29/04/2020
Pronti? Via! (ma un passo alla volta...)
Ora che c'è il via per la ripresa degli allenamenti, vivo un momento di realizzazione personale come allenatore di podisti amatori.
Finalmente posso applicare un principio fondamentale nella programmazione della preparazione degli amatori: agire per migliorare gli aspetti basilari delle prestazioni aerobiche.
Quanto appena riportato, sembrerebbe un aspetto logico, ma credetemi – non è affatto così.
La richiesta dei podisti amatori è generalmente la stessa:
- preparami la tabella perché voglio correre la maratona X.
- oppure mi programmi una preparazione per la mezza Y?
- ancora: mi fai una tabella per le gare Z, Z1, Z2, Z3?
Raramente mi viene fatta una richiesta “intelligente”, del tipo: voglio migliorare la mia condizione attuale ed essere pronto per una gara che definirò mano a mano che procede la programmazione.
In sostanza, l'amatore mette “il carro davanti a buoi”: l'obiettivo agonistico prima della “sostanza atletica”.
Il mio punto di vista di allenatore è spesso diverso da quello del podista, mentre dovrebbe invece coincidere: l'amatore dà per scontato, o probabilmente sottovaluta, gli aspetti fisiologici e tecnici fondamentali di una programmazione, e decide di perseguire un obiettivo specifico senza che si siano i presupposti tecnici essenziali.
Pochi podisti mi chiedono dapprima di identificare il proprio profilo fisiologico attuale e procedere con la programmazione finalizzata ad ottimizzare il potenziale. Quasi sempre l'amatore inizia la preparazione ignorando i propri punti deboli.
Il destino vuole che per settimane a venire non ci saranno gare a cui partecipare, e questo è un aspetto ideale per un allenatore, perché si può pianificare la preparazione senza condizionamenti.
La maggioranza dei podisti è praticamente ora al punto “0” sul piano fisiologico (una pausa di 4-6 settimane porta ad una perdita di efficienza che può essere recuperata con un paio di mesi circa di allenamento – per poi procedere con la specializzazione dell'allenamento) e non ha alcun interesse a trovare la forma massima nelle prossime “X” settimane, visto appunto che non si potrà gareggiare nelle prossime “Y” settimane.
Quale migliore occasione per iniziare ora un percorso tecnico e fisiologico adeguato a sviluppare il proprio potenziale dalla base?
Al lavoro, quindi!
orlando
Finalmente posso applicare un principio fondamentale nella programmazione della preparazione degli amatori: agire per migliorare gli aspetti basilari delle prestazioni aerobiche.
Quanto appena riportato, sembrerebbe un aspetto logico, ma credetemi – non è affatto così.
La richiesta dei podisti amatori è generalmente la stessa:
- preparami la tabella perché voglio correre la maratona X.
- oppure mi programmi una preparazione per la mezza Y?
- ancora: mi fai una tabella per le gare Z, Z1, Z2, Z3?
Raramente mi viene fatta una richiesta “intelligente”, del tipo: voglio migliorare la mia condizione attuale ed essere pronto per una gara che definirò mano a mano che procede la programmazione.
In sostanza, l'amatore mette “il carro davanti a buoi”: l'obiettivo agonistico prima della “sostanza atletica”.
Il mio punto di vista di allenatore è spesso diverso da quello del podista, mentre dovrebbe invece coincidere: l'amatore dà per scontato, o probabilmente sottovaluta, gli aspetti fisiologici e tecnici fondamentali di una programmazione, e decide di perseguire un obiettivo specifico senza che si siano i presupposti tecnici essenziali.
Pochi podisti mi chiedono dapprima di identificare il proprio profilo fisiologico attuale e procedere con la programmazione finalizzata ad ottimizzare il potenziale. Quasi sempre l'amatore inizia la preparazione ignorando i propri punti deboli.
Il destino vuole che per settimane a venire non ci saranno gare a cui partecipare, e questo è un aspetto ideale per un allenatore, perché si può pianificare la preparazione senza condizionamenti.
La maggioranza dei podisti è praticamente ora al punto “0” sul piano fisiologico (una pausa di 4-6 settimane porta ad una perdita di efficienza che può essere recuperata con un paio di mesi circa di allenamento – per poi procedere con la specializzazione dell'allenamento) e non ha alcun interesse a trovare la forma massima nelle prossime “X” settimane, visto appunto che non si potrà gareggiare nelle prossime “Y” settimane.
Quale migliore occasione per iniziare ora un percorso tecnico e fisiologico adeguato a sviluppare il proprio potenziale dalla base?
Al lavoro, quindi!
orlando
Allegati
Clicca qui se vuoi aggiungere un commento
Per procedere è necessaria l'autenticazione. Sei pregato di effettuare il login o di registrarti per un nuovo account.
Come identificare il proprio profilo fisiologico attuale
Buongiorno Orlando,
grazie per lo spunto molto interessante.
Potresti indicarmi come identificare il mio proprio profilo fisiologico attuale. Ho visto che avevi un programma V.I.P che penso facesse una cosa simile, ma non è più fra i vostri servizi. Forse con il winning program si parte da questo? Effetivamente è il momento ideale per pianificare una preparazione senza il vincolo di una gara-obiettivo.
Grazie
Gianluca Collot29/04/2020 16:51:52
Come identificare il proprio profilo fisiologico attuale: risposta
Ci sono dei test specifici, come il "Conconi", il VAM, di Mader.
I più pratici sono i primi due perché si possono correre su pista e mettono in relazione velocità e FC, identificando la propria soglia anaerobica attuale, il VO2max ed anche l'efficienza aerobica (soglia aerobica).
Il test di Mader si fa dosando la presenza dell'acido lattico.
Si può anche fare il test dei 7', con il qualche si desume dapprima il VO2max e in secondo luogo la SAN.
Queste prove presumono che ci sia un po' di efficienza aerobica di base, vale a dire una decina di sedute di corsa alle spalle.
Per molti podisti, e non so se sia il tuo caso, l'attuale efficienza (e non mi riferisco alla condizione di forma) è piuttosto (se non molto) bassa in seguito alle difficoltà di svolgere una regolare preparazione nelle passate settimane.
In questo caso non conviene svolgere dei test prima di aver svolto, come indicato prima, una decina di sedute di sollecitazione aerobica. A seguire, uno dei test indicati rappresenta un efficace punto di partenza.
Se nel corso della preparazione hai avuto occasione di registrare regolarmente l'andamento della FC durante le varie sedute, puoi ora fare un confronto ed avere un punto di riferimento per valuta la perdita di efficienza a livello cardio - circolatorio (valutare l'efficacia della capillarizzazione attuale). Puoi anche indagare quando si attiva la deriva della frequenza cardiaca e capire, già da subito, quale sono gli ambiti di carico su cui agire per dare stimoli adeguati al tuo organismo, restando quindi in un ambito stimolante ed evitando di fare sforzo che escono dagli specifici ambiti di sollecitazione.
orlando29/04/2020 18:30:45