovo su quasi la totalità di quanto descrivi, la differenza secondo il mio modesto parere, appartenendo a quella fascia di persone che si allenano 26 volte al mese (acciacchi e malanni vari permettendo) condivido pienamente le sensazioni e le vivo per come hai descritto. Ciò che mi trova un po perplesso e che per gente come me che si allena alle 7 del mattino (altrimenti devo rinunciare) completamente a digiuno e poi affronta una giornata di lavoro contornata da impegni comuni a tutti quelli che hanno famiglia con figli, credo che l'alimentazione non può essere (come faccio io) lasciata al caso nel senso che ti alimenti in maniera normale, pur sopportando carichi di lavoro importanti. Allo stesso tempo credo che l'aiuto di un nutrizionista "naturalista" potrebbe dare un giusto apporto sotto questo aspetto. Ma ripeto la soggettività in questo campo mi ha insegnato che una soluzione non può sicuramente essere universale
Public31/01/2011 11:44:34
integratori
Sì, ok, sono d'accordissimo circa il non uso degl'integratori (!!!) ma, con la tua filosofia d'allenamento, non aumenti di molto le probabilità d'infortunio?
Public31/01/2011 12:00:02
sarebbe bello lavorare e allenarsi !
Dopo aver giocato al calcio per 30 anni,
da circa 10 mi sono affezionato al podismo con tanto amore e passione.
Gareggio praticamente tutte le domeniche e mi alleno con costanza e impegno.
Più di un anno fa ho perso il lavoro per truffe per centinaia di milioni di euro
anche a danno dello stato e dell‘Inps, proprio oggi 31 gennaio si celebra il processo
a questi farabutti al tribunale di Roma.
Adesso per assurdo faccio molto più fatica ad allenarmi perché le preoccupazioni
per mantenere la famiglia, pagare le bollette, e gli studi dei figli sono tali
da farmi perdere la ragione e il buonsenso e sarebbe bello allenarsi con la testa tranquilla.
Però un vantaggio c’è le aziende di integratori possono anche fallire
per quanto mi riguarda.
Vito
Public31/01/2011 13:03:05
integratori no grazie
Sono della tua stessa opinione orlando.
Mastico unicamente delle pastiglie di lievito di birra.
Su una cosa però la vedo diversa.
Correre ogni giorno, anche se solo per defaticare non è da tutti. Si stressa comunque l'articolazione e la muscolatura, suggerirei uno sport alternativo non traumatico, tipo bici, nuoto, o semplice camminare veloce.
naturalmente questo vale per gli amatori come me
http://grintadicorsa.blogspot.com/
Public31/01/2011 15:22:03
professionista o amatore.
Avendo provato la prima circostanza, adesso mi considero un vero tapascione. "Ai miei tempi" 4' al chilometro non lo tenevo neppure quando facevo il recupero tra le prove ripetute. Ma ciò che faccio adesso lo intendo ancora con impegno professionale. Non ce la faccio a correre tanto per stare in salute. Mi stimola poco.
Pizzolato Orlando31/01/2011 17:52:01
INTEGRATORI? NO GRAZIE
Si tratta di una mia personale situazione dove ho trovato un equilibrio nel quale sto bene e mi sento efficiente. Poche ore dopo aver fatto 8 prove da 1.2km ad un ritmo più veloce del solito, ho pranzato con pane (appena sfornato e formaggi). Il giorno successivo sono andato a correre ed ho dovuto trattenermi dal non fare una CLS. Ma 24 ore dopo l'ho però fatta e per 23km, completamente a digiuno e senza condizionamenti nel rendimento. Alla fine ero un po’ stanco ma avrei potuto procedere ancora un po’.
Mi preoccuperei di controllare gli alimenti che assumo nel momento in cui il mio corpo mi evidenzia una situazione anomala, ma prima farei un controllo medico per verificare quali elementi sono carenti. Nella mia alimentazione frutta e verdura sono presenti con abbondanza. Spesso, prima di fare la doccia, dopo un allenamento impegnativo, mi mangio della frutta sia per placare la sete sia per un po' di fame.
La sete riesco tollerarla molto bene, sia perché non avverto la necessità di bere (e sono arrivato alcune volte a fare un LL di 42km senza mai bere nulla) sia perché se compare gestisco bene il disagio.
Anni fa non era così: non potevo correre senza mangiare qualche cosa e per correre a digiuno ho impiegato un po’ di tempo, ma ora non riuscirei a fare diversamente. Mi trovo a disagio quando devo fare colazione prima di una gara.
Agli atleti che alleno suggerisco di assumere i vari tipi di integratori perché mi manifestano segni di disagio in corsa e nella fase di recupero. E’ molto probabile che il loro corpo necessiti di un sostegno.
Pizzolato Orlando31/01/2011 18:06:36
professionista o amatore.
ho iniziato a correre per stare bene ma ora anche a me stimolerebbe molto poco correre tanto per stare in salute, non ce la farei ad alzarmi tutte le mattine alle 5.45 con pioggia, freddo, vento ecc...
PS: ho dimenticato di inserire il nome nel 1° messaggio.
Public01/02/2011 09:43:01
INTEGRATORI? NO GRAZIE
Ho dimenticato di aggiungere un piccolo particolare: anche io, come fryendly@alice.it, corro la mattina presto appena alzato (stessi "problemi" di lavoro e famiglia), era per questo che mi interessava l'argomento. Per ora corro (oggi 16 km) solo con un caffè, altrimenti aggiungo una fetta biscottata aspettando che il caffè esca.... (oggi erano finite). Domani avrò altri 16 km di CL, ma giovedì 13 km di tempo run. Ce la farò?
Public01/02/2011 13:40:20
INTEGRATORI? NO GRAZIE
Tempo fa non riuscivo a correre a digiuno, ed oltre ad un caffè prendevo anche qualche biscotto secco. Una mattina non ho sentito la sveglia e quando mi sono alzato mancava meno di un'ora alla gara. Non avevo tempo per fare colazione e quindi ho cercato di accettare la circostanza e di non aggravare la situazione rodendomi nel dubbio "ce la farò".
Sono arrivato al traguardo con il recorsd personale!
Se nella seduta di CM non ce la farai a rispettare il ritmo che hai in tabella, considera che si tratta in ogni caso del primo passo verso una situazione di adattamento.
Pizzolato Orlando01/02/2011 13:50:44